Ode alla tua natura*

Ho voglia delle tue morbidi spalle
del tuo seno ora di donne e futura madre,
ho voglia di perdermi nel limbo
denso dei tuoi nei
del bisogno febbrile del tuo respiro
nella notte,
del tuo passo felino dentro la mia preda,
ho bisogno delle tue dita affusolate
sul mio volto al mattino
della tua pelle che si colora d'estate
del sinistro presagio del tuo abbandono
della mia malinconia che pascola
nella tua natura,
del tuo ventre piatto e miracoloso
della tua voce liquida che è giglio e labirinto,
della pietra lavica nel tuo volto al crepuscolo,
ho voglia delle tue ciglia
del tuo alito profano dietro la mia nuca,
e altro non posso che perdermi smarrito nell'attesa
nel giri di parole e nelle chiome al vento,
mi perdo nelle alghe appassite al sole
nelle ore che passano veloce
nelle immobili piazze dove passo le serate,
nella polvere che si argina col sudore,
mi perdo nella voglia assoluta della tua natura,
nei film da blockbuster dove muore l’amore.

Ho voglia dei tuoi fianchi,
del rosso nei tuoi occhi quando la notte
tarda ad arriva, del tuo volto nascosto dalla luna.
Ho bisogno delle tue maree
dell'orizzonte scolpito della tua fronte,
della ricchezza fluttuante tra i tuoi capelli,
del tuo sorrido che mi ghiaccia le vene.
Ho bisogno della madre stagione del mio amore.
Ho bisogno che mi cerchi, e io mi perdo.
E sorvolo la mia infanzia indaffarato,
e penso che più lontano dei miei sogni
dei canti antichi in Tibet, là ti ho trovato.


* dedicata

che bella anam! la dolcezza di molte immagini si percepisce immediatamente alla lettura.
bravo.

ciao !

"... non posso che perdermi smarrito nell'attesa(...)"

Infatti, mio giovin cantore del dolce stil novo-novo, è solo questa la pecca: troppo Platone a mio avviso ...
Lascia il Tibet, e se vuoi proprio ire lonano, ti consiglio il Brasile!

Un ODE riuscitissima, una fitta sedimentazione lirica d'immagini pulsanti ...
Essendo una dedica, l'ispirazione e l'aspirazione ne risulta densissima: pennellate di desideri carnali e oltre-carnale, ma tutte tirate a fuoco e ormoni giovanili che strizzano l'occhio a Neruda, Jiminez soprattutto ma anche con qualche spruzzatina petrarchesca, che non sconcia, in una poetica di classe all'interno della linea Neoromantica (con annesse palle) ...

Che dirti ancora, mio messer giovin poeta, se null'altro osterà il tuo cammino (ed io l'auspico): talento si sposerà di certo con fortuna, e natura per natura, con essa (e altra angelica donna), figlierai Gloria et altra amorosa e splendida poesia ...

Fraterno amico suo
Net

Non ti volevo scrivere niente ma ti lascio traccia del passaggio.
Forse avrai capito che sono tremendamente repellente
a tutto quello che riguarda cuore, amore e affini.
Sono contro il sentimentalismo.
Di contro accetto la forte spinta che esprimi per
la condivisione.
Quella va benissimo.

Un saluto caro

Citazione :

Ho bisogno che mi cerchi, e io mi perdo.
E sorvolo la mia infanzia indaffarato,
e penso che più lontano dei miei sogni
dei canti antichi in Tibet, là ti ho trovato.

che bella tutta .
talentuoso Anam

Ho fame della tua bocca, della tua voce, del tuoi capelli
e vado per le strade senza nutrirmi, silenzioso,
non mi sostiene il pane, l'alba mi sconvolge,
cerco il suono liquido dei tuoi piedi nel giorno.

Sono affamato del tuo riso che scorre,
delle tue mani color di furioso granaio,
ho fame della pallida pietra delle tue unghie,
voglio mangiare la tua pelle come mandorla intatta.

Voglio mangiare il fulmine bruciato nella tua bellezza,
il naso sovrano dell'aitante volto,
voglio mangiare l'ombra fugace delle tue ciglia

e affamato vado e vengo annusando il crepuscolo,
cercandoti, cercando il tuo cuore caldo
come un puma nella solitudine di Quitratúe

Pablo Neruda

Anam ha scritto:

Ho voglia delle tue morbidi spalle
del tuo seno ora di donne e futura madre,
ho voglia di perdermi nel limbo
denso dei tuoi nei
del bisogno febbrile del tuo respiro
nella notte,
del tuo passo felino dentro la mia preda,
ho bisogno delle tue dita affusolate
sul mio volto al mattino
della tua pelle che si colora d'estate
del sinistro presagio del tuo abbandono
della mia malinconia che pascola
nella tua natura,
del tuo ventre piatto e miracoloso
della tua voce liquida che è giglio e labirinto,
della pietra lavica nel tuo volto al crepuscolo,
ho voglia delle tue ciglia
del tuo alito profano dietro la mia nuca,
e altro non posso che perdermi smarrito nell'attesa
nel giri di parole e nelle chiome al vento,
mi perdo nelle alghe appassite al sole
nelle ore che passano veloce
nelle immobili piazze dove passo le serate,
nella polvere che si argina col sudore,
mi perdo nella voglia assoluta della tua natura,
nei film da blockbuster dove muore l’amore.

Ho voglia dei tuoi fianchi,
del rosso nei tuoi occhi quando la notte
tarda ad arriva, del tuo volto nascosto dalla luna.
Ho bisogno delle tue maree
dell'orizzonte scolpito della tua fronte,
della ricchezza fluttuante tra i tuoi capelli,
del tuo sorrido che mi ghiaccia le vene.
Ho bisogno della madre stagione del mio amore.
Ho bisogno che mi cerchi, e io mi perdo.
E sorvolo la mia infanzia indaffarato,
e penso che più lontano dei miei sogni
dei canti antichi in Tibet, là ti ho trovato.


* dedicata

Come disse Ciccio Ingrassia quando dava di matto sopra all'abero in Amarcord:
VOGLIO UNA DONNAAAA!
VOGLIO UNA DONNAAAA!
EhEhEH, Ciao Gaetano, era così per salutarti.

Stupenda

Un mazzo d'emozioni che passano dal passionale all'erotico, al sensuale.

Un marasma di versi che si vivono un amore.
Veramente bravo.

L'unica cosa che mi sento di dirti e' un'impressione: leggendola, per me finisce alla prima parte.

Il resto ( sempre per me eh...) nulla toglie e nulla aggiunge.

Non ti ho mai letto cosi'
e devo dire che mi hai resa particolarmente felice ed emozionata.

Bacerrimi

Reb