Che fai? Ti guardi attorno, è ovvio.
Ricordo uno slogan di Microsoft: "Where you want to go today?" Cazzo ne so, dove capita.
Esco di casa, senza una meta precisa. Però son bellino. Abito da fighetto, camicia a microquadrettini, cravatta di Marinella, seta pesante non quella foulard che va bene per gli scappati di casa, scarpe in stile inglese, ma fatte in Italia, da operai cingalesi, con cuoio africano, e cuciture in filo di non sò dove.
Trench di Ralph Lauren, una linea che si chiama CHAPS, un segnale, senza dubbio.
A due passi la BaselMesse, la fiera di Basilea.
C'è una cosa che si chiama BaselWorld, mostra mercato di orologi e gioelli.
Mi frega? No.
Passeggio con nonchalance verso Clarastrasse, senza meta.
A che mi serve una meta?
Mi passa davanti una tizia. Cioè una gnocca. Ma poderosamente gnocca.
E' vestita con un tailleur tipo hostess, potrebbe benissimo lavorare per Lufthansa.
Realizzo al volo che è una di quelle simpatiche signorine che stanno negli stand a frantumarsi i maroni tutto il giorno, distribuendo depliants e sorridendo anche se avrebbero voglia di strozzare i rompiballe che si prensentano.
La seguo? Ma sì, seguiamola.
Con meno di trenta passi arrivo all'ingresso.
Intanto osservo, da dietro, la Lufthansa girl.
Corpo minuto, curve giuste, anzi, con delle curve in posti dove altre donne non hanno neppure i posti.
Istintivamente la seguo.
Ci sono due grandi banconi. Uno dice "Visitors", l'altro "Crew".
Ma sarò mica un Visitor? Quelli si mangiavano i topolini, me lo ricordo quel telefilm.
No, deciso. Crew.
Ho in mano la mia Moleskine in cuoio, una penna Montblanc, e un piglio deciso.
Sorrido all'addetto alla sorveglianza.
Lui sorride a me.
Con un ampio gesto del braccio mi fa cenno di accomodarmi.
Non mi chiede nulla. Si vede che l'aria da pirla che ho sù oggi gli basta.
Entro in questo mondo bizzarro e fantastico.
Ho perso di vista quello splendido culo, ma non importa, c'è pieno qui di culi.
Una hostess (si offende se la chiamo così?) mi porge una cartelletta con su scritto, pomposamente, "Press Pack".
Devono avermi preso per un giornalista.
Bene, ho capito il trucco. Entri con sicumera, prendi la prima cartelletta che ti porgono e sei automaticamente del giro.
Non ho capito bene dove sono finito, ma dagli stand che vedo mi pare di capire.
Gioielli, a frotte.
Orologi, come se piovesse.
Poi dicono che ci sia la crisi? Ma dove?
Diamanti grossi come uova di struzzo, arabi vestiti da arabi che passeggiano con l'aria di chi dice. "Celo, manca, celo, celo, manca".
Inevitabilmente, ci sono aziende italiane che espongono qui.
Senza proferir verbo, osservo, come interessato.
In realtà mi stupisce questo spreco globale di risorse, ma tant'è, sono qui, mi adeguo.
Davanti allo stand di un'azienda veneta (lo capisco perchè c'è scritto Vicenza, da qualche parte), mi si avvicina un tizio.
Scarpe di legno, tutto azzimato e impomatato, cravatta di un giallo da fare invidia alla signora Fletcher e fare mellifluo.
Senza preoccuparsi della lingua mi chiede, candidamente: "Lei è del settore?".
Preso alla sprovvista e non sapendo cosa rispondere, replico:"Sì, abito a due isolati da qui".
"No, intendevo, del settore dei gioielli".
"Ah, quel settore... No, vede il Press Pack, giornalista".
Mento spudoratamente, ma chi non lo farebbe oggi?
Il tizio mi invita a visitare lo stand, va bene, facciamolo.
Collane, bracciali, anelli. Oro a chili e pietre preziose più numerose dei piccioni in piazza San Marco.
Mi offrono da bere, delle inquietanti tartine ultralucide. Consumo. Tanto è gratis, sono giornalista no?
Alla fine mi riempiono di depliant e brochure e si raccomandano:"Scriva bene di noi sul suo giornale".
Certo. Lo sto facendo.
Mi incammino verso la Diamond Hall.
Qui ci sono i diamanti. Mica pizze e fichi.
Diamonds!
Inutile dire che la mia cartelletta "Press" mi apre ogni porta.
Area sotto stretto controllo. Dicono.
Le hostess, quelle dal culo bello, sono presenti a frotte.
Sorridono. Io sorrido a loro.
Però mangiano. Ma come se mangiano. Sembra una mandria di gnu prima della transumanza.
Sarà perchè è gratis.
Tutte le volte che una cosa è gratis sparisce, mai notato?
Comunque sono curioso e voglio vedere i diamanti. Mi affascinano, da quando ho visto al cinema "La Pantera Rosa".
L'area è affollata da discreti asini, voglio dire, gente che guarda, fa "Hooooo" come i piccioni, e dalle parole che dicono si capisce che sono li per stupirsi.
Come da copione ogni angolo è protetto dai gorilla. Quelli della security.
Altezza media 1,90, faccia truce, muscoli degni di Rambo e auricolare con la spiralina.
Very professional.
Guardo una vetrinetta con dei diamanti grezzi.
Belli. Insomma. Carini. No dai, sembrano pezzi di pietre di fiume.
Avranno il loro fascino. Che mi sfugge.
Mi guardo attorno. Gli gnu mangiano, gli asini chiaccherano, i gorilla sorvegliano.
Ma non è che per caso ho sbagliato posto e seguendo un culo mi sono ritrovato allo zoo?