DIRE O NON DIRE? - NUCCIO PEPE

Seduta al primo banco, ci separa una sola fila ma sembra un oceano.
Gli sguardi si rincorrono, i sorrisi sono sempre più frequenti.
Diavolo quel Venditti deve essere alle mie spalle, con le sue canzoni riesce a dipingere tutto quello che vediamo, che facciamo.
Cambiano i nomi ma c’è una Sara in classe, c’è una Lilly, c’è il mio amore segreto del primo banco, la più carina, ma, mi dispiace Antonello, non la più cretina, ci sono le assemblee, i dibattiti, i cineforum.
Ritorno a guardare il profilo di Daniela, le sue labbra, il suo piccolo seno, le sue mani pallide.
Si sente osservata,chinando leggermente il capo ricambia il sorriso.
Ah …Paolo e Francesca ma chi ne parlava ?
Dante ? Venditti ?
Mi si confondono le idee guardando il suo dolce viso, una voce arriva da lontano “ il paradigma verbale….”
Vorrei che le ore non passassero mai, il suono della campanella mi disturba.
Cosa darei per un’ora con lei, e sono certo anche lei lo vorrebbe ma per qualcosa di strano, di misterioso continuiamo ad avvilupparci in questo gioco di sguardi, di mani toccate fugacemente, di baci dati sempre al limite delle labbra dell’altro.
E’ stato così dal primo giorno.
Una cosa istintiva, le frasi scritte sul diario, le domande sulle “ altre”, sul suo ragazzo. I sorrisi !
Scaldano il cuore anche al solo ricordo. Accontentarsi di un sorriso.
Non c’è mai stato un appuntamento, un incontro più o meno clandestino. Nessuno dei due lo ha mai chiesto all’altro, va bene così ?
Forse.
Ripenso al disco che mi ha regalato per il mio compleanno, il singolo “ Angie” dei mitici Rolling Stones , quelle labbra in copertina mi turbano, non posso fare a meno di completare idealmente un volto: il suo sempre e solamente il suo.
Chi di noi ha sempre e solo avuto certezze?
Chi non si è mai fermato, per una volta, a pensare se ciò che stava facendo era giusto?
E’ giusto non dirlo ? E’ giusto far pensare, suscitare emozioni incompiute ?
Il nostro è il racconto di una trama sospesa in un dubbio, in un’incertezza, un tentativo mai portato a compimento.
Il perché ? Non saprei.
Sì ne sono innamorato, ma è un amore pensato, non confessato, …
” la figura esce dallo spazio…” la voce della prof di arte arriva stridula al mio fianco e mi fa sobbalzare.
Sospiro e la docente si illude che sia la Venere di Milo ad ispirarmi così profondamente.
No, non avrò mai il coraggio di dirle qualcosa su di noi, il perché non lo so ma va bene così.
L’ultima campana, ancora Venditti, ma la sua era la prima di campana, ci alziamo.
Un pensiero mi attanaglia improvviso: sono le ultime settimane  che passeremo vicini,a guardarci, a sfiorarci; mi soffermo accanto a lei, le prendo la mano stringendola leggermente ma più a lungo del solito, il suo bacio questa volta si ferma sulle mie labbra.
Ci guardiamo intensamente, il tempo sembra quasi fermarsi, le voci intorno a noi sembrano  provenire ovattate da un altro luogo, le figure sbiadiscono all’improvviso.
Dire o non dire ?
Le parole sembrano voler sgorgare all’improvviso dalle labbra socchiuse, gli occhi invitano a rivelare, finalmente, tutto il non detto, la pelle freme. Un istante, un minuto, un’ora, il tempo non ha più importanza. Non c’è più niente intorno a noi, solo un vortice leggero che quasi inebria.
Il dubbio mi attanaglia, un crampo allo stomaco, la testa che gira.
All’improvviso tutto finisce. Non ci siamo detti nulla, chissà se lo rimpiangeremo,
Usciamo, la vedo volteggiare allegra come sempre verso il suo amore.
Il mio sguardo la segue finchè Anna mi prende per mano e baciandomi mi sussurra:
“ Perché mi guardi così ? ”
"Stavo pensando di regalarti nuovo disco di Venditti, c’è tutto lì dentro"
" Tutto ?"
Ci allontaniamo lungo il viale.