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 QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA

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MessaggioTitolo: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime14/7/2008, 23:21


Il sogno ritornò poco prima che piovesse. L'uomo non sentì il rumore della pioggia. Il sogno lo dominava. Si agitava inquieto tra le lenzuola, mentre l’ombra lo guardava nel letto sudato.
Un gesto. La lama brillò. Un rantolo sordo coprì la voce della pioggia che batteva sui vetri.
E tutto finì.

***


- Ti sei lavata?
- Sì babbo.
- Anche dietro le orecchie?
- Sì babbo.
- E anche dietro il collo?
- Sì babbo.
- E anche in mezzo alle gambe?


Occhi bassi, spalle al muro; Claire guardava suo padre con la testa piegata. Ogni volta la stessa cosa; poi si avviava verso il lettone, labbra serrate e occhi stretti come fessure.
Cominciava così il suo venerdì sera: tra un mugolio e la testa che ciondolava come tenesse il tempo.
Claire si chiudeva in un mondo tutto suo, quando suo padre si rivolgeva a lei con quelle parole.
La testa si riempiva di musica, sulle labbra neanche una parola, e la nenia che saliva nell’aria; ne conosceva a centinaia: una per ogni volta che il gioco era cominciato. Il suo viaggio nell’altrove cominciava così. Ciò che accadeva dopo non contava. Non rimaneva altro che il ritmo di una canzone, di cui conosceva ogni parola senza poterla pronunciare. In quel mondo non faceva entrare nessuno. E quando quel mugolio saliva, la mente si riempiva di parole e lei andava altrove.

In quella casa in fondo al paese, ci viveva da quando era nata; la musica era la compagnia, il rifugio.
Indossava sempre vestiti lunghi per casa; cercava di nascondere un corpo che l’ossessionava.
Troppo sfacciato pensava; troppo invadente, si lamentava. Claire era donna nel corpo ma bambina nell’anima.
Per quel naso sottile e quel cesto di riccioli neri, somigliava a sua madre; lo stesso viso, gli stessi lineamenti, lo stesso sguardo e quel pallore, così in contrasto con i capelli neri corvini.

Alberto, suo padre, lo chiamavano il ragioniere; non era socievole, non aveva amici, e non aveva neanche più una moglie. Conviveva con qualche tic e una vita da orologiaio che ha smarrito il tempo. Ogni pezzo un incastro, ogni vite un bullone; ogni cosa una collocazione, sempre la stessa, invariabilmente quella. Amava sua moglie e quel suo volto pallido che era diventato un’ossessione.
Ogni domenica in chiesa, cantava nel coro, faceva elemosine generose; e da dieci anni, tutti i venerdì sera, alla stessa ora, gli stessi gesti, le stesse parole.  

Poi c’era Emma; una cagnetta zoppa che viveva con loro. Piccola buffa e pelosa. Tutti i venerdì sera, abbaiava e si dimenava felice, ma quando il gioco cominciava, si accucciava sotto il letto e fino a quando Claire non smetteva di mugolare, non usciva.

- Sei bugiarda Claire.
- Sì babbo.
- E non fare in quel modo con la testa, capito? E non mugolare, lavati e torna subito.
- Sì babbo.

Claire parlava pochissimo anche a scuola, aveva un’insegnante apposta per lei.
Puntuale, mai assente, diligente, ma nonostante l’età, Claire faceva ancora le medie.
Zainetto in spalla e bicicletta sotto il sedere volava giù per la discesa ogni mattina, fino all’edificio con la scritta nera in cima.
Scriveva, male, leggeva peggio, ma con i numeri se la cavava. Sapeva contare senza sbagliare fino a quattrocentoventuno. Lo stesso numero di volte che aveva fatto quel gioco con suo padre.

Quando era nervosa accennava un motivetto; il venerdì sera, quando suo padre la controllava, mugolava forte e smetteva solo quando il gioco finiva.

- Finiscila di mugolare, hai sentito? E spogliati.
- Sì babbo.
- Spogliati piano. Vuoi prendere freddo?
- Sì babbo.
- Sei una sciocca: prima il golfino …
- Sì babbo.
- Adesso camicetta e reggiseno. Non vedi? Sei sporca, qui, e qui.

