Auguri Roberto a te e a Enrico!

Auguri Roberto a te e a Enrico!

...
Rosario

Rob...ma quanto dura un tuo compleanno? E' la terza volta che, in qualche modo, ti faccio gli auguri.
E' ora di finiamola!
Il mio naso è rosso di allergia che è l'anagramma dell'allegria, così come la viviamo.
Beh...Rosario ha detto tutto andando molto al di là delle semplici parole, lui che sa.
Io solo auguri.
Però ora basta

Complimenti a te, Rosario.
La tua poesia mi ha commosso: è un bell'omaggio...

Citazione :

... bisogna attendere l’idea dispiegata
Su un foglio di carta che è lo specchio della sua anima...

(...) Improvvisamente ad Enrico torna in mente una vecchia discussione sull’approssimazione dialettica dei significati di certe parole. Medio e mediocre. Si assomigliano per tanti versi. Potrebbero differire ovvero significare lo stesso, portandosi dietro valori specifici differenti. Geometricamente non eccellere significa non scegliere un estremo, ma tenersi nel mezzo. Non rischiare. Tenersi il meno distante da ogni possibilità di dire fare e baciare, ma nello stesso tempo essere sostanzialmente nella condizione di non dire, non fare e non baciare mai. Uffina per esempio asseriva – da buona Regina delle Donne - che l'amore è un sentimento elettivo, e che amare tutti è come amare nessuno, Net invece, cartonauta senza volto, compagno di piacevole retorica scambiata - come figurine - al buio di occasionali chiacchiere, lui odia la mediocrità, quasi fosse un virus. Enrico da un parte è convinto che l'amore, inteso come sentimento elettivo, è come il diritto di proprietà, uno ius excludendi omnes alios, comodo e chiuso a tutela dell'ego radical chic (Uffina ovviamente non sarebbe d’accordo. Ma del resto divergere può essere divertente se si è paralleli, basta essere consapevoli che si tratta di un effetto ottico), d'altro canto è convinto che i mediocri siano coloro che risplendono in segreto, coloro che afflitti da un giudizio che mortifica la loro anima si convincono d'essere tali e vagano ai confini della loro distratta solitudine alla ricerca di un appello che permetta loro di essere giudicati di nuovo. Si muovono su coordinate apparentemente monotone, seguono bisettrici isteriche che dividono a metà angoli molteplici, amano la propria anima con discrezione perché avvertono la dignità della sua voglia di combattere, di emergere, di giungere oltre il margine dell'apparenza di un uomo condannato a non eccellere, se non nella propria equidistinzione del tutto. Un'anima al margine spinge sulla pancia di un uomo per uscire a vedere il mondo, e sgomita deformando la sua estetica, al punto che la battaglia varrà almeno una sconfitta. (...)

Lo so che non vuoi, Rob, ma oggi prenditelo tutto e stai zitto!

e ora
dove sei?
dove le metto
le tue parole?
non senti come urlano?

lettere enormi
di lana grossa
calde
come parole
scatole di promesse

io abito il silenzio
io vivo il buio
ho luce dentro
e rumore

e ora
dove sei?
dove li metto
i miei sentimenti?

colleziono ferite
di vario taglio

ho bende di coerenza
e spirito critico
che brucia
e disinfetta

ed io bimbo
piango

e ora
dove sono?

c'è buio in questo angolo
sento tante voci
qual'è quella giusta?
qual'è la tua?
e tu
chi sei tu?

confiderò ancora
sarò deluso
e tradito
ma mai
potrò tradire

...

tra dire
il fare

preferisco sognare

ho dato un pezzo di cuore a tutti
alcuni lo hanno mangiato
altri lo hanno messo da parte
in un cassetto
in una tasca
nel portafoglio
in un barattolo
in soffitta

chi mangia il mio cuore
si prende la mia forza
ma non il mio amore

il mio cuore
ho finito di farlo a pezzi
da tempo
eppure ne ho sempre uno
potente
almeno quanto
l’amore di quelle persone
che me lo hanno donato
nella misura del loro possibile

avere pezzi di cuore
è sempre meglio
che avere il cuore a pezzi

Citazione :

confiderò ancora
sarò deluso
e tradito
ma mai
potrò tradire

rob...

Citazione :

avere pezzi di cuore
è sempre meglio
che avere il cuore a pezzi

mi fai piangere, Roberto.

attesa strana
amicizia lontana

seduto
cocciuto

sorridente e muto

una bimba
da incontrare
da ballarci sopra il mare

sulla spiaggia
quella grigia
con un cuore di valigia

con sorrisi
da inventare
oltre il limite del mare

seduto
cocciuto
a cantare
e sono muto

non ho rime
per un sob

piacer Net,

il mio. Rob

Ce lo fai mai un giro di pensieri
sotto un ombrello, che piove?
Lo vedi il mondo da sotto
come è diverso?

