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 NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO

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MessaggioTitolo: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime14/1/2009, 22:43

Il passero arrotava il beccongiuntivo su un osso di seppia, Giacomo lo osservava, ci avrebbe potuto scrivere una poesia su quell’animaletto solingo.

Ad un certo punto, il telefonino fece saltare le coronarie del pennuto.
“Pronto! Ah, sei tu Alessandro. Come? Se sto dormendo? No, no, davo da mangiare al piccolo Catullo. Sì, mi sbrigo, sì, lo so che è sabato, che sono le dieci e che alle undici ci aspetta Giovanni in piazza. Silvia? Non credo che venga, anzi, ne sono sicuro, abbiamo litigato. Beh, ci siamo lasciati, ero sinceramente stufo, sembravamo una joint venture del sesso, non eravamo più innamorati, ma ci incontravamo all’uopo per una... sì, insomma, hai capito. Ok, arrivo!”

In piazza, Dante era appoggiato sul cofano della sua due cavalli rossa bordeaux, Beatrice era in macchina che ascoltava Marylin Manson a volume esagerato.
“Bea, abbassa il volume, lo sai che poi va giù la batteria. Te lo devo ripetere ogni volta, cavolo! Vuoi che te lo dica con degli endecasillabifolchi?”
Beatrice sb-uffava, senza abbassare il volume, anzi lo corroborava cantando anche lei “I don’t like the drugs but the drugs like me”. Affianco, su un’Audi da 30.000 euro, nera idealizzata, Gabriele leggeva manga erotici e il suo piedino tippettava sul marciapiede fuori della portiera aperta. Le sue Nike tenevano il tempo dei Chemical Brothers. Il suo pizzetto, come al solito, era perfetto. La calvizie non intaccava il suo fascino prepotente ma irritava di molto Giacomo, che giungeva in quell’istante insieme ad Alessandro.
Giacomo era persona semplice, o mediocre, come lo avrebbe definito Gabriele, non si curava tanto dell’aspetto, accarezzava le sue disavventure. E dimenticava di raccontare le sue gioie, e così per esempio si lamentava della sua storia impossibile con Silvia, ma si guardava bene dal dire cosa facessero a letto, sebbene di sicuro ciò avrebbe fatto impallidire Gabriele, invaghito com’era delle forme della ragazza. Alessandro era tipo più posato, del gruppo era il più anziano dopo Giosuè.
“A proposito” intervenne Beatrice abbassando lo stereo “Giosuè non viene, ha detto che se ne sta “ar carduccio” – disegno le virgolette con le dita - nella sua villa sul litorale de Anzio, ‘o stronzo!”
“Manca qualcuno?”
Chiese Alessandro. Dante si alzò dal cofano.
“Mancano quei tre coglioni di Giovanni, della sua amica inglese Mary e di Luigi”.