Poi era accaduto.
Un compagno a scuola, aveva provato a fare lo stesso gioco che il babbo faceva con lei.
Ma lei non aveva voluto.
Giuseppe, così si chiamava, era diverso: le sorrideva e l’ascoltava. Si sedeva nel prato accanto a lei a indovinare canzoni che Claire canticchiava per lui.

Poi un giorno Beppe l’aveva baciata.
Claire ricordava le sue labbra che bruciavano, il tremore alle gambe, il buco nella pancia. Ci pensava di continuo, finché suo padre non la chiuse in casa e non la fece più uscire.


***

Quella sera aveva iniziato a piovere; una pioggerellina fitta, insistente, batteva noiosa sui vetri da ore. Claire odiava quel rumore, e odiava il venerdì sera.
Lo specchio dell’armadio le restituì la sua immagine; indossava il vestito di sua madre, i suoi tacchi a spillo, la biancheria di pizzo che piaceva a suo padre. Si guardò, piegò la testa da un lato, e si accarezzò la pancia cominciando a mugolare.
Pettinata e lavata si mise seduta sul bordo del letto ad aspettare. Faceva così, quando il gioco cominciava.

Per allontanare i brutti pensieri cercò nella testa le parole della canzone che mugolava. La sua preferita, quella che l’insegnante amava di più. Aveva scritto il titolo su un foglio per lei, perché imparasse le parole; erano in inglese, almeno così aveva detto lei, ma che differenza poteva fare per Claire?

Prese il foglietto e lesse sottovoce. Erano parole strane, complicate, eppure della canzone conosceva ogni parola, le era entrata  in testa da quando la canticchiava. Il titolo sul foglio lo aveva imparato, ma le labbra si rifiutavano di collaborare. Il motivo salì lieve nell’aria in un mugolio che riempì la stanza. Stava sul bordo del letto fissando il vuoto come fosse altrove.

Il pensiero tornò a Beppe, al languore provato, alla sua mano che le sfiorava le cosce. Ricordò che era arrossita, che lui l’aveva guardata con la sua faccia buffa e le aveva sorriso.
E poi aveva detto:

- Vuoi essere mia?

Lei non aveva capito, ma aveva sorriso e annuito.

Un rumore la riportò sul bordo del letto. Un’imposta spinta dal vento sbatteva. Si alzò e la chiuse; l’odore di terra bagnata le entrò nelle narici e tirò su col naso. L’odore lo conosceva bene: lo stesso di quella volta sul prato quando pioveva, con Beppe.
Barcollò al ricordo; chiuse gli occhi e piegò la testa di lato, fece un respiro profondo e si avviò in cucina. C’era odore di piatti da lavare, di unto e sugo, e il coltellaccio era nell’acquaio; lo afferrò, lo guardò e lo fece brillare in controluce: era pulito.

Una fitta la piegò in due. Si toccò la pancia e lo sentì scalciare.
Sorrise.
Era accaduto di nuovo.
Questa volta non gli avrebbe permesso di fargli male. Si sfiorò la pancia con le dita, felice ma impaurita e cercò nel coltellaccio la forza che le serviva. Strinse il coltello finché le nocche non diventarono bianche, solo il dolore le fece diminuire la presa.

Filtrava luce dalla finestra che apriva un varco nella stanza buia; seguì la scia fino al letto di suo padre, si appoggiò alla spalliera, strinse le labbra e vacillò. Quando lui fece un respiro più profondo e la luna illuminò la sua gola gonfia e nuda, la lama scintillò nel buio senza che la potesse fermare.

Ci volle un secondo per tagliargli la gola.
E quattrocentoventuno coltellate perché smettesse di muoversi per sempre.

Appena Claire smise di mugolare Emma sbucò da sotto il letto trotterellando su tre zampe accanto a lei. Lei chiuse la porta e uscì in giardino, la cagnetta pelosa le ansimava dietro.

Le parole le uscirono dalle labbra da sole:

- All by myself , - disse.

