l'inganno del sangue (così ingannammo tutti)

Io e Rhiana…due persone immonde, ciniche, abbandonate, traditrici, ferite fino all’osso dell’anima.
Seppur appartenenti a due culture diverse, a due religioni che si riempiono la bocca d’amore ed altre bellissime parole messe lì come diamanti a luccicare, ci accumuna il disprezzo verso gli uomini; non importa se indossino il turbante, giacca e cravatta, se vadano in giro con una folta barba ispida o se si radano giornalmente.
Il loro unico comportamento nei nostri confronti perpetrato anche a migliaia di chilometri di distanza, è stato di emarginazione; ad una precoce morte ci hanno condannati ogni qualvolta ci levavamo in sogno.
Rhiana…gli occhi dannati di fame, di verginità, di preghiera.
Io… gli occhi dannati dalla solitudine, dall’alcol, dall’amore.
Spesso la incrociavo, sempre assieme alla madre e alla sorella minore; lei nascondeva il viso in dei bellissimi jilbad di seta; non poteva rischiare di essere vista mentre mi fissava, così, ci rubavamo a testa bassa gli sguardi, di più, ci strappavamo la passione, la carne, il desiderio.
Trovammo un modo per incontrarci: quattro, cinque volte al mese, e così andò avanti per circa un anno.
Le case abbandonate, i cantieri dei palazzi in costruzione, i cespugli della chiesa all’aperto, diventavano i nostri angoli d’amore e di vita, i giacigli degli inganni e della menzogna.
Chissà in quei momenti quale Dio ci stesse osservando, se fomentava d’ira le fiamme dell’inferno dove certamente avremmo bruciato, o piuttosto si riempiva come di vento una vela in pieno mare, di perdono e misericordia.
Fu il padre un pomeriggio a sorprenderci mentre stavamo abbracciati; eravamo avvolti nel nostro lenzuolo di male; eravamo pietrificati.
Iniziò ad inveire, ad urlare parole un po’ in italiano, a volte in un’incomprensibile lingua, a dare della puttana alla figlia.
Si scagliò contro di lei cercando di picchiarla; da come sbraitava si direbbe un uomo forte e sicuro di sé, ma quella volta la mia mano era più forte della sua, placcandola non appena cercava di avventarsi su Rhiana per colpirla.
Mentendo, dice al padre che non mi si era mai concessa, che soltanto quel piccolo abbraccio a cui aveva appena assistito, era stato l’unico nostro contatto fisico.
L’uomo pareva calmarsi, ma continuava a minacciarmi di farmene pentire amaramente se non avessi passato il resto della mia vita con Rhiana.
Nei giorni che passavano, sempre più si avvicinava il momento in cui Rhiana avrebbe dovuto dare prova della sua verginità.
Dopo la prima notte trascorsa insieme, sarebbero entrate nella stanza due donne, a constatare come il bianco lenzuolo di pizzo si fosse tinto della purezza di Rhiana; ma la sua rosa di sangue ci aveva già tradito mesi addietro, prematuramente raccolta.
Non fu certo questo a scoraggiarci né a spaventarci: lei infatti portava i capelli ordinatamente sistemati su entrambi i lati del capo da due semplici fermagli di forma allungata, leggermente ricurvi, color verde mare ed in ognuno, sporgente, una punta di diamante che mi spiegò essere tradizione, indossare.
Ogni ragazza acconciava i capelli in quel modo la prima notte d’amore col suo uomo.
Il taglio degli occhi affusolato veniva messo ancora più in risalto, cosi come la pelle olivastra, dall’ombretto color oro.
Con la punta dei minuscoli diamanti, non fu difficile pungerci i polpastrelli; le punsi il suo; lei fece un brevissimo ghigno di dolore;
appena lei punse me, trattenni una risata denigratoria.
Quando uscimmo, ci rendemmo conto di come la loro cattiveria (era il solo aspetto che conoscevamo delle persone), andasse di pari passo con la loro ottusa stupidità; nessuno, neanche le due donne, si accorsero dell’inganno del sangue.
Per quanto ci riguarda, a trionfare quella volta, era stata la giustizia e l’amore.