La pioggia non minaccia mai nulla,
suona musica piccola piccola,
le ginocchia sniffano gocce.
La terra ha l’odore del fieno bagnato,
l’aria è colorata
come ombra di stoffa
e dentro i pensieri ci si accomodano.
Appoggi il ferro al collo,
l’ombrello ti nasconde al cielo
e tu sei il signore di quel castello
con mura di ombra
e difese di nylon.

E’ leggero il tuo ombrello,
ma sa difenderti da paure tuonanti.
Ogni tanto danza col vento,
mentre la pioggia scrive qualcosa,
almeno per un po’,
sulle tue scarpe.
Cammini spesso solo
sotto l’ombrello.
E ti ripari da facili conclusioni,
nessuno percepisce il tuo torpore,
nessuno tantomeno avverte
il tuo senso di sicurezza.

Non vedi, non interagisci,
vai dritto.
Metti un posso dopo un altro,
e quando arrivi
stenti ad uscir dal guscio.
L’acqua scola come da grondaia
di casa dolce casa.
Lo chiudi, il tuo ombrello
e lo lasci in un angolo,
talvolta ne dimentichi il valore
e arrivi persino ad abbandonarlo,
da qualche parte,
se non c’è l’acqua che suona,
ma solo caos in testa.

Piove al contrario.
Da dentro.
E cadono lacrime sulle scarpe…
Non ce l’hai l’ombrello
Eppure sotto ci staresti volentieri
Come quando nella tendina canadese
durante un temporale estivo,
giovane con occhi avidi,
leggevi parole qualsiasi,
mentre la sabbia si dissetava da nuvole pietose
aprendo la bocca,
per collezionare storie,
da un cielo depresso,
dipinto con una tavolozza di umori
allergici al sole

…e dopo un pò
rieccole quelle nuvole,
all’improvviso,
così belle e spumose,
che ne prendi due cucchiaini
e li metti nel caffè.

E tu credi le cose cambino?
Mi si offre un’opportunità di sorridere?
O semplicemente mi si chiede di ridere?
Pensaci!
Ho bisogno di una risposta sincera.
Io sono nato con un ruolo preciso,
il copione è sempre lo stesso
Indosso la giacca talvolta.
Ma poi mi spoglio
e dormo con un pigiama divertente.
Blu, a righe di quaderno.
Ho il naso rosso sul comodino
E scarpe capaci ai piedi del letto
Il trucco c’è ma non si vede
Faccio sogni strani
…che sorrido.
Non lo so se sono triste,
o se soltanto un idiota
che raccatta problemi che altri gettano via.
Mi piace scrivere.
E’ l’unico modo
per volermi bene.
Mi piace parlare,
E’ l’unico modo
per sentirmi come voi
Mi piace sapervi lì.
E’ l’unico motivo
per cui racconto storie.
Faccio sogni strani
…che sorrido.

Non dar retta alla poesia
non cullare l'illusione
gli altri vivono la vita
e tu sei sopra
un baraccone

che ti nutri di sorrisi
e di voglia di emozioni
non c'è tenda né più circo
son rimasti i tuoi bottoni

poveraccio, se sei triste
così piccolo ed illuso
non puoi essere maciste
prova ad essere deluso

non parli dell'amore
tantomeno dell' orgoglio
hai vergogna di te stesso
lavi stracci di cordoglio.

A che serve fare rime?
A far musica di versi?
A che serve, dite un po'?
I poeti son diversi...

Ed infatti non son io
un poeta, sia inteso,
che mi giudichi sol Dio
sempre che non sia offeso

che' son stato uomodesto
mai avuto gran coraggio
non ho avuto neanche il resto
quando ho pagato il saggio.

La vita ha denti fitti
sottili e taglienti,
morde solo noi sconfitti
e sorride ai fetenti.

Non riesco amico caro,
a spiegarmi in qualche modo
e per questa sorte, è chiaro
il mio cuore è appeso a un chiodo

La mia anima combatte
scrive sola, di sua sponte,
lascia me con le ciabatte
e dona al mondo le mie impronte

Questo sono io

Non ho mai vinto nulla,
da che nacqui
(e vinsi un'anima).

Non amerò mai più,
con queste briciole
di cuore.

Non avrò mai fame,
io mi nutro di storie.

Né avrò mai
paura del buio
finché la notte mia
brilla

Questo sono io!

Io morirò mai...

... non se ne accorgerà
nessuno!

Quando
mi sento dio
prendo il sole
lo infilo in mare
e schiaccio play.

La canzone
è ogni volta diversa,
ma sempre
quella giusta.

Chiudo gli occhi
ché se fossi cieco,
sentirei comunque
i colori del tramonto.

Note amarancio
di un blues salmastro
per un tempo spartito
tra il giorno e la notte

Ho visto un uomo
in riva al suo mare
lanciare un frisbee
al vento
che lo portava indietro.

Ho visto
un gioco insolito,
tra folate pietose
e una allenata solitudine.

Ho visto un uomo
con pelle sottile
sorridere
della sua strana arte
e trasparire al tramonto.

L'ho visto svanire
in un'ombra
portata via dal mare
complice il vento

Squarcia l'attimo
perché sanguini anche dopo
e la memoria (ri)emargini
la distrazione

vivi la notte,
buia (lu)miniera.