Giovanni era il più giovane, lo chiamavano il fanciullino, la sua amica Mary detta “la scellerata” era di Brighton e si erano conosciuti ad un concerto dei Tool durante un festival dark rock a Praga. Arrivarono su una panda verde menta e con lo stereo che suonava qualcosa dei Type O Negative. Appena scesero dalla macchina, si sentì una frenata. Luigi era arrivato col suo scooterone. Era un collezionista di moto. Nessuno sapeva esattamente quante ne avesse, lui amava rispondere a chi glielo chiedeva “Boh, una, nessuna, forse centomila…”, facendo brillare i suoi occhi marroni.
“E Silvia?”
Chiese Gabriele con voce calma e melliflua.
“Non so se viene.”
Rispose Giacomo, che abbassò il capo intristendo il quadretto.
“No!”
Intervenne Luigi, accendendosi una canna e rivolgendosi soprattutto al tenero Giacomo.
“L’ho sentita poco fa, ha detto che seppure sei un imbecille viene lo stesso, tarda cinque minuti e porta pure un amico, Virgilio...”
Erano pronti per partire. Giornata di fancazzismo e gran mangiata al ristorante romanesco “Nun c’è verso”. Arrivò finalmente anche Silvia, Giacomo incrociò il suo sguardo, lei lo sfidò e salutò provocatoriamente prima Gabriele. Virgilio era tipo cortese, ad occhio e croce era il meno giovane del gruppo.
“Piacere, Maestro.”
Lo salutò Dante stringendogli la mano con un occhio strizzato a patire il fumo della canna che serrava tra labbra esperte. Solo Gabriele aveva rifiutato. Lui non apparteneva a certo doping proletario, non che disdegnasse le droghe, ma seguiva altre piste. Proprio Gabriele prese la parola.
“Allora, se non erro siamo in dieci, andiamo con due macchine, una è la mia...”
“... e l’altra è la nostra!”
Urlò Beatrice fuori dal tettino della due cavalli mentre lo stereo vomitava poesie grunge e suggeriva alchimie acustiche con Rotten Apple degli Alice in Chains. Alessandro obiettò.
“Ma ci entriamo in cinque dentro quello scarabocchio?”
Dante alzò le spalle, Beatrice alzò il volume e gettò la testa indietro soffiando l’ultima memoria della canna che finiva la sua gloria tra le labbra appassionate e voluttuose della donna.
“Ok” disse Luigi “io, Alessandro, il Maestro Virgilio e Silvia - che siamo ad occhio e croce i più alti - andiamo con Gabriele.”
Gabriele era d’accordo, tirò su col naso. Silvia non era entusiasta della collocazione ma decise da subito che sarebbe andata a fianco al pilota. Dante salì in macchina.
“Bea, cazzo! Sembra un inferno! Vuoi abbassare?! E poi cambia musica ogni tanto!”
Accanto salì Giacomo, dietro con Bea e la sua minigonna si sistemarono il Giovanni e l‘amica Mary.

