UNO+UNO=TRE - MIAGHI ROBERTO MIANI

Dov’eri? Sono giorni che provo a chiamarti? Mi hai detto “Domani alle sei a casa tua!”. Quanti ieri fa è stato quel domani? Ho fatto amicizia con la tua segreteria telefonica, non ho lasciato messaggi, solo dei vaf-fan-culo.

Evita di digitare il mio numero, le dita le usi bene solo per mangiarti le unghie. Sono dieci, meno i due vaffanculo che mi urli ogni mattina appena ti svegli, ecco che sono otto.
Io lotto anche se non so più che storia c’è tra noi due. So cosa non ci sarà, e di questo non dare la colpa al telefono.

Fanculo! Parli troppo e di-sputi sentenze. Non puoi barattare le mie lacrime con la tua bava, non sei un baco, non puoi nasconderti in un bozzolo. Il fatto che indossi una camicia di seta non significa che quando ti spogli sei una farfalla. Rimani un verme con le iniziali ricamante sull’addome.

Ma si può sapere cosa ti ho fatto? Non riesci ad accettare di esserti persa, come quando esci per prendere il latte pur sapendo che le latterie sono chiuse. Chi cerchi? Chi pensi possa voler verificare la tua esistenza? E comunque poi è successo…

Cosa?

Ti ho vista. Ho riconosciuto quella tua ridicola maglietta che indossi ogni sera, “Così se il mondo cade posso fuggire” dicevi sempre, e le tue Birkenstock, quelle che – mi ripetevi - ci si cammina comodi sui ricordi. Eri nervosa, poi mi hai sentito, ma non mi hai visto, io mi sono nascosto dietro una macchina e il cellulare mi è caduto in un tombino. Ecco dove sono finiti i tuoi squilli, affogati in una fogna, tenuti in vita da una segreteria telefonica.

Non ti credo. Vaffanculo!

Avevi freddo e starnutivi, facevi un’eco divertente con i tuoi “cinque”. Sembravi un clown nel suo numero (il cinque) più riuscito. Seguivi passi sbilenchi maledicendo quel cellulare, urlando alla segreteria. Non ho avuto il coraggio di fermarti. Poi ho deciso: ho lasciato quel numero al destino in cambio di un mazzo di fiori. Crisantemi e papaveri.

Crisantemi? Vaffanculo!

Non torneranno mai i tuoi numeri. Sono cinque le dita per una carezza, tante quante quelle per un pugno. Una carezza ed un pugno sommano dieci lettere, quelle necessarie per un vaffanculo. Io invece speravo di fare uno più uno uguale tre.

Vaffanculo!

Ti rivedrò?

…fanculo!

Allora addio!

No, aspetta!

Si...

Merito un arrivederci!

Se vuoi.

Voglio!

Allora...

Allora?

Allora domani, alle sei a casa tua!

Allora vaffanculo!

Toh, è tornato Sanna.
Credevo fossi morto, tesò...

Uèèè Autore ma dovevi proprio rivelare a tutti il contenuto dei messaggi che mi lasci in segreteria?!?!
Non lo sai che esiste la privacy?!?!
Tornando seria... Mi ci riconosco parecchio, da entrambe le parti della cornetta quindi pagina il cui io narrante è, per me, universalmente senza sesso.
Confesso però che qui il vaffanculo lo leggo nel significato completamente diverso, nel senso che brucia assai...
Vado, caffè per tutti.

D.