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 Pagine Sciolte...(6)

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renato farina
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renato farina


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MessaggioTitolo: Pagine Sciolte...(6)   Pagine Sciolte...(6) Icon_minitime28/7/2008, 01:25

.....Passato il momento erotico,continuiamo con le storie....

Non voglio parlare della sorte che, a volte, sembra troppo sfacciata per qualcuno, sono eccezioni che non bisogna prenderla come esempio perchè allora ti rompi il naso contro la realtà, solo può servirti per prendere la spinta, e come un avviso saperne approfittare ma non fartene una ragione...anch'io l'ebbi e fu davvero un colpo gobbo. ( fa parte delle storie)
Doveva passare anche per me il mal momento per la lunga attesa. Un giorno arrivarono alla pensione tre italiani che avevano una Compagnia topografica, dovevano fare un rilevamento in Puerto Ordaz, Guayana lo Stato Bolivar.( l'Italia entra una volta e mezza ). Avevano bisogno di un topografo per questo lavoro che sarebbe stato al massimo 15 giorni, me l'offrirono ed io accettai. Mi cadeva come il formaggio sui maccheroni. Partii due giorni dopo, presi l'aereo, ed era la prima volta che viaggiavo in uno, che volavo. In verità stavo un poco preoccupato, l'aereo era un bimotore DC9 Alison, modello vecchio, buoni velivoli, ancora i Jet non c'erano e sebbene io sono uno spericolato ( e pilota mancato) pensai scioccamente: e se cade l'apparecchio? La mia famiglia resta senza sostegno ( morto un papa se ne fa un altro,questo non lo misi nei pensieri) quindi prima di abbordare decisi di fare un' assicurazione, quella standard che si fa prima di montare sull'aereo.
Tanta era la preocccupazione fra il volo, l'acquisto del biglietto, l'arrivo sul posto che non conoscevo e infine dove alloggiarmi...che quando montai, dimenticai di fare l'assicurazione. Mannaggia! Dovrei essere tanto jellato che proprio oggi debba cadere l'aereo e... partii tranquillo. Così bisogna prendere la vita, come si presenta e in verità non posso lagnarmi perchè sono qui a raccontarla, ancora non mi era capitato il peggio, la profezia stava ancora lontana, risparmiai 10 bolivar.
Lasciai le valigie in Carcas tanto dovevo ritornare, il padrone della pensione mi disse di partire tranquillo, tanto per pagare c'è sempre tempo, stai incominciando, buona fortuna dissero, ne avevo bisogno e guarda caso, proprio laggiù l'incontrai.
Guayana, iniziavo a conoscere una nuova zona considerata il futuro del paese, ricca di minerali di ogni tipo. Il ferro per esempio sono colline a cielo aperto, lo stavano estraendo in varie compagnie, la principale la Orinoco Mining Company, che imbarcava il minerale sulle navi che entravano in Puerto Ordaz sul fiume Caronì, che si univa nel delta con il fiume Orinoco formando un gran porto d'imbarco, di lì se lo portavano negli Stati Uniti. L'Orinoco e il Caronì sono in parte navigabili e i due fiumi più grandi del paese.
Guayana e poi l'Oriente del Venezuela è dove ho trascorso e lavorato di più. Cumanà, Carupano, Puerto la Cruz e infine l'Isola di Margarita dove andai per passare un fine di settimana e ci rimasi per 35 anni.
MATANZA- LA SIDERURGICA DEL ORINOCO
Da poco erano iniziati i lavori nella zona chiamata Matanza a vari chilometri da Puerto Ordaz, sulla riva del fiume Orinoco dove avrebbero anche costruito un porto per la entrata e uscita dei materiali. Contratto aggiudicato alla Fiat-Innocenti. A questi lavori deve il successivo sviluppo della città che cambiò poi nome a Città Guayana.
Nell'Hotel International proibitivo per le mie tasche non potevo alloggiarmi e allora ripiegai in un " hotelucolo di mala morte nel Castelletto ( Castillito) un agglomerato di costruzioni che era la parte sorgente venezolana, giacchè Puerto Ordaz era stata edificata intereamente dagli americani per i loro impiegati e la Compagnia, una cittadina tutta loro vero stile americano pulita e ordinata mentre la nazionale era da mettersi le mani nei capelli e separata con filo spinato dalla "civilizazione" per così dire....
È il momento di raccontare quanto è piccolo il mondo, per come succedono le cose. Lì c'era la mia opportunità che mi stava aspettando. Dico questo perchè nel Centro Commerciale, un giorno che andai al bufet o tavola calda, quando andai alla cassa col padrone che è italiano mi misi a conversare e quando dissi che venivo da Teramo, mi rispose: io sono di Teramo. Ci presentammo e lui al sentire Farina subito mi disse: ma il dottor Farina chè di tuo, gli risposi è mio padre. Mi si aprì il cielo, lo conosceva, anzi più di una volta avevano presso il caffè assieme in Corso S. Giorgio e il passaporto fu proprio lui che glielo diede essendo nella Questura. Subito volle sapere che stavo facendo. Gli raccontai che stavo terminando un lavoro e poi sarei stato a terra nuovamente. Non ti preoccupare, ho un paesano capo meccanico della Compagnia che fa il movimento di terra della Siderurgica, lui ti aiuterà.
Ecco la luce in fondo al tunel. Il mio nuovo amico si chiama Walter Valeriani, un tremendo cuciniere, che fece fortuna ma fu anche un dissipatore, comunque dopo lo incontrai in Margarita dove costruì un Hotel vero, lo diede in affitto e viveva di rendita.
Ecco uno di quelli che aveva raggiunto un apice nella sua vita d'emigrante.

continua... Shocked
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