...Comunque devo chiarire che questo mio desiderio era un sogno e una fantasia che mi portavo dietro da quando ero ragazzo, conoscere il mondo e quando si è ragazzi i sogno oltre a non avere frontiere, mai si fanno i conti con la realtà. Ad accompagnarmi in questi voli, non ero solo, perchè Francesca la mia fidanzata, quando ancora non eravamo sposati, ne stavamo parlando, anzi un giorno andammo a vedere un film di nome " Papà Gamba Lunga" nel cinema comunale di Teramo, l'unico esistente in quell'epoca.
Ricordo che sulla parete dello schermo, in alto, c'era una frase scritta in latino:
"MEMENTO AUDARE SEMPER". Credo che per me era bastante significativo e chissà quadrava nel mio stato d'animo. Il protagonista era Fred Stair, fantastico ballerino di quegli anni 50 e dei fil musicali. La pellicola era entusiasmante e piena di luci, ci faceva vedere l'America in tutto il suo splendore e fantasia, tutto era un canto di trionfo, così lo vedevamo noi. Quando uscimmo dal cinema era come se ci fossimo ubriacati di coraggio e di buon umore decisi tutti e due a partire per l'America. Chiaro America del Sud e America del Nord non sono la stessa cosa. Qual'era a che cosa si doveva la differenza? La nostra ignoranza "forse" ci scusa. Noi solo pensavamo rimuovere quello stancamento del dopo guerra, le sue difficoltà, pensando che andavamo a trionfare così come trionfano a volte gli ignoranti, solo con una gran fede; senza pensare che fra la partenza e l'arrivo del trionfo l'intermezzo, è uno spazio largo da colmare. Pensavamo inoltre, essendo due professionisti, Francesca laureata in matematica e fisica ed io geometra saremmo riusciti a superare le difficoltà convinti che se degli operai, dei contadini tornavano e si comperavano la casa o coronavano il sogno di coltivare un terreno proprio, noi avremmo potuto fare lo stesso se non di più.
Decidemmo di stare fuori dieci anni (!?)...e poi saremmo ritornati.
Fammi indovino e ti farò ricco, quante volte ripeterò questo ritornello. Nè le carte d'una fattucchiera nè la sfera di cristallo potevano dirci o predirci il futuro, dovevamo viverlo senza fantasia giorno per giorno. Il soffrimento e le difficoltà stavano nascosti come in una nebbia, sarebbe stato il prezzo che dovevamo pagare come tutti gli emigranti in terra straniera. "Gioventù, gioventù divino tesoro" e così fu deciso, io prima e lei con la bambina dopo....Memento Audare Semper, era l'anno 1955, l'anno di nascita della nostra Barbara.
Mentre ci avvicinevamo alla costa, tutto questo e ben altro mi passava per la mente.
La partenza era dal porto di Genova, ma quando dovevamo imbarcarci cambiarono per Napoli.
Ci furono degli inconvenienti, dovemmo aspettare vari giorni e ci alloggiarono in un hotel, naturalmente a spese della Compagnia. Avevo comperato il biglietto di prima classe, pensando di pagarmi la vacanza prima che incominciasse il calvario. Ero abbastanza realista nonostante il mio entusiasmo. Quando ci portarono alla stazione volevano imbarcarci tutti nello stesso treno senza distinzione per il biglietto pagato. C'era un giovane avvocato napoletano il quale protestò e solo sarebbe montato su di una Littorina, cònsono con il passaggio che lui aveva acquistato. Aveva ragione e lo spedirono come voleva. Quando toccò a me, anch'io mi rifiutai e dissi che avrei viaggiato in uno scompartimento solo e non con gli altri, mi dovevano lo stesso trattamento. Ma che imbroglioni sono le agenzie paghi e poi voglionio fare i comodi loro. Permisi solo ad una signora che mi accompagnasse e partimmo.
Mia madre, come a Napoli andai dai miei parenti, mi mandò un telegramma perchè mi presentassi a Roma all'Italstrade, dallo stesso ingegnere Fabriani che m'impiegò nel lontano 50 nei lavori della galleria dell'impianto idroelettrico del Vomano della Terni.
Mi offrivano un impiego stabile nella costruzione del tratto Bologna-Firenze Milano dell'Autostrada del Sole. Bingo! Avevano riconosciuto il lavoro e la abnegazione mia in quel tempo, a dispetto del capo zona che mi aveva fatto licenziare per divergenze del modo di condurre i lavori." Donde manda el capitan no manda el marinero", facile da comprendere come va la vita....
Mamma non mollava, cercava in tutti i modi di fermarmi. Per accontentarla dissi a mio cugino di portarmi con la macchina a Roma. Lungo il tragitto mi assalivano dubbi e pensieri controversi, volevo accontantare mia madre ma allo stesso tempo non volevo tornare sui miei passi, avevamo deciso e avevo comprato il biglietto vendendomi l'auto per 400 mila lire e dopo il passaggio quello che mi rimaneva erano gli unici soldi che mi portavo mentre aspettavo un lavoro, appena 15 giorni di dollari per sopravvivere... che dilemma, alla fine arrivando a Formia, poco distante da Roma, dissi a mio cugino, no! Ormai ho deciso, riportamia Napoli se no perdo la nave se qualcosa non fosse andato bene a Roma, tutti i miei sogni andavano in fumo. Feci bene feci male? Ancora adesso mi domando senza avere una risposta valida.
Avevo promesso a mia madre che l'avrei chiamata il giorno dopo. Non me lo perdonerò mai perchè non seguii il suo consiglio.
La chiamai per telefonìa mentre stavo navigando verso il Venezuela, sentivo il suo pianto e anch'io avevo un nodo alla gola, cercai di scusarmi ma a che serviva, mi disse sei cattivo, non sai il dolore che mi dai....
Ai pazzi gli si mette la camicia di forza quando hanno un attacco, ma a me chi era capace di farmi ragionare?
continua *