DIECI DOMANDE AL SIGNOR PAPERON DE PAPERONI - MARIO MALGIERI

Editoriale da “La Gazzetta di Paperopoli”

Dieci domande al Signor Paperon de Paperoni

Egregio signor Paperon de Paperoni, non v’è dubbio che nella comunità di Paperopoli Lei, pur non rivestendo alcuna carica ufficiale, è la personalità di maggior spicco e di maggior influenza, colui al quale tutti i nostri pulcini, da quando escono dall’uovo, guardano come esempio di papero di successo.
Persino all’estero Lei è popolare, ammirato e imitato, tanto che si vocifera di un eminente uomo d’affari e capo di governo che tiene la Sua effige appesa in ognuna delle molte camere da letto e non prende alcuna importante decisione prima di aver consultato la raccolta completa delle di Lei imprese, rilegata in finissima pelle di Dodo estinto.
Ma negli ultimi tempi su di Lei e sulle sue ricchezze si sono addensate molte ombre, che non ha voluto o saputo dissipare con semplici e chiare spiegazioni. Eppure Lei è troppo scaltro per non comprendere che le ombre traggono linfa e corpo da un ostinato silenzio.
E’ dunque nel suo interesse che la invitiamo a rispondere alle dieci domande che tormentano i sonni della nostra comunità, divisa tra chi la considera ancora il faro che illumina e orienta scelte e comportamenti, e coloro i quali invece sostengono sia giunto il momento di aprire le finestre e fare circolare aria nuova, visto che la vecchia appare viziata e pregna di miasmi non più sopportabili.

- E’ sotto gli occhi di ogni pennuto che il suo deposito blindato e la collina dove sorge siano il suo regno nel quale, di fatto, Lei si comporta in tutto e per tutto come un signore feudale.
Si dice che tutto ciò risalga al suo antenato Angus McPaper, sbarcato con altri Quaquaccheri sul continente americano. Secondo alcuni storici, egli usò tutto il suo peso economico per corrompere il fondatore e governatore di Fort Paper, Clinton Coot, in modo che promulgasse la legge delle Quaquarentige, una legge ad personam  per assicurare l’extraterritorialità della collina dove ora sorge il suo deposito. Di fatto, essa garantisce pure l’impunità dalle leggi locali.
Ci può chiarire questa oscura pagina della storia di Paperopoli?

- Le biografie autorizzate fanno risalire l’origine delle sue fortune personali alla sua abilità di minatore durante la corsa all’oro nel Klondike, dove giunse pagandosi il passaggio sul battello come cantante di piano-bar.
Ora una nuova ricerca della prestigiosa Columbus’s Egg University contesta questa versione.
E’ vero che in realtà Lei trascorse tutto il suo tempo nei peggiori saloon di Dowson e l’unica pepita che abbia mai avuto tra le mani, la mitica “uovo d’anatra”, fu da Lei vinta barando a scalaQuaranta?

- Quella pepita giustificherebbe comunque l’inizio della sua ricchezza, se non fosse che Lei non riportò a Paperopoli il becco di un Quattrino.
E’ vero che Lei sperperò tutto il ricavato della vendita della pepita con pennute di dubbia moralità, tra le quali una certa Doretta Doremì, di professione Cocotte e cantante di saloon?

- Sempre a proposito dei suoi trascorsi a Dowson, allora terra senza legge, è accertato che lì diventò amico di un certo Pycio Galli, personaggio che in seguito assurgerà all’onore delle cronache perché coinvolto in numerosi scandali finanziari internazionali.
E’ vero che Lei conserva ancora la tessera d’affiliazione al nido massonico Paper2 di cui questo signor Galli era Gran Papermastro?

- Analizzando le origini della sua fortuna, lo studio della  Columbus’s Egg University cita la recente confessione di una pentita, tale maga Amelia da Benevento. Essa afferma che da Dowson Lei si recò a Napoli per stringere rapporti con esponenti della Quamorra Organizzata e fu appunto riciclando a Paperopoli i loro ingenti capitali che Lei iniziò a gettare le fondamenta del suo deposito e dei suoi affari immobiliari.
Può affermare che quella confessione sia totalmente falsa?

- Lei ha fatto della lotta al crimine un suo vessillo. In effetti non ha mai risparmiato energie per combattere la banda Bassotti ma proprio a questo proposito si è notato qualcosa di curioso.
Nessuno dei piani dei Bassotti, talvolta molto ingegnosi, è mai andato a buon fine. D’altra parte, una volta arrestati, i Bassotti tornano a piede libero dopo pochi giorni, pronti a tentare nuove imprese ai suoi danni.
Un dubbio è legittimo: può smentire che la lotta a questa delinquenza sia solo del fumo negli occhi mentre Lei in realtà finanzia e protegge i Bassotti, e tutto questo allo scopo di distrarre la comunità dai suoi affari quelli sì, criminosi ?

- Una delle sue avventure più famose ebbe per scenario l’oasi di Bamba-Issa in un deserto mediorientale. Si dice che il vero motivo per cui Lei si recò in quell’area non fosse quello dichiarato ufficialmente.
Può smentire che Lei approfittò di quell’avventura per prendere contatto con i terroristi di Al QuaQuaida, promettendo loro cospicui finanziamenti in cambio della protezione dei suoi affari petroliferi in quell’area?

- Lei e la sua famiglia siete stati sempre molto riservati, tuttavia quello che appare lascia adito a molte voci.
In particolare si parla di Qui, Quo e Qua, i cosiddetti nipotini di Paperino, dall’origine quantomeno misteriosa.
Ufficialmente la madre è una certa Della Papera, sorella di suo nipote Paperino e quindi pure sua nipote. Il padre invece è ignoto.
E’ vero che in realtà i nipotini furono solo dati in affidamento a Della, ma sono piume delle sue piume, nati da una delle sue molte relazioni con quelle che la gente comune chiama “pollastre” e Lei si ostina a chiamare escocort?

- La pentita maga Amelia ha rivelato la Sua partecipazione alla festa di compleanno di una tale Naomi LiQuerizia, un’attraente pollastrella di Napoli alla quale Lei avrebbe consegnato di persona un costoso regalo.
Pare che la pollastrella in questione anziché chiamarla Paperone usi il vezzeggiativo Papi e abbia con Lei una frequentazione che risale a quando era ancora rivestita da morbide piume gialle.
Può smentire di avere avuto una relazione impropria e quindi illegale con Naomi LiQuerizia quando era ancora una pulcina?

- Per finire, Lei accusa Rupert Murduck, suo acerrimo concorrente e nemico personale nel settore dei media, di essere a capo di un complotto Quomunista finalizzato a screditarlo sullo scenario internazionale. Ma il suddetto Murduck è un plurifantastilionario come Lei, quindi ben lontano dall’ideologia Quomunista che, come noto, vorrebbe ridistribuire tra tutti i pennuti le ricchezze della terra.
Non crede che siano invece i suoi discutibili atteggiamenti pubblici a screditarla e in particolare il suo ostinato rifiuto a dare una credibile risposta a queste precise domande?

Attendiamo con fiducia un suo intervento al quale garantiamo sin da ora di riservare lo stesso spazio e la stessa evidenza di questo editoriale.