IL FARO

Caro Nuccio,
proprio perché perseguo le affinità elettive, sin dall'inizio non ho ritenuto credibile il tuo finale originario ( che comunque per me può benissimo essere conclusivo). Ripeto: è troppo improbabile un incontro ben assortito (almeno quanto basta a ritornare al faro allacciati) tra due individui in una situazione come da te descritta, senza che il tutto non risulti decisamente troppo "rosa" rispetto alla parte che lo precede e che invece può vantare un'ottima misura.
Lo spirito dunque è stato colto fin dall'inizio ma non l'ho giudicato probabile. Poi, la mia è solo la mia opinione, ma di questo siamo chiamati qui a produrre.

"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

Alessandra, grazie della tua lettura e ri-lettura !
Contento di avere suscitato vibrazioni positive !

Si trova molta poesia in questa prosa. Mi hai fatto sospirare..

Ciao Sue, ben ritrovata !
" .....Valentina appoggiando il mento sulla sua spalla aveva sospirato guardando il tramonto che pennellava di striature arancioni l’azzurro del mare."

Grazie del tuo sospiro.

Ciao Nuccio!!
Sì, il sospiro era proprio quello lì... devo trovare (solo) una spalla su cui appoggiarlo..
Grazie per il ben ritrovata.. mi ero persa un po' anch'io... (e grazie dei fior.... )

Ah, meraviglia! Ci voglio andare io un po' su quell'isolotto!
Quand'è che quei due levano le tende?
Coinvolgente, Nuccio, tanto.
P.S. Naturalmente se si avvicinasse un bel fotografo pure io lo punterei...con un fucile!
Voglio stare sola quassù, ecchecavolo un po' di paceeeeeee!!!!

“Una serie di clic clic lo aveva fatto girare di scatto.” Questa mi ha fatto sorridere involontariamente (perché un clic è uno scatto, se vogliamo)
"Ma una mattina che Valentina lo aveva guardato scuotendo la testa dopo essersi tolta il cappellaccio che la proteggeva dal sole cocente." (questa pare congegnata strana, col punto finale: si collega a stento con la frase appresso. Magari c’è solo un che di troppo)

Bella scrittura: lascia quasi trasparire un’indole, l’indole che immediatamente il lettore è portato a trasferire dalla scrittura all’autore o al suo alter ego protagonista.
E’ una scrittura (o un’indole) posata, smaliziata e che ha smesso (se mai praticate) impennate emotive. E che tuttavia vive una turbolenza mediata, e si abbandona a un sogno (non una chimera, però), a un’idea romantica (quasi per eccellenza), a una proiezione di sé nella quale si compia ciò che compiersi non può nella vita che scorre, se non per un attimo. Lo scoglio agisce da luogo ideale perché l’attimo si dilati, perché l’idea si faccia tangibile, perché un’inclinazione si perfezioni .
Isolani, solitari, eterei, ideali: a volte lo siamo un po’ tutti, ma è indubbio che esista un’estetica del sé (vedi: “era un uomo piacente, [...] aveva sempre un buon odore di pulito [...] gli occhiali leggeri gli davano un’aria mite e quando leggeva o scriveva assumeva un aspetto ancora più interessante”), la quale ci riporta al concreto – per quanto romantico, naturale e innato – e dunque allo spendibile. E questo il racconto lo dice con amabile onestà.
In tal senso e dopo aver letto i commenti di Turi e Rosalba, secondo me la trama può fermarsi dove si ferma. Cioè nel momento in cui la vanità, assunti connotati di insolita purezza e positività, trionfa.
Per me, super.
Non è da escludere, Nuccio, che io mi sia spinto un po' troppo nell'interpretazione. Casomai mi correggerai.

Grazie Rubinia, sono contento di essere riuscito a " coinvolgere" anche te !

Caro Gibbì, le tue frequentazioni con Turi mi preoccupano (positivamente). Hai " fotografato" con acume alcuni momenti essenziali, con una analisi lucida del senso del racconto.
E' vero le impennate emotive erano molto più frequenti qualche anno fa, anche se spesso si ripresentano.
Il sogno fa parte di me e talora cerco di realizzare ciò che sento, viaggiando, scrivendo, conoscendo.
Mi ritrovo nella tua interpretazione.
Grazie

Nuccio ha scritto:

Alessandra, grazie della tua lettura e ri-lettura !
Contento di avere suscitato vibrazioni positive !

... mi piace questo respiro che emana,
come aver piacere scrollando di dosso
leggermente.