La morte è bellissima. La vedo passeggiare all’esterno del locale. La stanza è circolare, e la parete tutto attorno è fornita di finestrelle pure circolari, simili agli oblò di una nave. La morte passeggia e si ferma a guardare dalle finestre. E’ sorridente, e lunghi capelli neri le scendono sulla schiena. Non ne vedo il corpo, ma lo intuisco perfetto. Quando si ferma a guardare mi fa anche l’occhiolino, e i suoi occhi sono bellissimi. Eppure l’avevano descritta come uno scheletro che impugna una falce…
Cosa posso fare signora per uscire con lei? E lei sorride ancora. Forse non ha ancora deciso… Non ho mai sopportato l’attesa. L’ultima settimana di vacanza è sempre stata una tortura per me. Avrei voluto fuggire e tornare al lavoro per non attendere. E qui invece, seduto su uno sgabello girevole, osservo l’amica che passeggia fuori, e di tanto in tanto si affaccia e mi guarda intensamente. Forse mi si è affezionata. Il locale non ha porte, o almeno non le vedo, e mi chiedo da dove lei possa passare per entrare a prendermi. Vieni amica mia, non ce la faccio ad aspettare a lungo…e poi ti devo parlare…
Era ora che capissi, mi disse lei…perché anch’io ti devo parlare. Io non sono quella che credete…Io vi aiuto a passare la barriera che vi separa dalla vita futura. Una specie di Caronte che vi imbarca verso la gioia…In questo passaggio, più o meno lungo, che i tibetani chiamano “bardo”, io vi conforto e vi proteggo dai mostri, che sono solo apparenza. Ecco perché ti guardo, amico mio, e tu continui a non capire…
Rimasi male per la mia ignoranza, e subito mi balenò un’idea… Senti amica mia, tu potresti allora aiutarmi nella ricerca. Nella mia nuova vita io vorrei legarmi a una donna che mi sappia amare, ed io le donerei tutta la passione di cui sono capace. Le sarei compagno per l’eternità, o almeno per tutto il tempo che mi verrà concesso. Tu lo puoi!
Ma lei continuava a passeggiare e sorrideva, mentre io mi stavo perdendo ad osservare la sua bocca stupenda che incorniciava due file di denti bianchissimi.
eugen