ANGELO AZZURRO - martedì - 2/7

MARTEDI' - L'uovo

Azzurra, dal punto di vista della produttività, non era un soggetto prolifico. Oltre al fatto di non essere predestinata alla alimentazione, va detto che questa gallina mai aveva fatto uova. E ci provava! Tutti i giorni ci provava, tra versacci, battiti d'ali e piccoli voli. Ma niente! E Angela non si rassegnava a questa situazione: "Va bene... mangiarla è ormai inconcepibile, ma è pur lecito aspettarsi qualche ovetto fresco, almeno per berlo al mattino. Invece nulla!"
Davanti a quei tentativi quotidiani e strazianti (l'animale veniva preso da veri e propri furori autodistruttivi), Angela veniva assalita da profondo sconforto, poi da agitazione e, benché sessantottenne, dai dolori delle doglie, peraltro a lei sconosciuti. Cercava in tutti i modi di aiutare la bestiola; si metteva in ginocchio coi gomiti larghi, oppure fingeva di covare, emettendo accorati suoni di gola.
"Dai Azzurrina bella, fai l’ovetto per Angela! Angela ti vuole bene, ti aiuterà sempre e ti sarà vicina...ma tu vuoi bene ad Angela? Uhmm...Ti comporti male, tu! Io mi sacrifico da tanti anni per te, ti curo..."
"Coco-cococo..."
"Certo! Certo che voglio berlo il tuo uovo! Ma non cambiare discorso..."
"Co-co-coco-co..."
"Vorresti negare che ti accudisco?"
" Co"
"Si?! E chi scaccia la volpe e i cani? Angela!"
"Co-co-co"
"Chi ti porta il granturco? Angela!"
"Co-co-co"
"Chi ti ha curato quando stavi male? Sempre Angela"
"Co-co-co"
"E tu cosa fai per Angela?"
"Coco"
"Niente, appunto!"
"Coco-coco-co"
"Non per tua colpa, dici? Forse. Comunque l'uovo non si vede né ora né..."
"Coccocococo-cococcoccooccooooo..."
"Sei sicura? Senti che adesso stai per...davvero?"

E così, Angela si metteva a fare la levatrice. I risultati erano sempre negativi, ma lei non si scoraggiava. Prendeva un batuffolo di ovatta e lo bagnava con olio di oliva appena stiepidito. Poi strofinava questa compressa sullo sfintere dell'animale, cercando di far uscire quet'uovo misterioso. La gallina se ne stava tranquilla in grembo alla donna. La cosa non doveva dispiacerle, tanto è che, ogni tanto, emetteva rauchi e sottili "Croo-croo", che salivano di tono quando Angela usava il batuffolo con imperizia.
La donna, dopo tanti e inutili tentativi, si era recata persino dal medico condotto del paese. Per non dare nell'occhio ed evitare pettegolezzi sullo stato di salute suo e della gallina, era giunta presso l'ambulatorio con il pennuto nascosto dentro una borsa di plastica pesante.
Le poche persone presenti, anziane e preoccupate per i loro acciacchi, poco badarono alla donna ed alla sua irrequieta borsa. Questa si muoveva ed agitava, sorda ai richiami e rimbrotti di Angela. La gallina, complice, stava zitta ma, soffocata dall’involucro semichiuso e, ancor più, dalla maglia di lana con la quale Angela intendeva nasconderla, cercava disperatamente di cacciare fuori la testa per una beccata d'aria. La donna immediatamente la ricopriva e la gallina, imperterrita, ricominciava.
Fu durante questi trambusti che il medico, innervosito, si affacciò sulla sala di aspetto....