L’assortimento era più o meno coordinato. Una comitiva flower power da una parte con orientamenti musicali rockettari e tendenze politiche di sinistra sulla due cavalli, una comitiva più assortita ma decisamente meno reazionaria dall’altra: una rappresentanza diplomatica (Alessandro e Virgilio), una forte presenza d’ego (Gabriele e Silvia) e un nichilista in cerca d’autore, con la moto lasciata parcheggiata controvoglia (Luigi).
Gabriele approfittò subito degli scambi culturali dei suoi ospiti dietro per non perdersi in parole e mettere subito una mano sulle cosce di Silvia. Questa sembrò gradire, ma odiava la presunzione di Gabriele che però, parole sue “era un gran fico e se lo sarebbe scopato a prescindere.”
“Stai calmo, Lele, pensa a guidare, non vorrei che ti distraessi troppo.”
Gabriele aveva pensieri assolutamente libidinosi e avvicinandosi all’orecchio di Silvia glieli suggerì tutti con formula evidentemente efficace perché lei, diventata rossa, dopo avergli dato uno “schiaffetto”, disse
“Certe cose non credo di volerle fare...”
Era turbata, si voltò allora dall’altra parte incrociando lo sguardo di Dante che fumava una camel. Dal finestrino dietro era traducibile la perplessità di Giacomo che si domandava all’infinito perché non si amassero più.
Beatrice era di nuovo fuori la capotte. Giovanni limonava con Mary, ma ogni tanto lasciava andare l’occhio sotto la minigonna di Bea. Lo stereo stavolta ci dava dentro con una cassetta di Mary, gli Helloween cantavano “Dr Stein.”
Alessandro sorrideva con paternale benevolenza alla scena che contemplava nella due cavalli e prestava attenzione, seguendole con lo sguardo, alle parole del Maestro.
Luigi ogni tanto interveniva con frasi del tipo “non sperare nelle cose che tanto non succedono.”
Gabriele nel frattempo continuava a scambiare sguardi con Silvia, erano promesse di passione ma anche di non belligeranza sentimentale.
Silvia gli sussurrò nell’orecchio
“Va bene, domani! Alle otto a casa mia, sono curiosa, ed eccitata, vediamo se sai descrivermi il Piacere...”
Gabriele guardava la strada con lo sguardo sicuro di uno che si sta fottendo la vita. Nel cruscotto polvere d’angelo era castigata in bustine innocue e potentissime.
“Vede, professore, non credo che un don Abbondio qualsiasi possa decidere se un matrimonio nasca sull’effettivo presupposto di una storia d’amore! Le coppie vivono la passione all’inizio, ma poi finiscono per subire il sistema implodente che le ospita. E così succede nel sistema sociale più complesso dove il popolino sopporta il don Rodrigo di turno. Hai voglia a dire fate i bravi, caro signor Costanzo! E non mi venga a parlare di divina provvidenza. Mia sorella Lucia sta divorziando e mio cognato Renzo è ancora innamorato di lei, ma ha perso il lavoro e…”
“Cazzate!” Lo interruppe Luigi. “La mia vita è stata un continuo scegliere vie di mezzo e ora sono in mezzo ad una via. Capisce, professore? Nessuno deve tentare di farmi lo sgambetto, perché non cammina a terra la mia anima. Io ho trentasei anni e sto per arrivare ad un bivio che svolta ad ogni mia delusione, non so se mi spiego. Io sono un puttanone dialettico, racconto tutto me stesso, e quando concedo tutto me stesso, allora sono anche una puttana sentimentale.”
Il maestro non fece alcun commento, possedeva una saggezza provata e si rese conto che Luigi era decisamente confuso, un annichilista più che un nichilista, recitava tutte le parti del copione e non teneva neanche i ritmi. Gabriele appariva meno saggio ma forse più sincero.
Ogni tanto si fermavano ad un semaforo.
"Secondo me dici solo delle gran cazzate!”
Così dicendo infilò una mano sotto la gonna di Silvia che fingeva di essere risentita, accavallando le gambe per nascondere quella palpabile e palpata euforia.
“Mi scusi la franchezza, Maestro, ma dice troppe cose confuse, sembra che legga una raccolta di aforismi di persone che neanche si conoscono! E poi, tu, Alessandro, sbilanciati di tanto in tanto!”
Alessandro rimase in silenzio, Luigi invece sbuffò, quasi rassegnato. Il Maestro si girò ad osservare una ruspa che scavava la terra e pensò che toccato il fondo si può solo risalire e che l’uomo è capace di costruire marchingegni che gli permettono di abbassarsi ulteriormente per non porre limiti alla propria limitazione, scemando a livelli di annientamento che vanno oltre il proprio e rapiscono quello di interi villaggi, paesi e nazioni.

“Maledizione!”
La tristezza di Virgilio fu interrotta dalla squillante voce di Bea. Stavolta c’erano gli Aerosmith in sottofondo.
“Fascista di merda!”
Gridò a Gabriele mostrandogli aderenti tette su una maglietta rossa del Che. Gabriele sorrise mostrandogli un gioco voluttuoso di lingua, Silvia finse indifferenza.
Sulla due cavalli Giacomo cantava una filastrocca che più o meno recitava “paralipomenidellabatracomiomachia.”
Giovanni pendeva dalle labbra rosse e lucide di Mary che stava raccontando di quel cocainomane di suo cugino Samuel Taylor e si chiedeva se fosse un grande scrittore a prescindere.
“Nooo!” Disse Dante. “Anche Gabriele sniffa, ma lui è uno stronzo a prescindere! Sono completamente in disaccordo con lui ma mi farei ammazzare e risponderei per le rime a qualunque “compagno” che non gli permettesse di esprimere la sua opinione. Che lui sia un fascista o un cazzoniciano di merda, be’ è storia discutibile, ma a volte ha delle intuizioni per le quali vale la pena sapere di essere vivi per poterle ascoltare! La cocaina aiuta sicuramente a dipingere il quadro, il soggetto però o ce l’hai o non ce l’hai. Mi dispiace solo che il tenero Giacomo qui sia un po’ assente e ancora pensi a Silvia. Mi dispiace, amico, dai ammettiamolo, Silvia è un po’ mignotta e il fatto che ti abbia confessato di non essere innamorata di te forse, alla fine, è stato gran gesto d’amore. Tu sei un passero solitario come il tuo Catullo e infatti ora ti senti in gabbia come lui. Porca troia, Bea, toglimi i piedi dalla schiena e dammi una cassetta dei Led Zeppelin!”
“Hai ragione, Dante…”
Interruppe il silenzio Giacomo, sforzandosi di ridere.
“... oggi è sabato e cazzo domani, domenica, sarà triste ché lunedì si torna a lavorare. Andiamo, fanculo, ho fame, e accelera!”.

