VECCHIO - EMMA BRICOLA

Anam ha scritto:

un volta leggevo la storia del maratoneta; copio un pezzo

«Fai conto di essere una maratoneta. Stai correndo con i tuoi amici e le tue amiche. A un certo punto capisci di avere una buona gamba, un bel passo, di poter andare più veloce, e allora decidi di seguire questa tua forza. Di convertirti al tuo talento. Dopo un po' che corri, ti accorgi di aver staccato il gruppo. Ti giri e ti scopri sola. Loro sono indietro, tutti insieme che ridono, e tu sei sola con te stessa. Siccome non riesci a reggere questa solitudine, rallenti finché il gruppo ti raggiunge e, negando il tuo talento, fingi di essere come loro. Rimani nel gruppo. Ma tu non sei così, non sei come loro. Infatti anche lì in mezzo ti senti comunque sola.»

bello questo pezzo, Anam !
lo sai che cercare di -raggiungere- un certo tipo di linguaggio (parlo die grandi) è quasi come essere un maratoneta ? O meglio come un neonato che cresce
e diventa adolescente e piano, con fatica allunga il passo a seconda della sua gamba
poi si scopre dentro un passo da gigante e rimane emarginato nella corsa.
E' davanti; che non è nemmeno importante arrivare primo.
Primo, dove ? Primo, perchè? Primo, per cosa ?
Tiene solo il suo passo, non lo cede per compiacenza. a nessuno. e fa bene.
mi fa rabbia il maratoneta che adegua il suo passo per disconoscere (riconvertire) il suo talento.
gli altri che non sanno correre restino indietro.
lui però soffrirà sempre la solitudine dei numeri primi


non c'entra niente col pezzo della poesia del PodG, ma lo spunto è bellissimo.

La scrittura è una conquista da maratoneti. che ne pensi?

Eccomi puff... pant... arrivo
leggo i commenti poi rispondo

salmace ha scritto:

Buongiorno PoDG

Hai centrato uno dei personaggi tipici dei nostri bar, dei nostri circolini, come si chiamano dalle mie parti.
Normalmente è difficile trovarne uno da solo, anche se anziano e non ha voglia di giocare a carte. Viene travolto sempre dal gruppo per farlo parlare, per ascoltarlo o prenderlo in giro.
Ma comunque nel gruppo ha un suo spazio da sempre.

E questo andare avanti sentendo la morte che incalza orgoglioso che farà di tutto per farsi trovare in piedi.

Piaciuto molto.

Alessandra

Grazie cara, ce ne sono tanti hai ragione , io l'ho scritta pensando a mio padre, al pomeriggio andava al bar e molte volte era solo, quando potevo lo raggiungevo e lui si illuminava.
Non è vero , secondo me che vengono travolti dal gruppo , per prenderli in giro o ascoltarli, molto spesso ai giovani non interessano le vite di questi uomini che invece avrebbero tanto da dire

La penna del giorno ha scritto:

Ciao PodG, sono la vicina della porta accanto...
Anche da me si parla di vecchi, che coincidenza (sarà stata l'Admin a farlo apposta? ).
Triste il tuo, solo e dimenticato, quasi trasparente eppure stretto aggrappato all'energia vitale che gli scorre ancora dentro. E nonostante vi sieda da solo, lo raggiunga a fatica, aiutandosi col bastone, quel suo posticino al bar sembra comunque dargli rifugio, una qualche sicurezza, si sa, effimera... ma lui sembra capace di farsela bastare.
Uno scritto toccante.
Complimenti

Ciao vicina, poi passo date
E' vero i vecchi hanno un'energia che non sempre riusciamo a vedere
Grazie un bacio

Alkimias ha scritto:

Nessuna regola in poesia, mi trovi d'accordo PodG

il tuo "vecchio" qui, ha quell'aria assorta e triste di molte solitudini.
Il bar. un richiamo all'attenzione, quattro pareti diverse
su ombre meno sole
su un bicchiere da stemperare di ricordi
ma poi....chi è in grado di capire le parole del suo dire ?
E' rimasto "l'ultimo" senza più carte da giocare
è rimasto solo in mezzo a tanti.


ciao PodG,
buona giornata a tutti.

Bravissima, solo, solo in mezzo agli altri, come siamo tutti a volte, ma noi sappiamo reagire , non sempre i vecchi ci riescono
Bacio

Sue ha scritto:

.... e vedi la vita passare... Oggi cara PoDG, ci avete portato a riflettere un bel po' te e la PdG in prosa.. Con i tuoi versi, semplici, puliti, hai tinteggiato un acquarello delicato. Li vedo così.

