STORIA DI LORENZO
Nei miei racconti ho spesso citato Lorenzo, mio figlio, e adesso che molto tempo è passato dalla sua scomparsa ne posso parlare tranquillamente, perché penso che questo racconto possa servire a qualcuno che si trovi in situazioni analoghe.
Lorenzo era un bambino buono, intelligente, amante degli animali, mai litigioso, e a scuola aveva carisma ed era seguìto da molti dei suoi compagni come un capo. Inizia il liceo e trova un ragazzo di Lotta Continua che faceva la maturità, lasciando a Lorenzo la fiaccola della staffetta. La scuola era vicino alla Siemens, dove avvenne il primo sequestro delle BR. Lorenzo, che apparteneva a un gruppo assolutamente contrario alla lotta armata, si dava da fare alla diffusione del giornale, partecipava alle manifestazioni, organizzava nel suo piccolo gli incontri…era insomma impegnato.
Succede che un bel momento esce la P38...e lui era in zona. Tutti hanno visto la foto del ragazzo in maglione peruviano che a due mani impugna la pistola contro la polizia. Ecco la rottura.
Lorenzo vede che i compagni fotografano il ragazzo e vendono la foto al Corriere. La delusione fu totale. Dimostrazione per lui idealista puro che di fronte ai soldi tutti si svaccano.
Esce dal gruppo e comincia il suo calvario. Va detto che a quell’epoca il giornale più feroce contro i gruppuscoli era L’Unità.
Strano?…Macchè…erano voti tolti al partito. E alla DC faceva comodo avere un’ estrema destra e un’estrema sinistra per poter governare a lungo.
E’ il periodo dell’occupazione di case sfitte e fatiscenti, poi segue il periodo della macrobiotica. Insomma una rivoluzione la voleva pur fare. Quando si accorge che la rivoluzione è passata di moda, è troppo tardi. Mia moglie, malata di cuore, quando lui esce di casa per essere più libero, dopo una settimana muore in macchina, mentre stavo andando in montagna. Tragedia.. Lui si ritiene responsabile, anche se lo era solo relativamente, e si perde.
Nel frattempo si era diplomato alle magistrali e parte per il Perù con la ragazza. Sta via sei mesi, dal lago Titicaca ad Acapulco nel Messico con il sacco a pelo.
Non mi aveva accettato e non avevo nessun ascendente. Lui acquario, io leone, e per di più complesso di Edipo. Quando gli ho chiesto spiegazioni lui lo ha confermato.
Le discussioni sulla rivoluzione del proletariato erano infinite. Io sostenevo che uno che ha la seicento non fa la rivoluzione, perché ha paura di perderla, e che la rivoluzione la fanno i disperati, ma lui duro. Era un idealista puro, impregnato di utopia.
Di quel periodo io ricordo con nostalgia l’entusiasmo giovanile per un ideale nobile, ma è un fatto che quel periodo ha prodotto anche danni enormi, come ad esempio il rifiuto del lavoro ritenuto sfruttamento di classe. Come fa uno a lavorare una vita se rifiuta il lavoro stesso?
Era un bravissimo fotografo. Un cretino lo convince ad andare negli USA da un suo amico che gli farà fare molta strada e lui ci va di nascosto da me. Disastro! Torna dopo un anno dimagrito, l’ombra di se stesso. E’ rovinato, forse per un allucinogeno…è allo sbando. Conosce una ragazza in un gruppo di drogati del buco, e la vuol salvare. La porta via e si mettono assieme. Lei resta incinta e nasce una bimba che adesso è una donna in carriera.
Ma Lorenzo non regge alla responsabilità di padre, senza un lavoro, conscio di avere sbagliato tutto, e succede dopo quaranta giorni dalla nascita della piccola, quello che proprio non doveva succedere.
eugen