L’Audi di Lele lasciò indietro la due cavalli già dalla seconda. Dante iniziò a cantare una canzone, Giacomo spense lo stereo per dargli il palcoscenico.

‘Sto mezzo che ci porta in questa gita
C’ha evitato di lamentare i càlli
Che oggi è sabato e domani è tutta vita
Davanti Lele pare che si sballi
Una mano su Silvietta (l’altra sullo sterzo)
Dietro a cantare financo troppi galli
La fame ormai ci porta a “Nun c’è verso”
Questa io vi canto, sommo Dante,
Viaggio con gli amici e mai son perso
Ché Bea dio bonino è arrembante
E io l’amo assai e farei un poema
Confesso, amo la vita e son narrante!

“Ma quante cazzate spari!”
Esclamò Giovanni. Sorrisero tutti, Bea baciò Dante, Giacomo rialzò il volume dello stereo, Mary poggiò la testa sulle spalle del fanciullino.
La due cavalli sfrecciò a 60 km orari davanti alla libreria “Bignami” che inveterinava su semplici mensole il peso del “sapegno” di noiosissimi libri di poesie.
“Che palle!”
Commentarono tutti in coro in un’eco ritardata di quattro minuti della stessa identica frase pronunciata uguale anche dal gruppo in avanscoperta sull’Audi.

La giornata prometteva sviluppi poetici, ma nessuno si preoccupò di prenderne nota.

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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime14/1/2009, 22:53

Piatto ricco
mi ci ficco...

Domani, però...

Ciao, PDG che mi fai andare via con un sorriso.

Notte colorata a te e a chi passerà di qui
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 07:49

Questa, poi!!!

Ma che PdG speciale, abbiamo oggi... study

Ci sono proprio tutti (ritrovati con sommo piacere) assemblati in un improbabile quanto divertentissimo incontro al ristorante "Non c'è verso" (c'è, forse, prosa?), dove se ne vedranno delle belle!

Noto che l'elemento maschile è preponderante: brilla per assenza la buona Emily, ma è pur vero che conduceva vita ritirata... oppure la simpaticissima Gaspara con la sua amica Vittoria... tanto per fare delle coppie con i presenti, visto che, qui, il problema di coppia è particolarmente sentito Wink

Bravissimo PdG (credo di averti riconosciuto da quel "beccongiuntivo" iniziale e poi da tutto il resto). Ma, comunque, sei veramente una PdG specialissima!

Complimenti, complimenti, complimenti!
Al.
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 09:31

Tanti personaggi in cerca d'autore...
Per fortuna l'autore c'è, a tener le briglie di una storia divertente e narrata con compiaciuto brio.
Piacevolissima lettura.
Wink
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 10:01

rivo...
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 10:52

compiaciuto brio...
bello... è una storia, lo confesso che scrissi per sfatare i luoghi comuni sugli autori che tartassavano loro malgrado l'istruzione secondaria fatta spesso di luoghi comuni e di piani di studio che mortificavano la scuola e la memoria di autori filtrati da sapegni e bignami vari... per non dire degli schemi archetipici in cui erano catalogati inesorabilmente tutti...

testo divertito... lascia a chi legge dire se divertente...

