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 Pagine Sciolte..... (4)

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renato farina
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renato farina


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MessaggioTitolo: Pagine Sciolte..... (4)   Pagine Sciolte..... (4) Icon_minitime25/7/2008, 22:54

.....Ci presentammo e l'uomo ricordandosi, disse che il signore R. mi aveva raccomandato dicendogli che potevo stare nell'"hotel" tutto il tempo che volessi.
Lo ringraziai poi appartandomi con il mio amico, gli raccontai la storia di questo famoso hotel e perchè ci trovevamo lì. Prima di partire, a Teramo venne a casa mia una signora, era una maestra, si presentò come la moglie del padrone dell'hotel dove dovevo ospitarmi. Della mia partenza sicuramente fu avvisata dal signor R. venne a trovarmi per consegnarmi una lettera per il marito.
Tutto mi parve strano, sicuramente la poveretta non era mai andata in Venezuela e non conosceva nè il posto nè il tipo di hotel e forse neppure sapeva niente della vita del marito, non pensava dico io, che la verità fossero pietose menzogne, chissà per non allarmarla, molto lontana dalla realtà. Non sapevo cosa pensare nè volevo opinare. La scena certanmente non era delle più attrattive, in ogni parte del mondo il nome di Hotel era una garanzia di locazione, dove uno poteva ospitarsi e vengono numerati con stelle. A quanto pare e poi n' ebbi conferma; in Venezuela qualsiasi locale addetto allo scopo si chiama hotel e poteva essere una bettola come un 5 stelle.
Dove eravamo capitati, per noi quella era una bettola, mosche, cucarace, zanzare e moscerini per nominarne alcuni. Tutto lo si combatteva con il ddt. Ecco la puzza che ci accolse ed era la nostra prima volta, poi sarà un'abitudine.
Così ritornando a noi decidemmo non fermarci ma vedere se c'era qualcosa di meglio di quella " taguara" come si dice qui nel gergo popolare. Mi dispiaceva per la povera maestra, naturalmente non voglio nemmeno disprezzare le buoni intenzioni, solo che il tal signor R. conoscendo mio padre e chi siamo, poteva incontrarmi qualcosa più decente, sarebbe stato sufficiente, ed io pensare alle spese. Non scrissi nulla a mio padre per no farlo star male, era la mia avventura e già incominciava, d'altro canto dovevamo affrontare la realtà e smetterla di lamentarci di questo o di quello. Certo il primo colpo dell'hotel fu un'amara sorpresa.....se questa è la mostra come sarà il paese?
E poi, non siamo venuti per affronatre qualsiasi imprevisto? Tanto con chi potevamo prendercela ?
Giovanni ammutolito disse: allora che facciamo? Scappiamo risposi e con un sorriso di circostanza, ringraziando il locandiere, dissi che preferivamo stare più vicini al centro di Caracas per avere più possibilità di trovar lavoro e ce la filammo.
Arrivammo nell'avenida Urdaneta e vedendo un Hotel, questa volta davvero ci fermammo liquidando l'accompagnante ed entrammo nel Potomac ed era di 4 stelle, ci costò 40 bolivar la notte. Godiamocela Giovanni che da domani tutto quello che viene per noi non sarà mai notte. Poi seppi che l'Hotel si distrusse in un incendio.
Il giorno dopo girammo e ci acchiappò la notte bussando in una casa che affittava camere. Naturalmente l'odore a ddt era sempre presente e presenti anche le cucarace. A quando sembrava questo " animaletto" faceva parte integrante dell'ambiente, una etnia tropicale, dicono che viene dalla preistoria. In Italia se non sbaglio, un insetto simile si chiama scarafaccio, ma non era tanto presente!
A parte le zanzare e i soliti compagni la stanza era squallida con un cigolante ventilatore per rimuovere il caldo che qui al tropico è sempre presente dalle sei del mattino alle sei di sera con il sole. Fuori faceva fresco essendo di notte e all'altezza di 900 metri, ma in quella stanza con una finestrella era un sudario. Dormimmo per la stanchezza però alle cinque saltammo sul letto e annoveramnmo altri visitatori: cimici! queste non le avevamo messe in conto e battemmo in ritirata.
Poco distante in una trasversale dell'Urdaneta incontrammo un "hotel" e sotto la scritta cucina italiana. Forse l'azzecchiamo ed entrammo. Si presentava decente e non puzzava tanto a insetticita. Era una casa coloniale di vecchio stampo trasformata in alloggio e un ristorante tutto abbastanza accogliente, semplice come una trattoria nostrana e lo gestiva una famiglia italiana. Non ricordo i nomi, quasi tutti gli ospiti erano italiani. Una piccola isola, un piccolo rifugio fino a che non ci saremmo abituati al cambio. Il mangiare faceva anche la differenza; come cambiare delle buone tagliatelle alla bologna con un piatto tradizionale che si chiama" pabellon criollo" come tradurlo? Era composto da fagioli piccoli neri, condimentati con zucchero, carne sfilacciata, fettine di platano e riso bollito bianco. Ci volle un po' di tempo per abituarmi. Molte erano le abitudini che dovevo cambiare , adattarmi è la parola giusta e poi lo vedremo.
Leggere queste righe forse è un po' monotono ma il bello stà per venire nell'addentrarmi nella vita di tutti i giorni e le sorprese con la mia prima avventura erotica proprio in questa pensione chiamiamola meglio così. Il lavoro era l'assillo appremiante perchè mi restavano 15 giorni di dollari poi......

continua Shocked


Ultima modifica di renato farina il 25/7/2008, 22:59 - modificato 1 volta. (Motivazione : correzione)
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