Guardò fuori; aveva smesso di piovere.
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime14/7/2008, 23:27

Un colpo pesante, lettura veloce ma rileggerò
Alessandro
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime14/7/2008, 23:42

Argomento difficile...
Ti dirò domani se ne hai cavato le gambe.
Buona notte PDG di domani. clown
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime14/7/2008, 23:58

letto e per ora non dico niente, anzi solo una cosa.
La cagnetta doveva essere per forza zoppa?
ecco, forse questo lo trovo un di più, ad una somma che non va per forza sempre sommata.
buona notte PDG
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 00:09

Avrei dovuto leggerti prima di postare la pagina, PDG, per parare il colpo, non mi aspettavo una storia simile.
Credo tu sappia quanto mi piacciono queste pagine crude e nude; pagine che descrivono aberrazioni ma che non ti fanno inorridire, non so se riesco a spiegarmi, ma la prosa che racconta è distaccata, quasi quanto Claire che compie il rituale del venerdì sera estraniandosi da sé.
Un sé che non è nemmeno consapevole di possedere fino a quando non lo percepisce dalle carezze di Beppe, dal guizzo che sente nella pancia.

Un appunto, posso?

Una fitta la piegò in due. Si toccò la pancia e lo sentì scalciare.
Sorrise.
Era accaduto di nuovo.
Questa volta non gli avrebbe permesso di fargli male. Si sfiorò la pancia con le dita...

io avrei scritto:

Una fitta la piegò in due.
Sorrise.
Era accaduto di nuovo.
Questa volta non gli avrebbe permesso di farle male. Si sfiorò la pancia con le dita, lo sentì scalciare...


parere personalissimo e non necessariamente condivisibile Smile

Rende ancora più pathos e ritarda la rivelazione, lasciando il dubbio del a chi appartiene il seme che l'ha ingravidata, anche se sono certa che tutti noi tifiamo sia quello di Beppe.

Piaciuto molto il titolo della canzone in inglese, che lei non riesce a pronunciare che non alla fine di tutto, dopo i quattrocentoventuno colpi inferti.

All by myself, tutto per me stessa credo sia la traduzione.

Claire, ora, è diventata donna non solo nel corpo.

Nella mente, forse, non lo diverrà mai.

Ripasso domani, per ora ti lascio la buona notte, assieme ai miei complimenti.

Daniela
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Giuseppe Buscemi
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 00:28

Ciao pdg.
Be’, il racconto è scritto con cura. Ci sono tutti i protagonisti che servono, compreso il cane zoppo; c’è il tema forte e grosso, quasi ingombrante; c’è uno stile che tende alla nettezza, di tanto in tanto arricchito da qualche frase d’effetto (es.: ” una vita da orologiaio che ha smarrito il tempo”) o da immagini piuttosto dettagliate. Dunque dovrebbe esserci tutto quello che serve. Tuttavia, pur apprezzando lo sforzo stilistico, leggendo non ho partecipato. E pare strano, lo capisco, perché: chi non si metterebbe dalla parte della ragazzina? Chi non proverebbe orrore per quel padre?
La sensazione è che il racconto sia rimasto a mezza via tra la tristezza e la violenza che lo condiscono, e qualche sprazzo di dolcezza, senza amalgamare il tutto.
Leggendo mi sono sentito forzato a schierarmi, col risultato che non l’ho fatto. Ora, non voglio dire che il tema sia di per sé ruffiano, ma questa mi è sembrata una storia il cui epilogo era già scritto, con personaggi esattamente come te li aspetti e anche di più (il padre vedovo coi tic e la chiesa, la ragazzina con difficoltà indotte, il canuzzo zoppo, il compagno delicato).
Sebbene lo svolgimento, l’architettura, non mi abbiano preso, resta il fatto che la scrittura è curata e controllata, e per quella ti faccio senz’altro i complimenti più sinceri.
A domani, e non con un caffè salato, eh!
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 04:50