PDG speciale? non lo è per definizione "speciale" una PDG?

cosa significa speciale?

comprendo il senso ovviamente... e te ne ringrazio... ma la specialità è l'ennesimo sinonimo (interpretato) della solitudine...

perdona la dissertazione...
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 11:15

mi è piaciuta la tua pagina.
concordo con goccia che è un pò lunga ... verso la fine cominciavo a perdermi.
l'ho comunque trovata molto divertente.
L'etichetta che ognuno di loro ha attaccata addosso
viene messa in risalto, evidenziata in un modo secondo me perfetto e divertente.
ne esce una simpatica e originale caricatura.

brava Pdg.
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 12:15

Ciao Pidigi! Pagina molto divertente e dissacrante, non si può non sorridere alla vista di Giacomo che pensa a Silvia, mentre quel cascamorto di Gabriele (ce lo vedo benissimo ahahaha) ci prova con lei!! Una pagina tutta da ridere. Io mi tengo il piccolo Catullo!!! Mi sa che cambio nome al mio gatto ora!

Ciao a tutti

Marghy
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 13:23

Cara PdG abbastanza riconoscibile, dopo le prime tre righe :-)
Purtroppo oggi non ho il tempo che il tuo pezzo sembra meritare, ma ti prometto che torno o questa sera o domani.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 14:43

Io messa peggio di te, Mario...
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 14:48

l'essere riconoscibile è un po' come dire che una formula possa sintetizzare una poetica...
matem'etica
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 15:05

Questa è veramente strafica!!!!! cheers cheers direbbe Jessica Rabbit.....
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 16:45

Dieci personaggi intorno all’Autore!
Li caratterizzi in poche righe mantenendo fede al loro ruolo. Notevole.
Muovere una folla non è affatto facile. C’è il rischio di travolgere il lettore bombardandolo di informazioni nel farlo. E di arrivare a stancarlo.
Qui ti servi di licenza in abbondanza, polverina magica sparsa sul pezzo a calibrare la penna.
Per me, che amo i miei personaggi e vivo nel passato, questo è un pezzo super.
Apprezzato, PdG, molto apprezzato!
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Margherita Bassi
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 16:57

La penna del giorno ha scritto:
l'essere riconoscibile è un po' come dire che una formula possa sintetizzare una poetica...
matem'etica

L'essere riconoscibili apre un mondo impensato a chi sa e vuole vedere. Nel momento in cui conosci una persona, ti accorgi che questa persona si allontanerà ancora di più da te, perchè nessuna tua parola potrà mai realmente definirla. Un pò come la poetica. I poeti si sentono imbranati quando scrivono. Come i matematici quando scoprono la perfezione di una formula, o gli astronomi quando ammirano una legge dell'universo. O quando noi ci rendiamo conto che una persona è molto di più di quello che sembra.

Riflettendo e pensierosando...
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 17:19

grazie Musa... mi fa piacere il tuo commento perché mi libera da un assillo che poi, quando finirà il gioco delle penne, ti dirò...


mi rendo conto che il brano è lungo ed è probabilmente la prima volta che metto insieme tanti personaggi... ma avevo le idee chiare (del resto anni di scuola formano le idee chiare a candeggina di interesse)...

non saper definire una persona è concetto relativo... oggettivamente siamo, ma poi relatativamnte diveniamo... il segreto è l'oggettività di cui siamo spesso inconsapevoli portatori sani... la definizione artistica di una persona è comunque limitata e limitante... ad un attimo, ad una serie di impressioni, ad un quadro che potrebbe sfiorare il vero ovvero definirne uno dei tanti...
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Roberto Miano
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 19:38

sarebbe da domandarsi quale poetica traspare da tale spaccato di poeti?
mi sembra che ci sia una fuga proprio dall'intellettualizzazione, la spensieratezza fatta di gesti non meditabondi, figli però di una idealizzazione dei personaggi in base a quella che "si dice" sia stata la loro poetica...

dovresti cercare il poeta crossover, quello che ascolta tutti i generi musicali... del resto la mentalità classica impone una netta separazione dei generi...

una cena simile non è forse l'occasione di una mescolanza di idee, di una confusione poetica? Di una negazione dello schema imprescindibile?