Grazie Sue sei molto gentile e mi sento onorata dalla tua opinione

Nuccio ha scritto:

Ciao PodG,
la vecchiaia ha quasi sempre un risvolto triste. Chissà come saremo noi?
Vorrei commentare in modo insolito ri-postanda una mia:

LA VECCHIA CONTADINA
La schiena curva sotto il peso degli anni
e degli affanni.
Il viso solcato
al pari di un campo arato.
Vita consacrata al lavoro ed ai figli
e pane nero e riposi brevi all’ombra dei tigli.
Intrecciar canestri per poche lire
gli aviti riti ripetuti a placar le ire.
Sprezzata, qua e là sbatacchiata
ora che inutile è considerata
sorride mesta
mentre la calda cenere del camino rimesta.


La mestizia del vecchio non dipende solo da lui, ma anche da chi gli sta intorno e vicino, o dovrei dire lontano?
Il tuo "vecchio" è qui, seduto di fronte a me, e sta raccontando per l'ennesima volta la sua storia. E' più difficile raccontare o ascoltare?

Bella Nuccio la tua!Vera!
Osservazione arguta la tua quando dici che la mestizia dei vecchi dipende da chi hanno intorno, una volta nella cultura contadina i vecchi erano risorse, ora vengono visti come intralci
Un bacio

Rosalba Signorello ha scritto:

Un bel ritmo, un proprio linguaggio, un soggetto che percepisco più come una "summa" di figure serbate nella memoria piuttosto che come una figura specifica.
Sul senso della solitudine connessa all'età della vecchiaia non dico nulla perché verissimo e inevitabile. Anche solo come distacco psicologico dalla vita. Tu qui l'hai reso bene.
Però la poesia in sé la trovo un po' troppo elementare. Non nel linguaggio ma nel come sono state collegati al proprio vissuto, e quindi espressi, questi concetti.

"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

Cara grazie di essere passata, può darsi che la poesia sia elementare, io l'ho sentita e l'ho scritta come mi è venuta fuori, sono una persona semplice e quindi il mio modo di esprimermi è uguale al mio modo di essere. Ti ringrazio ancora

Anam ha scritto:

linguaggio asciutto, deciso.
storia malinconica, ma forse no perchè se è una scelta è qualcosa di diverso dalla malinconia

Ciao anam , no purtroppo non la vedo come una scelta, quindi il mio vecchio si riscuote solo quando viene considerato.
Grazie
Buona giornata

Ciao poeta , mi ha toccato la tua poesia, mi ha riempito il cuore di tristezza
Un bacio a te e a tutti i vecchi

Anche qua buon pranzo PoDG

Buon pranzo anche a te

Chiedo scusa a tutti ma ho un problema che spero non sia grave e devo assentarmi . Se riesco torno stasera
Baci a tutti

Ciao PoDG, tranquillo... ti aspettiamo...

Il poeta del giorno ha scritto:

salmace ha scritto:

Buongiorno PoDG

Hai centrato uno dei personaggi tipici dei nostri bar, dei nostri circolini, come si chiamano dalle mie parti.
Normalmente è difficile trovarne uno da solo, anche se anziano e non ha voglia di giocare a carte. Viene travolto sempre dal gruppo per farlo parlare, per ascoltarlo o prenderlo in giro.
Ma comunque nel gruppo ha un suo spazio da sempre.

E questo andare avanti sentendo la morte che incalza orgoglioso che farà di tutto per farsi trovare in piedi.

Piaciuto molto.

Alessandra

Grazie cara, ce ne sono tanti hai ragione , io l'ho scritta pensando a mio padre, al pomeriggio andava al bar e molte volte era solo, quando potevo lo raggiungevo e lui si illuminava.
Non è vero , secondo me che vengono travolti dal gruppo , per prenderli in giro o ascoltarli, molto spesso ai giovani non interessano le vite di questi uomini che invece avrebbero tanto da dire

Si e no.
I nostri giovani sono terrificanti. In effetti abbiamo la tifoseria calcistica più temuta d'Italia (Fiorentina).
Dissacranti al massimo.

Anam ha scritto:

salmace ha scritto:

Alkimias ha scritto:

Nessuna regola in poesia, mi trovi d'accordo PodG

il tuo "vecchio" qui, ha quell'aria assorta e triste di molte solitudini.
Il bar. un richiamo all'attenzione, quattro pareti diverse
su ombre meno sole
su un bicchiere da stemperare di ricordi
ma poi....chi è in grado di capire le parole del suo dire ?
E' rimasto "l'ultimo" senza più carte da giocare
è rimasto solo in mezzo a tanti.


ciao PodG,
buona giornata a tutti.

