La società in cui viviamo non sa più parlarsi.
Eppure c’è da esagerare con i sistemi di comunicazione di cui disponiamo.
Internet.
Cellulari.
Telefoni fissi.
Segnali di fumo.
Niente, non sappiamo parlarci.
Restiamo incollati alla tv, al computer. Davanti alle vetrine.
Ci chiediamo: “Che dentifricio compriamo, amore?” “Dai prendi quello alla fragola”. Poi il vuoto.
Ero in pizzeria. Noi ragazzi scherzavamo, ridevamo. Nella piccola e mal ridotta saletta c’era il karaoke. Lascio immaginare i fischi.
Alla nostra sinistra, seduti a un tavolino piccolo e tondo, c’era una coppia di quarantenni. Non si parlavano.
Lui imitava con le dita la batteria. Lei sbadigliava.
Lui rideva. Lei ci guardava.
La scenetta francamente molto triste è proseguita per tutta la serata finche lui ha chiesto il conto e sono usciti. Ovviamente senza scambiarsi una parola.
Tanti di questi esempi spiegherebbero la mia inquietudine. Fin troppi.
Molta più accentuata è la situazione in città. Forse si esagera nei grossi centri urbani, dove tutto per forza di cose è accentuato. Amplificato.
La gente che abita nello stesso palazzo molto spesso non si conosce.
Il più delle volte quando finisce per familiarizzare, poi si odia.
Invidia? Forse semplice incomprensione.
La gente non sa parlarsi, comunicare.
Prendiamo gli sms scritti in maniera incomprensibile. Tanto da sembrare antiche scritture egiziane, indecifrabili anche per me il più delle volte. Noi giovani siamo capaci di rendere una parola un ammasso di leggere, di rimpicciolirla come una maglia di scarsa qualità lavata in lavatrice.
E come se volessimo proteggerci, usare un codice. E così? E se sì perché?
E poi le agenzie matrimoniali che impacchettano l’amore.
Ci si sceglie in fototessera.
Ci si annusa quando è possibile.
Le agenzie matrimoniali per me sono il top. Oltre, tutto è indefinito.
“Mi scusi vorrei un ragazzo biondo, simpatico, alto, che non faccia domande…posso vedere il catalogo?”
Ormai siamo catalogati. E tra una fototessera e l’altra non riusciamo a parlarci.
Ristabilire il contatto naturale delle cose, meno freddo come pc.
Fatto di sorrisi, battute. Mani sfiorate.
E poi parlare…