Perché Virgilio parla così poco?

Alla fine credo che D'Annunzio sia il più moderno, il po'etico più attualizzabile... gli altri sono sfaccettatute di diverse tipologia di sconfitta...
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 19:41

ma quanti sono?
una pagina a quello che ti piace e
mettiamoli assieme e vediamo che succede
fossi, e non sono, un filimo più psicologa leggerei...
letta di corsa, ma rileggerò
divertente
l.
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 20:14

Le contaminazioni di personaggi classici con quanto più di moderno ci possa essere: parlo dei personaggi e della musica che qui sopra vengono miscelati in un bottoscoppio di parole che quasi stordiscono dal gran sincopata che ne esce la lettura.
Mi piacerebbe fare un esperimento e numerare ogni singola citazione che mi hai riportato alla mente, di quanti poeti in questa pagina sono stati sfiorati: sono troppi per me, ne salterei certamente qualcuno.
Batto il piede anche io, come Gabriele, al ritmo ipnotico dei Chemical Brothers: è come ad un concerto, quando vuoi il bis e hai finito la voce ed allora batti i piedi sul pavimento per un bis. Invidio la tua capacità di scrivere, ammiro la tua prosa.
E se tutti abbiamo capito chi sei, chi se ne frega disse il mago alla strega...
Se nel proporre l'incipit ho avuto qualche perplessità circa il porre un personaggio storico in un contesto, nun ce sta proprio verso, tu le hai fugate tutte.
Ti applaudo, PDG.
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 20:22

Roberto Miano ha scritto:

mi sembra che ci sia una fuga proprio dall'intellettualizzazione, la spensieratezza fatta di gesti non meditabondi, figli però di una idealizzazione dei personaggi in base a quella che "si dice" sia stata la loro poetica...
una cena simile non è forse l'occasione di una mescolanza di idee, di una confusione poetica? Di una negazione dello schema imprescindibile?

Sono concorde, Rob.

PdG, sono i tuoi ospiti d'onore. Torno a leggerti.
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 20:33

Daniela Micheli ha scritto:

Mi piacerebbe fare un esperimento e numerare ogni singola citazione che mi hai riportato alla mente, di quanti poeti in questa pagina sono stati sfiorati

Sì, Daniela. E' stato il mio primo pensiero al brano.
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Musa, oggi ci ho provato a farlo...
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime15/1/2009, 21:14

Daniela Micheli ha scritto:
Musa, oggi ci ho provato a farlo...

Io non mi pronuncio Rolling Eyes
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime16/1/2009, 00:04

Notte, PDG di ieri
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Mario Malgieri
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Mario Malgieri


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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime16/1/2009, 17:19

Mantengo la promessa e vengo a dirti cosa ne penso.
Pagina fitta, a volte geniale, con riferimenti continui che mettono alla prova la memoria e antiche letture.
Ecco, nel fuoco d'artificio dei personaggi è il pregio maggiore e forse il limite, ma quando si termina la lettura resta nella mente come un buon sapore di fritto misto... Very Happy e detto da un genovese è un bel complimento!
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Giampiero Pieri
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Giampiero Pieri


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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime16/1/2009, 22:11

Ganza ganza ganza!
Bella macedonia (non Macedonia) di reincarnati. Simpaticamente leggera e ammiccante.
Ti voto, PDG.
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MessaggioTitolo: Re: NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO   NON C'E' VERSO - MIAGHI ROBERTO MIANO Icon_minitime

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