è rimasto solo in mezzo a tanti

Sai che mi rimbomba in testa e non ce la faccio a farla passare inosservata.
Quante volte ci siamo sentiti soli nella moltitudine?
TANTE
Bel punto, Alki!

un volta leggevo la storia del maratoneta; copio un pezzo

«Fai conto di essere una maratoneta. Stai correndo con i tuoi amici e le tue amiche. A un certo punto capisci di avere una buona gamba, un bel passo, di poter andare più veloce, e allora decidi di seguire questa tua forza. Di convertirti al tuo talento. Dopo un po' che corri, ti accorgi di aver staccato il gruppo. Ti giri e ti scopri sola. Loro sono indietro, tutti insieme che ridono, e tu sei sola con te stessa. Siccome non riesci a reggere questa solitudine, rallenti finché il gruppo ti raggiunge e, negando il tuo talento, fingi di essere come loro. Rimani nel gruppo. Ma tu non sei così, non sei come loro. Infatti anche lì in mezzo ti senti comunque sola.»

Anam, certe volte mi sembri un giovane vecchio saggio!
Siamo animali da branco, non ce lo scordiamo. E ci sono delle priorità.
Abbiamo bisogno di riconoscersi nel gruppo, avere un clan di appartenenza.
Ma anche arrivare a nostro nucleo, alla conoscenza della nostra radice.
E quindi alla solitudine. Bisognerebbe riuscire a mediare tutti e due gli aspetti.
Questa potrebbe essere la buona via.

Il poeta del giorno ha scritto:

aleksius ha scritto:

Carino il testo, è una scenetta che vedo spesso nei piccoli paesi delle mie zone.. reduci della campagna di russia che giocano a tresette (oddio.. non è che ce ne siano tanti di quei reduci). Ma insomma, pensionati bellici ce ne sono tanti.

Commento tecnico a domani, se la connessione me lo consente.

Notte PoDG, notte admin

Aleksius

Oddio il commento tecnico mi spaventa già, vedi io scrivo così solo per comunicare qualcosa, non seguo le regole...

Niente paura.. tanto non sarò poi così tecnico, mica sono così esperto..

E' un linguaggio ermetico, un ritratto proprio acquerellato. Non è poco dire che si scrive per comunicare qualcosa, non la vedere come una cosa riduttiva, anzi è un atto di generosità che si fa nei confronti di uno spettatore che non paga per essere arricchito dentro.

Complessivamente trovo la poesia molto bella, e anche qui come ieri il racconto non è esplicitato, ma sembra quasi trasudare dalle immagini che si offrono alla nostra osservazione. E' come se fosse scontato che "quel" vecchio avesse "quel" passato e "quelle" sensazioni.

Non è una storia ben precisa quella che ci racconta il suo malessere (quasi un male di vivere, o di sopravvivere)... è la storia della terza età di quella generazione che spesso nei nostri paesi vediamo e ci facciamo scivolare addosso per via dell'abitudine che tutto rende marcio. Ma tu hai fatto bene a rinverdire un po' il tutto.

Molto ritmica in alcuni punti:

"Un tempo scherzavi
parlavi
suonavi."

"vestita da fame
da freddo
da guerra."

"La vedi
la temi
le sfuggi ogni giorno."

Quasi incalzante direi, in netto contrasto con l'adagio lento con cui il vecchio fa ingresso del bar.

Hai avuto il pregio della semplicità, sono proprio contento di questo.

Aleksius

omaggio in arte alla figura di questo personaggio poetico da te descritto - "Vecchio"
forse un po' rende l'atmosfera ?

di Paul Cezanne

Eccomi di ritorno, sono andata a fare un giro al pronto soccorso per una colica addominale, avevo paura fosse appendicite e invece sono qui viva e vegeta grazie a Dio.Scusate l'assenza
PS: Il dottore assomigliava a Brad Pitt, quasi quasi mi sento di nuovo male

@Alekius che dire ? Grazie !

Alkimias ha scritto:

omaggio in arte alla figura di questo personaggio poetico da te descritto - "Vecchio"
forse un po' rende l'atmosfera ?

di Paul Cezanne

Amo l'impressionismo, come quasi tutti credo, sì rende proprio bene
Bacio

Il poeta del giorno ha scritto:

Eccomi di ritorno, sono andata a fare un giro al pronto soccorso per una colica addominale, avevo paura fosse appendicite e invece sono qui viva e vegeta grazie a Dio.Scusate l'assenza
PS: Il dottore assomigliava a Brad Pitt, quasi quasi mi sento di nuovo male

PoverA poeta , sei femmina allora! Mi dici dove abiti? Ho un dolorino anch'io!

Ma dove siete tutti?
Al bar? Beoni ! Potevate invitare anche me

No, siamo tuttE al pronto soccorso a cercare Brad (ma io preferisco Clive)


"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

Rosalba Signorello ha scritto:

No, siamo tuttE al pronto soccorso a cercare Brad (ma io preferisco Clive)


"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

Va bè così non bisticciamo io e te, tu tieni Clive e io Brad...