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 Una sola cosa restava da fare

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Giampiero Pieri
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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MessaggioTitolo: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime21/3/2009, 00:13


La busta era appoggiata sul tavolino della sala.
Non aveva alcuna attrattiva particolare, nulla che la distinguesse dalle tante che venivano consegnate in quel periodo prenatalizio.
Le regalò uno sguardo distratto, ripromettendosi di aprirla dopo; in quel momento, aveva solo voglia di gettarsi sotto una doccia bollente, per sciogliere il freddo che continuava a farla tremare, assieme alla tensione accumulata durante le ore di lavoro.
Solitamente impiegava pochi minuti, ma quella sera no, la prese con calma, quasi sentisse che doveva prima gettare via i pensieri del giorno prima di farsi ingravidare da quelli della sera.
Si lavò i capelli accuratamente, si mise l’impacco e mentre aspettava il tempo necessario alla cura ricostituente, si frizionò vigorosamente il corpo con la crema al rosmarino comprata al pomeriggio.
Quindi si asciugò i capelli, decidendo di lasciare i riccioli liberi e di non fare toccare loro alcuna spazzola.
Uscì dal bagno, non prima di aver passato lo straccio sulle piastrelle goccianti vapore.
Quella sera, avrebbe cenato con una tazza di caffèlatte e qualche biscotto: non c’era nessuno a casa, poteva permettersi di mangiare come avrebbe desiderato fare ogni sera.
Si infilò il pigiama di pile, un paio di calzettoni e andò in cucina.
Passando davanti al tavolino, prese in mano la busta.
La girò e sorrise, nel vedere il mittente: solamente il nome e il cognome, nessun indirizzo.
Pensò che se fosse andata smarrita nei tanti sacchi delle poste italiane, lui non l’avrebbe mai ricevuta indietro e lei non avrebbe mai saputo del pensiero che aveva avuto.
La aprì, delicatamente, per non rovinarla.
Sapeva, nel momento in cui aveva visto il nome di lui, in alto, e il suo, in basso a destra, vergato con grafia nervosa e appuntita, che anche la busta era una preziosità che avrebbe conservato a lungo.
Il libro aveva una copertina lucida, con un’immagine al centro anch’essa scura: perfette entrambe, per le parole che sapeva già contenere.
Aprì il libro, compiacendosi del titolo.
Le parole che arrivarono, la rimandarono immediatamente indietro coi pensieri: non era più là, in quel momento, col suo stupido pigiama di pile rosa e i calzettoni.
Le mancò il fiato e dovette sedersi sul divano.
Lesse e lesse e rilesse ancora le lettere appuntite che riportavano il suo nome e un ringraziamento.
Una goccia di sale si cristallizzò sulle ciglia, lei le ordinò di non scendere giù, sul petto, perché lo avrebbe squarciato e le avrebbe macchiato per sempre il suo buffo pigiama.
Si chiese perché.
Non era necessaria una nuova menzogna; anche se ci aveva fatto l’abitudine, facevano sempre male.
Eppure era lì, davanti ai suoi occhi, le urlava contro una verità nella quale avrebbe voluto credere con tutta se stessa, per dirsi che quanto era successo aveva avuto un senso.
Il senso di dimenticarsi.
Il senso di non ricordarsi di sé.
Il senso di non appartenersi più.
La verità era stata schivata ancora una volta.
Non era mai stata la protagonista delle sue menzogne, solamente la beneficiaria, colei che le aveva accolte, ne aveva pianto e le aveva dimenticate, non perdendo mai la speranza di sentire, un giorno, la verità.
Avrebbe fatto altrettanto male o l’avrebbe ascoltata diversamente?
Perché quelle parole adesso, ora, non le voleva leggere, non voleva immaginare la sua mano mentre le scriveva.
Invece lo vedeva: la ruga che tagliava in mezzo la fronte, gli occhi mobili, le labbra sottili e tirate.
La camicia un po’ grande, una giacca non riempita del tutto, una cravatta col nodo perfetto.
Sì, era perfetto, ne era certa, non era raffazzonato alla meno peggio.
Strinse gli occhi, per scacciare ciò che vedeva nitidamente, quasi il tempo si fosse fermato a un pomeriggio profumato.
L’unico profumo che sentiva in quel momento, era l’aroma di rosmarino che la sua pelle calda trasudava.
Restò a lungo con gli occhi chiusi.
Poi si alzò.
Andò in cucina, preparò il caffè, scaldò il latte e cenò, sola coi suoi pensieri.
Il libro abbandonato sul divano.
Una sola cosa restava da fare.
E fu la cosa giusta.

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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime21/3/2009, 07:51

Daniela Micheli ha scritto:

La busta era appoggiata sul tavolino della sala.

[ ....]

