IL COLORE ROSSO - NUCCIO PEPE

L’idea è sempre più nitida nella sua mente, i dettagli prendono forma in maniera ancora più decisa.
Ora sa esattamente cosa fare.
Tutto era iniziato molti anni prima, non si era reso conto allora di cosa significasse la catena di eventi che lo avevano visto ora protagonista ora compartecipe, come un attore che recita indifferentemente sia da comparsa che da interprete principale.
Le ore trascorse con sua madre, i lunghi pomeriggi in cui guardava le sorelle pettinarsi ridendo, le zie che lo carezzavano insistentemente non curandosi dei gesti di insofferenza manifesta, Anna la cameriera che lo svestiva prima di metterlo a letto.
Aveva sempre ricordato con assoluta precisione l’arredamento della casa, le foto giallastre alle pareti, tutti quegli uomini con baffi all’insù e lo sguardo deciso,sprezzante, le donne infagottate in merletti e pizzi, il mobile con la radio a valvola e il bar al suo interno sempre fornito di rosoli vari, le poltrone e i tavoli che spesso vedeva ricoperti da bianche lenzuola spettrali.
Ancora ,anni dopo, preferiva trascorre i suoi pomeriggi chiuso in casa, ascoltando le chiacchiere all’ora del the o sfogliando vecchi album di foto che sistemava ordinatamente senza quasi toccare la carta con quei volti impressi che sembrava lo guardassero con ironia.
Apre la porta della stanza dell’albergo in cui ha preso alloggio.
Entra guardando con attenzione tutti gli angoli, sistema con la mano la coperta del letto che ha una piega irriverente, posa la valigia accanto all’armadio.
Quel numero poi, è sempre stato presente negli anni (quanti ? Non se ne ricorda più, in fondo non gli è mai interessato di quanti fossero), sempre quel numero a riempirgli la mente, ogni cosa fatta, ogni evento lo riportava a lui, sempre lo stesso numero.
Ora sa esattamente cosa fare.
Tutto si sta chiarendo da solo, la nebbia si dirada, accenna un sorriso al pensiero della nebbia che si attenua lasciando intravedere un paesaggio anonimo.
Aveva sempre pensato alle donne paragonandole alle foto ingiallite degli album che sfogliava nei lunghi pomeriggi solitari. Lo meravigliava la mancanza di colore, lui che vedeva tutto in grigio si stupiva che non ci fosse un blu, un verde, un rosso. Il rosso era indubbiamente il colore che avrebbe preferito vedere a colorare i volti di quelle donne. Sorride ancora, stavolta con più convinzione.
Apre la valigia,la svuota e sistema il contenuto sul letto, accarezzando ogni oggetto prima di posarlo con una attenzione amorevole.
Ora sa esattamente cosa fare.
Perché, allora, il caso gli aveva assegnato la stanza n.3 di quell’albergo se non per fare quello che aveva deciso?
Tre erano state le sue zie, così come le sue sorelle, per tre volte Anna la cameriera con il volto segaligno si era liberata dei suoi vestiti dopo averlo messo a letto e gli aveva provocato un misto di strana ebbrezza e di vergogna prima di essere licenziata, tre erano state le sue compagne del liceo che lo avevano rifiutato ridendo Ora ha tutto chiaro, ora sa esattamente cosa fare.
Prende con calma il coltello ricurvo, srotola la corda di nylon tenuta alle due estremità da impugnature in legno che aveva adattato con precisione, accarezza il lungo punteruolo che luccica illuminato da un riflesso di luce tardo pomeridiana che entra dalla finestra.
Ha studiato bene l’albergo e le persone che vi si trovano.
Scende le scale con flemma.
Va diritto verso la sala ristorante, a quest’ora la vecchia signora di Torino che passa qui le sue vacanze sta già leggendo il menù della sera.
Non si accorge neppure della presenza alle sue spalle, resta immobile con la gola squarciata da un rosso sorriso, ancora indecisa su cosa ordinare.
Ora va verso il bar, quella ragazza dal chiacchiericcio petulante sembra avere la risata irriverente delle sue sorelle.
Non appena il  barista si gira andando nel retro a prendere la bottiglia che ha richiesto, il balenio del punteruolo si spegne entrando nell’occhio destro della ragazza, mentre una chiazza rossa colora il volto pallido.
Sale lesto le scale, “ avevo ragione” dice fra sé e sé “ il rosso è un bel colore per il volto delle donne”.
Cerca la cameriera del piano, il filo di nylon teso fra le mani, la vede davanti a sé.
Ha un viso schiacciato, un grembiule a righe, un vassoio sotto il braccio.
E' l'ultima donna di questa storia.