un fatto vero
LA MONTAGNOLA
Non è giusto che sia io a parlare di Maria, che fino ad ieri non sapevo nemmeno chi fosse. Mi colpì però il racconto di lei, fatto da un’amica, legata a questa donna da molto tempo, e qualcosa ne vorrei dire.
Ora Maria è ammalata, e sta combattendo contro la comare secca, per cui non è più in grado di trasmettere quell’energia inesauribile che sapeva porgere a chi le stava accanto. E’ molto semplice Maria, e di scuola ne ha fatta ben poca, ma quando arrivava lei, con queI fianconi che le conferiscono la forma di un’anfora greca, di quelle che pescano ogni tanto dal mare, la gente percepiva la sua energia vitale, e ne veniva affascinata. La sua saggezza la portava a dare consigli preziosi, ed era sempre pronta per lei la parola giusta al momento giusto. Quando cantava le sue canzoni popolari vecchie di secoli, la sua voce forte da donna del popolo si propagava come una medicina verso chi la stava ascoltando.
Ecco quello che volevo raccontare, e che mi ha colpito per la sua tenerezza. Lo zio Carletto stava morendo, e aveva chiesto che lei le cantasse la “montagnola” per l’ultima volta. Maria arrivò accanto al lettino d’ospedale, si schiarì la voce, cominciò a cantare…e quando la melodia riempì di suono le squallide stanze della sofferenza, dicono che la commozione si poteva toccare con mano. Zio Carletto ascoltò fino in fondo il canto della donna, e spirò con il sorriso sulle labbra.
Molto fa riflettere questo episodio, ed è per questo che ne parlo. Mi colpisce la qualità dell’energia che certe persone sono in grado di trasmettere, grazie alla loro forza vitale, all’amore per la vita, alla sapiente conoscenza del mondo, anche se il loro spazio d’esperienza è limitato. Di persone come Maria non ce ne sono molte in giro, ma è la loro presenza che serve a compensare la crudeltà di questa gente fragile e dolente, perennemente alla ricerca di uno scopo per giustificare il fatto di esistere.
Una cosa voglio dire. Grazie Maria, anche se non ti conosco!
eugen