Non so perchè tutti lo chiamassero Taralluccio, era un nomignolo che si portava dietro da sempre e del quale nessuno conosceva l'origine. Una persona particolare Paolo. Era tutto piccolo: fisico minuscolo, occhietti vivaci,piedi da donna. Sembrava Cucciolo dei sette nani e oltretutto si vestiva in modo a dir poco stravagante. Aveva i suoi periodi, come Picasso. C'era stato quello rosso durante il quale si abbigliava ogni giorno di quel colore:pantaloni, maglia, camicia, cappello. Poi quello giallo e quello azzurro. Dopo passava alle fantasie, alle righe, ai quadretti. Mai nero però .
Il taglio degli abiti era sempre quello: anni 60. Aveva sposato la moda di quel periodo e lì si era fermato. Pantaloni a vita alta aderentissimi, col pacco in evidenza, il fondo a smisurata zampa di elefante. Chissà dove li trovava ancora, o forse erano sempre gli stessi?Le camicie le teneva aperte sul petto con gli angoli del colletto a punta rialzati sul collo. Come ultimo tocco giacchine striminzite a doppio petto. Anche il taglio di capelli era nostalgico: corti davanti con la parte dietro sul collo che gli arrivava alle spalle. Ma chi era il barbiere che ancora si lasciava convincere a sistemarglieli così?
Paolo era uno impegnato politicamente, ogni suo discorso andava a finire lì. In gioventù andava avanti ed indietro per il paese cercando di convincere tutti a prendere la tessera del suo partito e si agitava se gli si diceva di no, che non si era interessati alla politica . Ti guardava strano come se avesse trovato un extraterrestre, non se ne capacitava.
Nella sua vita aveva fatto l'operaio impegnato, poi aveva deciso di cambiare, si era licenziato dalla fabbrica e si era messo nel commercio utilizzando i soldi della liquidazione per iniziare l'attività. Poi si era stufato anche di quello e aveva preso a fare l'imbianchino di giorno e il cuoco di sera. Tutto rigorosamente a nero. Non aveva la partita iva e non risultava da nessuna parte. Praticava prezzi concorrenziali e metteva subito in chiaro che lui non poteva emettere fatture . Ma quando discuteva con gli amici si scagliava contro i padroni sfruttatori e cominciava delle filippiche lunghissime e noiose infarcite di frasi fatte e luoghi comuni, criticando gli altri che facevano come lui. Un mostro di incoerenza .