cara PDG: benvenuta!
non dormo, quindi ti commento!
bella l'immagine e la canzone e, perdonami, pagina firmata.
riconosciuto dallo stile, però, perchè malgrado il tema sia doloroso dal tuo racconto non emerge il dramma che descrivi. strano, perchè se sei chi penso io normalmente trasmetti eccome!
sei stato sicuramente impeccabile anche se con qualche eccesso.
la cagnetta zoppa la potevi evitare, secondo me: non aggiunge nulla alla storia, anzi, secondo me toglie. e che caspita: pure il cane zoppo?!
non era necessario e ha tolto il senso di realtà che hai voluto dare con il tuo stile asciutto. concordo con daniela circa la frase che ti fa notare: anche io l'avrei scritta così, ma magari domani ci spiegherai i tuoi motivi.
è strano, perchè io sono molto sensibile a questi temi, eppure questa tua pagina non mi ha toccata emotivamente. e ti assicuro che stanotte sono senza pelle.
hai caratterizzato i personaggi in modo impeccabile, ripeto, ma non gli hai dato un'anima. o almeno io non l'ho percepita.
mi devi perdonare se sarò schietta, ma sembrano macchiette: il padre con i tic, il cane zoppo che si nasconde sotto il letto durante la violenza ma che ne esce dopo che il padre viene ammazzato, il compagno buono, il figlio che non si sa di chi sia e persino i colpi inferti non sono credibili perchè troppi!! un braccio non ce la fa ad affondare per così tante volte una lama. poco credibile anche l'accettare l'amore di beppe. una ragazzina che subisce violenza, e per giunta dal padre e con tanto di rituale, non lo farebbe mai...
non sai quanto mi dispiaccia essere così dura, soprattutto sapendo chi sei (almeno credo...), ma qui si commentano i racconti e non gli autori.
la struttura del racconto è bella: si parte dalla fine per poi raccontare.
che dire? scrivi da dio, PDG, ma l'anima?
questi sono temi delicati e complessi e lo scandaglio psicologico s'impone, almeno per costruire dei personaggi credibili.
io qui non l'ho trovato.
mi sembra più un esperimento tuo (e in qualche frase trovo un pizzico di compiacenza), un tuo vedere come te la cavi nel cimentarti con un tema così importante, che non un raccontare uno dei drammi fin troppo frequenti della vita.
sono convinta che sia necessario un distacco emotivo da parte di scrive ma l'emotività dovrebbe, a mio avviso, essere trasmessa ai personaggi che fanno la storia perchè poi arrivi a chi legge. se stavi provando questo tipo d'esperimento ci sei riuscito: sei distaccato. ma hai lasciato così anche me.
mi vuoi ancora bene?
domani comunque lo rileggo. anche se l'ho letto e riletto con calma...
spero di non essere stata dura nella mia schiettezza.
a domani, PDG!
e felice di ritrovarti in un round!
Betta QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA 35710
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 06:04

buoni giorni, allora, goccia.
E
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maria cristina gea
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 06:50

A me mi irrita. Me la devo rileggere.
Ma n'argomento normale e più facile da rendere no eh?
Se mai sarò io na volta la pdg parlerò del niente, è più semplice.
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 07:35

La scrittura è spesso sperimentazione, spesso ricerca di modi e forme di dire che non siano consuete, per quanto desuete. Scrivere creativo, passa molte volte per forme espressive banali, per luoghi comuni, per forme che cercano di distinguersi attraverso l’uso di un contesto che le caratterizza e le fa diventare concrete.
Un fatto di cronaca può ispirare.
Nasce in quel caso una storia che affronta un tema spinoso e non facile. Rischioso. Argomento da costruire senza eccessi, con un certo distacco.
Il testo non sembra, in questo caso, in grado di trascinare, di prendere, di far schierare.
Lo sforzo di scrivere senza eccesso di enfasi porta ad un risultato di eccessivo distacco, forse di eccesso nel minimizzare, che anche se in parte è voluto, (la ragazza è di fatto distaccata per non dire dissociata) non sfonda il muro della diffidenza del lettore. Provare a ingraziarsi chi legge attraverso l’uso di espedienti narrativi ( il cane zoppo, i tic nervosi, la vita da ragioniere) è un modo che spesso viene usato in scrittura, ma in questo caso non porta al risultato voluto. Certamente una scrittura inconsueta, molto controllata, forse scritta e riscitta più volte, ma comunque scrittura che non cattura. Ritenta PDG.
clown
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 07:51

