MUTAMENTI - PENNA LIBERA

Disteso nel letto su un fianco, annusò il corpo vicino al suo per assaporarne l’odore; veniva da lontano nella memoria …
Sapeva di canfora.

L’odore lo riportò a quella mattina lungo il fiume; una vocina gli aveva sussurrato: lascia stare… Ma lui, stanco di limiti e paure, non aveva voluto ascoltare.

In tuta e scarpe di tela si era fermato. Il cane aveva cominciato a scodinzolare a uno sconosciuto.
Alto, capelli rasati e uno strano odore, stava dentro una tuta sgualcita come se ci fosse nato e, sotto il cappuccio, s’intravedevano due occhi vivaci. Magro, solido, aria da guerriero, lo aveva incuriosito e, dalla prima occhiata, si era chiesto che cosa di lui lo attraeva.

Di quel primo incontro ricordava ogni particolare. Cominciato con un sorriso e poche parole era proseguito inseguendo quell’odore familiare che gli aveva provocato un brivido lungo la schiena. Quel tipo l’aveva sbirciato, poi si era voltato, si era rimesso in testa il cappuccio, e aveva fatto il gesto di andare. Solo l’istinto l’aveva guidato a dire quel nome per farlo restare: Piacere, Eulivia …

Aveva farfugliato un nome senza pensare; lo sconosciuto lo aveva guardato con un sorriso sghembo e aveva sbarrato gli occhi senza capire, poi si era girato. Lui aveva cercato di dire qualcosa che non suonasse banale, ma aveva in testa solo pensieri legati a quel nome, detto senza pensare.

Aveva cercato di prendere tempo: ...va bene, d’accordo, corriamo e ti spiego. Poi lo aveva annusato, squadrato, e si era domandato: è l’aspetto o l’odore a eccitarmi in questo modo?

Il tizio aveva accettato l’invito senza parlare e ripreso la corsa muovendo le braccia come un pugile: schivava, si abbassava, tirava ganci e diretti nel vuoto.
Dopo qualche minuto la voglia era aumentata, e la corsa aveva reso difficile le parole.
A parte la falcata e il respiro in sintonia, ogni occhiata era un cenno d’intesa. Di lui ricordava il sedere e la muscolatura; si muoveva con una grazia che non era normale per un uomo. Tra occhiate sempre più esplicite, era scattata l’attrazione.

Poi si erano fermati, per riposare, per fare stretching. Era stato quello il momento cruciale.

Quel tizio impalato, schiena appoggiata a un pioppo, fissava un punto imprecisato nel vuoto.
Aveva preso un fazzoletto e si era asciugato la fronte sudata. Uno strano fazzoletto di pizzo.
Unica nota stonata, di quella giornata assolata. Ricordava le mani sottili che l’avevano colpito, e quello che aveva detto che non avrebbe più scordato:

- Sono donna!

Aveva sussurrato quella parola donna con un sorriso quasi di scusa. Lo stesso dietro il quale lui aveva nascosta la sua faccia stupita. È donna …




Nella stanza da letto ogni oggetto parla di lei.
Una fotografia la mostra in costume da bagno con un seno e un corpo di donna che non somiglia al suo. Quella foto attaccata alla parete serve a ricordare quanto è cambiata la sua vita, da un anno, due mesi, tre giorni, e ventisette minuti.

Ogni mattina, da un anno e due mesi, si sveglia con Elisa. Le accarezza le spalle, l’annusa e mentre lei sbadiglia e fa le fusa, lui le dice la stessa cosa:

- Facciamo la doccia, amore?

Ogni mattina da un anno, a Madrid, in Calle De Las Huertas numero 9, comincia la giornata sotto la doccia per liberare Elisa dall’odore di canfora che le resta attaccato dopo ogni incontro notturno di pugilato.
Elisa è campionessa spagnola di boxe femminile, peso piuma.

Eulivia è diventata uomo.

Da un anno. Due mesi. Tre giorni. Trenta minuti.

Dopo una diagnosi di “mutamento sessuale”, era iniziata la terapia. Due anni di trattamenti, per adattare il corpo di Eulivia a quello di un uomo. La sera in cui aveva conosciuto Elisa, era ancora donna nel cuore. Elisa è stata la prima donna con cui Eulivia ha fatto l’amore in un corpo di uomo.
Quell’odore di canfora è stato l’innesco.
La madre la massaggiava con olio di canfora, per riscaldarla. Un imprinting che l’ha portata a riconoscere nel profumo di Elisa, la donna predestinata.

Eulivia era una donna che amava altre donne.
Adesso è un uomo.
Si chiama Elio.
Vive con Elisa per l’odore, e la vuole come donna senza sentirsi diverso. Per lui desiderare una donna è normale; ora che ha una nuova vita.


Ogni mattina, da quando è in Spagna, Elio guarda una foto in bianco e nero sulla parete. Sua madre lo fissa e lo inchioda. E lui non può fare a meno di chiedere: Mi riconosci, madre?

Quella mattina pensò che avrebbe potuto sposare Elisa. In fondo era quello che voleva da quando l’aveva conosciuta. Con l’ansia nel cuore, guardò il ritratto sbiadito sul muro e la domanda scaturì dalle labbra, spontanea: Mi approveresti, madre? E allora, per un attimo, gli parve di udire una voce di donna -la saggezza delle età passate- sussurrare fino a lui la sua benedizione, dal profondo della terra.

Dalla luce assolata dei vigneti di ieri ad una luce più definita, aggressiva, moooolto Aldomovariana del racconto di oggi che, mi ripeto, merita il mio plauso per l'originalità della storia, nel senso che già ho letto di uomini che diventano donne ma del contrario è la prima volta in assoluto.
Il flash-back dell'incontro tra Eulivia ed Elisa al maschile, come se già Eulivia fosse Elio, l'equivoco di scambiare Elisa per un LUI (ricordava il sedere a la muscolatura, ci vedo il corpo statutario di Hillary Swank nel film già citato da Guisso, Million dollar baby di Eastwood, ma anche la femminilità che emerge con il vezzo del fazzolettino di pizzo...) insomma... ci metto un po' di puntini di sospensione pure io ma per dirti che mi sei piaciuto tanto tanto tanto PDG di oggi
Altra cosa che ho apprezzato è come fai capire lo scorrede dello spazio temporale dell'ultimo quadro che ci porta alla chiusa, osservando la foto della madre alla parete e ricordandogli di quanto è cambiata la sua vita da un anno, due mesi, tre giorni e ventisette minuti che poi diventano un anno, due mesi, tre giorni e trenta minuti.
Unico appunto: l'odore lo riportò a quella mattina lungo il fiume....... La sera in cui aveva conosciuto Elisa.
Per il resto, PDG, bravabravabrava e basta.
Un cornetto per me, grazie.
E di nuovo buongiorno a tutti