Il libro abbandonato sul divano.
Una sola cosa restava da fare.
E fu la cosa giusta.


mi arriva una circolarità sicuramente spontanea che, nonostante il finale riamnga aperto, fa del pezzo uno scritto concluso perché racchiude un crescendo di sentimenti che suggerisce alla protagonista la cosa giusta da fare. Le parole, sempre loro, sono le coprotagoniste, a tutti i livelli.
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime21/3/2009, 08:45

Oddio, questa conclusione arriva ineluttabile e drastica.
Non capisco bene però se con la sola cosa da fare, quella giusta, si alluda ad un colpo di spugna sul passato, per dare inizio a una nuova vita, o al contrario...
Propendo per la prima... ? vero?
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime21/3/2009, 08:56

Grazie dei vostri passaggi.
Il finale non ci può essere oppure ce ne possono essere tanti e tutti diversi.
Magari la mia amica ha acceso il computer e...
Ma questa è un'altra storia Smile

Buona giornata.
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime21/3/2009, 09:12

infatti... anche se l'inquietudine di Piero può essere giusta, è il tono che mi commuove e chiude su una sicurezza sentita che è forte.
Se posso votare: scelgo il computer, le parole, sempre loro, sono dannazione e forza insieme.

Buona giornata anche da me, a te, a chi passa e passerà.


*************
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime21/3/2009, 18:37

Prosa sciolta e parole nitide a tratteggiare il brano.
E l'emozione mi raggiunge fermando l'attimo, quell'attimo racchiuso in una lacrima trattenuta.
Molto bella, Daniela.
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 11:35

La Mar ha scritto:
infatti... anche se l'inquietudine di Piero può essere giusta, è il tono che mi commuove e chiude su una sicurezza sentita che è forte.
Se posso votare: scelgo il computer, le parole, sempre loro, sono dannazione e forza insieme.

Buona giornata anche da me, a te, a chi passa e passerà.


*************
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certo, scegliere il computer per relazionarsi è sempre meno impegnativo che un vis to vis, vero?
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 11:58

Bisogna lavorare sul contenuto.

Io avrei lavorato sul bagno, non sulla doccia, e avrei collegato passi del libro alle sensazioni che si provano nell'acqua.

Avrei letto quel libro con rimandi in flasback alle sensazioni delle minuscole onde di un bagno. La doccia è sempre uno schiaffo, eventualmente avrei messo insieme le parole alle gocce.

Oggi sono un po' Rett Butler...
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 12:02

Ciao Rett, un piacere rileggerti, ma più che Rossella mi sento molto Catherine Tramell, sicura che non avrai bisogno di gogglare per capirmi.
Besos

(bella idea che mi hai dato, impossibile però fare un transfer come da te suggerito su quel libro. un'altra storia, magari)
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 12:06

se hai un punteruolo da ghiaccio ....
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 12:07

più di uno, mio caro, di diverse misure Smile
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 12:08

allora basta che scordi le mutande e il gioco è fatto.
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 12:10

ma asserito che le porto Molto felice

ma ricordo male o tu ne hai già scritto di punteruoli e affini e di istinti di base?
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime22/3/2009, 12:58

Musa ha scritto:
Prosa sciolta e parole nitide a tratteggiare il brano.
E l'emozione mi raggiunge fermando l'attimo, quell'attimo racchiuso in una lacrima trattenuta.
Molto bella, Daniela.

emozione sì, ma poi stemperata in rabbia.
si piange per dolore ma si piange anche per rabbia e, credimi, è quella che aiuta, alla fine
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime23/3/2009, 16:30

Citazione :
Una sola cosa restava da fare.
E fu la cosa giusta.

mi ero persa questa bellissima pagina, che forza sei quando scrivi ...
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime23/3/2009, 18:30

bellissima pagina.
breve ma che rimanda a infinite interpretazioni.
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime23/3/2009, 20:54

Una sola cosa restava da fare: invocare l'oblio.

____nat
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MessaggioTitolo: Re: Una sola cosa restava da fare   Una sola cosa restava da fare Icon_minitime23/3/2009, 22:34

Daniela Micheli ha scritto:
La Mar ha scritto:
infatti... anche se l'inquietudine di Piero può essere giusta, è il tono che mi commuove e chiude su una sicurezza sentita che è forte.
Se posso votare: scelgo il computer, le parole, sempre loro, sono dannazione e forza insieme.

Buona giornata anche da me, a te, a chi passa e passerà.


*************
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certo, scegliere il computer per relazionarsi è sempre meno impegnativo che un vis to vis, vero?

sicuramente, anche se non la prediligo, è una modalità meno impegnativa ma io forse avevo capito male... dopo aver letto la tua risposta al commento di G&F ho pensato ti riferissi alla scrittura come via di salvazione (per la protagonista).
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