Intanto complimenti per il coragio di scegliere un argomento del genere per quello che resta pur sempre un gioco.
Non ho potuto fare a meno di leggere i commenti che precedono il mio, e devo dire che sono parzialmente d'accordo.
E' tutto abbastanza vero: c'è un certo schematismo nei fatti e nei personaggi, c'è (forse) dell'incoerenza nella psicologia del personaggio, c'è di sicuro una esagerazione nei quattrocetoventuno colpi: forza a parte, un corpo penso ne uscirebbe come da un tritacarne.
Eppure la pagina mi è piaciuta, e non solo per la scrittura. Vi trovo in embrione gli elementi per un ottimo racconto.
Secondo me, mio parere dettato solo da personali esperienze, il problema sta nel gioco.
Lunghezza massima a parte, che qui non mi pare influisca, io credo che questo scritto sia una prima stesura, che, se l'avessi scritto io, avrei dovuto abbandonare nel cassetto per una quindicina di giorni per poi tornarci sopra a mente sgombra, immedesimandomi in un lettore e non nello scrittore. Così facendo a me capita di scoprire difetti grandi e piccoli, mi rendo conto se lo scritto suscita emozioni, definisco meglio il tono generale della pagina. Insomma, lo scrivere vuole il suo tempo, e, a meno di non essere uno che basa tutto sulle emozioni (e non mi pare il caso). la nostra PDG il tempo non lo ha avuto.
Pdg, mi piacerebbe un tuo cenno di conferma o di smentita, a volte mi perdo a fare delle supposte, QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA 946832 pardon, supposizioni, che non stanno nè in cielo nè in terra....
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 08:10

Scrivere è un viaggio.
Ci sono tanti modi di viaggiare.
Se viaggi attraverso il dolore può contaminarti la rabbia o vincerti il silenzio e, quindi, degenerare o non dire diventano la scelta.
Questo è successo e succede nei casi dell'argomento che hai scelto di trattare, cara PdG che hai viaggiato attraverso questo dolore fino a portarlo fino a noi: meta difficile.
Eppure, la mia sensibilità mi dice che la"voce" che hai usato per raccontare è quella giusta per un argomento già di per sè così delicato, è una voce che porge la storia nella sua crudità, senza aggiungere, senza togliere, semplicemente dicendo, perchè null'altro bisognava fare.
Ripeto, l'argomento è difficile e sicuramente è uno di quelli che, a prima lettura, mi avrebbe portato quasi a chiudermi per non sentire quel dolore eppure, così non è stato: la delicatezza usata mi ha tranquillizzato da subito e mi ha portato fino alla fine della storia.
"All by myself", tutto da me: doppia interpretazione, degna chiusura.
Bravissima PdG
Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 08:14

Intanto buongiorno a tutti da una PDG dormigliona. Grazie a chi è passato, a chi ha letto, a chi ha commentato e chi ha giustamente osservato.
Vado a leggere i commenti e torno. Intanto caffè, budino, pancetta, foraggio e affettati per tutti. Colazione ricca oggi, per digerire un argomento indigesto.
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 08:17

Trovo i commenti molto appropriati. La discussione è quindi d'obbligo. Questo, oltre ad essere un gioco è anche un laboratorio di scrittura e in un laboratorio che si rispetta, si deve sperimentare.
Ho scelto un argomento ispirato da un fatto di cronaca. Un padre violenta la figlia per dieci anni e nessuno lo scopre o l'avrebbe scoperto, se non per la denuncia della vittima che si ribella dopo dieci anni di sevizie.
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 08:21

Se non vi offendete, per evitare di influenzare chi legge, le mie osservazioni sui commenti e su ciò che è stato notato, le farò dopo.
Per ora ringrazio tutti per l'attenta lettura e torno dopo che avrò lavorato un po'.
Credo nelle critiche: sono sempre uno stimolo a migliorare, quindi continuate pure. Ogni critica nasce da una attenta lettura e quindi è benveuta. In fondo siamo qui tutti per giocare e imparare e chi legge fa un grande regalo a chi scrive. A dopo.
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 09:11

Bòh... Non è per fare il "Bastian Cuntrare", ma a me il brano è piaciuto: non sono daccordo con alcuni commenti negativi precedenti (uno dei quali sarà sicuramente della PDG mascherata: non so chi sia, ci assecco raramente). Il cane zoppo ci sta tutto: sembra quello della copertina del CD degli Alice in Chains; a proposito: il brano di sottofondo è dell'estate 1976... Ci stanno anche i 421 colpi (mica Truffaut)...
A me la storia, vera o non vera - ma pare che di reale fatto di cronaca nerissima si tratti - mi pare che regga, a prescindere: si dipana bene!