Anche nel sud Italia anni fa avevano questi accorgimenti, magari anche più sofisticati
Bella pagina!

padre e padrone
di come le figlie femmine non siano che "dominio" e scambio
da uomo a uomo, ovvero da padre a marito.
Non è nemmeno tanto cambiata da ciò che si sente.

bello il pezzo,
ciao

grazie ragazze. quello che mi premeva di piu in questo pezzo era di mettere in risalto come anche chi è ai margini ( come me e Rhiana) trova una propria dimensione, magari cinica, una proprio modo di vivere l'amore.
se conoscete "il blasfemo" di De Andrè, ecco i personaggi hanno lo stesso disprezzo del blasfemo nei confronti della religione.

Sono rimasta colpita dal'inizio, da come descrivi le due persone e come, malgrado le loro differenze, riescano ad andare avanti nel loro comune disprezzo verso gli uomini.

Piaciuta.

grazie salmace. cosa t ha colpito della parte descrittiva, piu in particolare?

Io e Rhiana…due persone immonde, ciniche, abbandonate, traditrici, ferite fino all’osso dell’anima.
Seppur appartenenti a due culture diverse, a due religioni che si riempiono la bocca d’amore ed altre bellissime parole messe lì come diamanti a luccicare, ci accumuna il disprezzo verso gli uomini; non importa se indossino il turbante, giacca e cravatta, se vadano in giro con una folta barba ispida o se si radano giornalmente.
Il loro unico comportamento nei nostri confronti perpetrato anche a migliaia di chilometri di distanza, è stato di emarginazione; ad una precoce morte ci hanno condannati ogni qualvolta ci levavamo in sogno.

Come due persone completamente diverse che si ritrovano in una comunione così pesante.
E interessante anche come lo dici.

ok...credo di aver capito allora :-)

forse cinico è chi abbandona l'esistenza, di uomo o donna che sia, alla ottusità della legge.

in questo caso si parla della legge del sangue,
ma forse si tratta di un ennesimo inganno perpetrato sul più debole,

e chi non lo è se viene ridotto a testimoniarsi con ciò che di più ambiguo e sfuggente, rappresenta la vita e la morte di tutti noi: questo, il sangue, è stato usato per scrivere le più disparate storie.

in questa, i due protagonisti, che sono anche amanti per quell'ottusa legge,
vogliono sopravvivere - l'unica speranza di sopravvivenza è ingannare a loro volta -
vogliono sopravvivere a chi è accecato da quel rosso.

si, anche i protagonisti hanno le loro leggi di inganno e di sangue, che credo siano una risp a quelle ancora piu crudeli, perche perpetrate da un grande numero di persone, vale a dire dalla maggioranza.

Giulietta e Romeo vivono ancora, non sempre l'inganno d'amore è possibile e i giornali ne sono la testimonianza.
Quanti secoli dovranno ancora passare perchè l'amore di un momento o di una vita possa vivere senza angoscie?

non so se finiscono sempre così storie del genere
però mi piace leggerle

non mi sono piaciuti molto i troppi puntini di sospensione............

Gae

le fine delle storie nn sempre devono essere prettamente realistiche, a volte possono anche essere un tantino forzate pur di far giungere il messaggio.
in questo caso pero mi è piaciuto immagginare la rivincita di due innocenti innamorati.
faro pi uattenzione ai puntini grazie :-)

mah...un'amore senza angosce è bello da sognare, ma è difficile che si raggiunga; ma cerchiamolo comunque :-)

ilgalante ha scritto:

le fine delle storie nn sempre devono essere prettamente realistiche, a volte possono anche essere un tantino forzate pur di far giungere il messaggio.
in questo caso pero mi è piaciuto immagginare la rivincita di due innocenti innamorati.
faro pi uattenzione ai puntini grazie :-)

mah...un'amore senza angosce è bello da sognare, ma è difficile che si raggiunga; ma cerchiamolo comunque :-)

giusto!
anche io, come Gaetano/Anam, non sono un'amante spassionata dei puntini di sospensione ma la tua pagina mi è piaciuta.
ciao Galante

grazie admin; ok farò più attenzione ai puntini....................................;-)

Sorrido, Galante, li uso spesso anche io, nei commenti ad esempio ne uso e abuso ma nelle pagine cerco di evitarli: mi danno ansia )))
BEsos

a me invece danno il senso di qualcosa in sospeso, lasciato piu alla fantasia del lettore piuttosto che al percorso delineato da chi scrive.