LETTERA AL FRATELLO DI ENRICOHo capovolto la mongolfiera per stanarti:
Da un cumulo di stracci indicavi il punto …
Sia la luna imbacuccata o un granchio in ritirata
Qualcosa da un amplesso reclamava senso …
Ma il fiume turbinoso non ti spossava anzi
Le circonfusioni erano un uragano di silenzi
Ed al centro del palco si parlava di te più che d’altro …
L’ordine è un girotondo sincopato e antiorario …
La musica ne indorava le dissonanze soavemente
Perché il tuo doppio ha già partorito un terzo ed un altro …
Donando il naso rosso hai poi fissato l’attimo:
Eccomi a seguirti sguardo dopo sguardo nella tua danza …
Già Enrico s’è sdraiato che il direttore s’è denudato
Ora resta di lui solo il baffo ed un acuto dileguante:
Ma i cartonauti liberano le proprie ombre:
Se questo possa certificare un significato: non è dato …
Io che t’ho incontrato su un video di lemmi gratuiti
Non ho posto il dilemma come inizio o pausa o fine:
Poche empatie hanno facce e denti pronti alla bisogna
Basta leggerti nel fluire del fiume perché lì tu ti sublimi.
Ecco io che ho conosciuto qualche pierrot d’annata
Ed ho acceso sigarette a pagliacci di strada necessitanti
Ebbene ancora mi crogiuolo al fuoco dei dubbi lancinanti:
Quindi stordito sai che ti dico mio carissimo amico?
Resterò in prima fila a tallonarti semanticamente:
Fragile e creante e essenziale fratello di ENRICO!