Ultima modifica di Massimo Guisso il 15/7/2008, 09:33 - modificato 1 volta.
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sorcio
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 09:31

eccomi PDG
passata una buona nottata?
Ti dicevo di quel cane, dimmi come sarebbe stato, se il cane non fosse stato zoppo, se la casa non fosse stata l'ultima del paese se la mamma non fosse morta e il padre un brillante imprenditore ecc ecc. Vedi PDG questa è una somma di immaggini comuni di dolore.
Qua la miseria si somma alla sfortuna e perde la miseria dell'uomo.
Non risalta questo dramma, perso com'è in tutto quello che ognuno immagina di queste cose, non c'è il personale, l'intimo di questa ragazza. Sono parallelo a goccia nel chiederti dello stato della donna, Lei parla in personale, con una lucidità che è rassegnata da tempo, ma stride con il comportamento, tanto da essere legttima la domanda: è anche ritardata?
A te vanno il coraggio di avere affrontato l'argomento, e tutti i tentativi per rendercelo conscio.
Vanno la buona mano narrativa e la padronanza del linguaggio.
Credo tu ti possa sentire davvero fortunata, nel godere dei pareri di chi mi ha preceduto, e permettimi, te ne rubo qualcuno, davvero preziosi e intelligenti. Trovo il metodo di Mariovaldo una perla da carpire nel gioco inevitabile di autore e lettore.
E anche la tua idea di non entrare subito nel merito, nelle risposte è un fatto di valore. A me è servito tanto per scriverti questo commento nella massima sincerità possibile.
Per quanto detto ti porgo i miei complimenti e la mia stima.
saluto goccia
per te un ciao, tanto ci sentiamo dopo.
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 09:52

buongiorno a tutti.Buongiorno pdg.

Ho letto con attenzione perchè il racconto è uno di quelli che non si possono leggere distrattamente. Mi trovo d'accordo paro paro al commento di Gibbì. Mi è mancata la mia partecipazione emozionale, nonostante l'architettura del racconto sia ben costruita.
Non so da cosa dipenda ma già dopo le prime righe conoscevo la fine del racconto, una fine annunciata per me.
Se posso permettermi l'uso del punto e virgola mi pare esagerato in questo racconto.
Il punto e virgola stacca un argomento, crea una pausa piu lunga di una virgola e meno determinante di un punto.
Tu lo usi indiscriminatamente in tutto il racconto anche dove il racconto dovrebbe essere piu fluido.

Prendilo come parere di una poetonsa che spesso confonde prosa e poesia.

baci
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 09:54

La penna del giorno ha scritto:
Se non vi offendete, per evitare di influenzare chi legge, le mie osservazioni sui commenti e su ciò che è stato notato, le farò dopo.
Per ora ringrazio tutti per l'attenta lettura e torno dopo che avrò lavorato un po'.
Credo nelle critiche: sono sempre uno stimolo a migliorare, quindi continuate pure. Ogni critica nasce da una attenta lettura e quindi è benveuta. In fondo siamo qui tutti per giocare e imparare e chi legge fa un grande regalo a chi scrive. A dopo.

hai ragione pdg siamo qui per giocare, credo sia importante non dimenticarlo mai. Laughing
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 09:58

Buongiorno PDG e buongiorno a tutti.
Leggo le vostre osservazioni e torno.
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 09:59

C'è un errore di battitura nell'ultimo commento della PDG: "benveuta"....
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Massimo Guisso
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 10:04

Un Guizzo nella pancia?? Embarassed
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 10:06

Massimo Guisso ha scritto:
Un Guizzo nella pancia?? Embarassed

hai fame? o pensavi di essere tu nella pancia di claire? Laughing
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PDG Lunedì
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 10:42

Buongiorno bella gente... Tutti eclissati? Ma che peccato.... Avevo portato con me, pasticcini e bob bob, per ringraziare. Ma dove siate andati? Mi piace questo dibattito così vivace. Se non altro il testo è servito a discutere sul come NON si scrive. Mi complimento con me. Very Happy
Guisso, sei l'unico che ci vede del buono? Davvero un gran lettore tu.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime15/7/2008, 10:43

Ehi aspetta che arrivo, sto scrivendo....
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MessaggioTitolo: Re: QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA   QUATTROCENTOVENTUNO VOLTE - PENNA LIBERA Icon_minitime

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