Anche se sei una puttana, sei sempre una signora

La strada è pressoché deserta, è presto per il viavai d’auto che tra poco inizierà a transitare in cerca di te.
Sei veramente bella questa sera, ti sei vestita con molta cura e ti dona moltissimo il colore chiaro luminescente che hai messo sulle palpebre, oltre al nuovo rossetto carminio sulle labbra; il colore ambrato della tua pelle risalta ancora di più sotto la luce traversa del lampione.
Sei proprio la più bella del viale.
Me lo sento, stasera farai il pienone di clienti anche se il freddo, ora, ti fa battere i denti e cerchi di scaldarti il corpo battendoti le mani sulle braccia.
Potevi comprarti un cappotto un po’ più lungo, questo pellicciotto basta appena a coprirti le cosce e il pezzo di carne nuda, tra lo stivale e l’orlo, è tanto e gelido.
Sì, è inutile che lo dici a me, ci conosciamo da tempo, so che devi far colpo sui clienti mostrando le bellezze d’ebano del tuo corpo.
Io e i miei fratelli ti facciamo sempre compagnia in queste serate invernali, in estate non hai bisogno di noi, ma stasera la mia presenza è indispensabile.
Hai voglia di me, lo so.
Sì, accendimi.
Nell’attesa del primo tuo cliente fammi bruciare, dammi fuoco, lascia che il mio calore t’avvolga e ti faccia dimenticare, per un attimo, questa strada ghiaccia.
Palpami, cerca il mio punto più tenero che sai si accenderà in un attimo.
Sì, brava.
Ecco, la paglia ora.
Ehi, bimba, non sta bene che una signora imprechi, lo sai, anche se sei una puttana sei sempre una signora.
Non funziona l’accendino?
Guarda bene nella tua borsetta, vedrai che tra le confezioni di preservativi ne trovi un altro.
Eccomi, sono pronto, inizio a bruciare bene.
Lo so, il mio compito di copertone anche per questa sera lo porto a termine; ti scalderò tra il mio puzzo di gomma bruciata, ma il calore che ti arriverà addosso è come quello della stufa economica della casa che hai lasciato a Douala.
Vorrei ti ricordassi il mio nome: Michelin.