Ascolta il profumo,
inala il silenzio,

violenta la penna,
trafiggi la carne,
e succhia

inchiostro
per le tue storie.

Amati
per un intero istante,

bevi la gioia
sorseggia l'ansia
e manda giù
(piano)
la malinconia.

Dissolviti!

Invisibile,
vedrai tutto.

solo il nulla
saprà
di te.

come angeli

non hanno sesso
né sanno raccontarlo

ci scherzano sopra
ci piangono dietro

sono uomini
con anima femmina

sono donne
con orgoglio ingombrante

(e)stran(e)i
appaiono nella luce
e vivono nel buio

leali

non hanno ali
ma volano
leggiadri
sulle proprie illusioni

come angeli

ognuno nel suo cerch’io
ognuno nel suo circo

dannati
cadono a terra
con vesti di tramanima
inciampano
nei dubbi

hanno un naso
rosso
per illuminare la notte

fragili

all’angolo
di un attimo

si (s)piegano
nel nulla.

Ripudiato
dai miei sogni,
disprezzo
quel che vedo.

Già rob,
ora anche erto
ri-empio
il mio biasimo.

Odio
le parole
di conforto.
Son troppo
per ogni senso,
e rimango
ad ogni incrocio
con le foto
del culo di [v]ossia.
e questa scatola
di istanti.

Mediocre presente
di chi, passato,
va verso un futuro.

Non c’è spazio,
non per me
nella vita.

Vivo in un punto,
da sempre.
Mentre oggi,
per esempio,
non ho nemmeno una canzone.

E allora
apro la scatola.
scarto l’ennesimo adesso.
lo infilo in bocca
(senza ciucciarlo)
e mordo subito
fino all’l’idea risibile
di domani.

Vorrei saper volare
conosceneggiatura
danzare con l'aria
quella più dura
che il sangue disseta
quella più pura
vestita di seta,
dono prezioso
di un baco in gabbia
bozzolo del fio,
dell'io che tesse rabbia

Vorrei una collezione
di spille e fantasia
che violenta l'attimo:
foto di follia,
momenti di cera
costretti sotto vetro
in un quadro metro
morte di armonia

vorrei la mia vita
come l'aria di una palla
io, color farfalla
io, che di poesia
nutro malinconia
io, che storia mia
non so se "così sia"

vorrei saper creare
collane di bazzecole
poter rubare all'aria
pugni di molecole
ho arti per volare,
ma è soltanto un trucco
so bere tutto il mare
che della vita è il succo

vorrei aprir le ali
lasciare il mondo sotto
morire dei miei mali
ma non sentirne il botto
e cadere sulle nuvole
laddove batte il sole
lasciando ombre al mondo
e ai bimbi un girotondo
vorrei saper osare
vorrei poter cambiare
foss' anche piano piano
il senso dell’umano
ma io chi sono
in fondo?

vorrei non più vertigini
sul nulla delle origini
follow me down
to the valley below*,
io sono un clown
la musica è il mio show

in gabbia-no, nessuno
uomortale vivo
prendo l'aria e scrivo
son uno e mi raduno

avrò una chitarra
al posto della rabbia
un palco e della gente
seduta sulla sabbia
grandioso concerto
con dio
ed io d'assolo

in gabbia non c'è vento
capisci ora il volo?

la mente ha mille piume
per imbottirci il cielo,
penne d'inchiostro, mostro
che squarcia esile il velo
del sipario della vita
plateale fantasia
dove un uomo che non vola
si arrende a un
"così sia"








* lazarus - porcupine tree

Le parole son mattoni
impasto di saliva e rabbia
monocotto di violenza
arroganza di potenza

le parole son mattoni
edificio di bugie
covo di strane intenzioni
zona franca di follie

le parole son mattoni
io lo so, son manovale
dietro un muro di illazioni
io rilancio quando vale

le parole son mattoni
se le usi fai attenzione
costruisci interazioni
relazioni, non finzione

le parole son mattoni
non gettarle sulla gente
ci son vittime, milioni
del presunto io eloquente

le parole sono vita
non parlarmi di uno schermo
hai mai detto ad un infermo
"spegni, tanto poi è finita"

Le parole son persone
edificanti qualche volta
con mattoni di coscienza
messi in angolo a raccolta

Le parole sono genti
che ci tirano su muri
accroccati paraventi
da cui partono siluri

Le parole, io le amo
e le cresco a modo mio
sono strano, se vogliamo,
ma almeno, sono io!

Scrivere
è come urlare
si lancia un eco

nessun silenzio
cancella il segno.

Al buio
l'inchiostro palpita,

una storia
ha sempre un posto

non toccarla,
ascoltala
poi lasciala andare,
tornerà.

E' accogliente
la tua meraviglia.

Ora vai,
questa notte è (anche) tua,

io ho stelle
da innaffiare
e ricordi
da (s)piegare.

No

Non so chi io sia
Tu cercami!
Sarò in riva
ad un racconto

una pagina incantevole