AQUILONI A PLANARE - ANAM GAETANO BENEDETTO

Nel momento prima del ritorno
quando illuminato
è il ricordo dal tuo sguardo
nel vuoto
nel silenzio precoce delle crepe
delle dolci apparenze mediatiche
nei discorsi borghesi
da salone settembrino dell'auto,
ho incontrato il tuo passo
ho incrociato la tua voluttuosa
forma di persona,
come si fa con l'amore parlato,
o con il fuoco che nessuno
può toccare.

Nel petto, il mio battito
selvaggio
e quella sensazione di qualcosa
che di me hai strappato
ora è ricordo,
è il tempo svanito e vanitoso
della voglia di annegare
nel mare calmo dei tuoi occhi,
e di scagliare via tavoli e sirene
luci stroboscopiche
e cameriere posate e scolpite;
e come un insetto, poi,
senza meta,
attraversare lo spazio temporale
che ci separa,
al riparo dal consumo di whisky,
per godere della tua pelle distratta
dalla cura famelica degli anni
passati,
degli anni annoiati.
E poi sostare felice
sull'isola fertile delle tue labbra
che danzano
come fili d'erba
disegnarti dal volto
solo e illuminato della luna.

La tua bellezza terrena
è medaglia nel cielo
tra gli alberi a scorrere
e tralicci post Babele,
la tua terrena bellezza
è al gusto di menta e chicchi di caffè,
e i tuoi capelli di carbone:
nel loro ventre
nella loro miniera intatta,
e poi in basso nelle tenebre
dei tuoi pensieri nella notte
e nel mare agitato dei tuoi occhi,
sono ormai tortura e bussola smarrita,
sapore incestuoso delle dita.

Nel momento prima del ritorno
ti ho vista,
nel momento prima del ritorno
ti ho persa,
e come un aquilone a planare
mi son lasciato morire.

Idem qui...

(Titolo splendido, PoDG)

( e pure la musica che hai scelto... )

Il bar ce lo abbiamo infilato un po' a forza, ma il messaggio non è assolutamente ermetico, qui: un ricordo che si fa struggente fino a lasciarsi planare, senza nessun filo vitale a sostenerne il volo.

Bellissima per me

E' musicale, lirica sul filo del blues...mistica ?

per ora ho percepito questa atmosfera.
Io in genere leggo una prima volta solo per capirmi "la sensazione"
e devo farlo leggendola senza penetrarla più di tanto col pensiero

ma poi ritorno anche con l'armata al seguito
una volta sedimentata sul bicchiere la sensazione.

un martini con ghiaccio, grazie ( a proposito di ghiaccio) !

ciao ciao

Che bella bella bella poesia di innamorato.
Si lascia dietro il vincolo della storia al bar e s'innanza sicura e sincera.
Convince come un'accesa dichiarazione d'amore
e chi la fa non è alle prime armi.

In tanta spontanea efficacia un aggettivo mi riconduce a sorpassate idee
(non siamo tutti "borghesi"?) e mi stona il ritmo. Ma è cosa da poco.

"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

Ciao bambine!

se non partecipo non commento, ma questa è troppo forte.

sei un artista penna del giorno.

Pinina!!!
E dove sta scritto che chi non partecipa non può commentare?????
Sarai sempre e sempre e sempre la benvenuta!
Un bacio

ciaooooooooooooooooooooo

Daniela Micheli ha scritto:

Il bar ce lo abbiamo infilato un po' a forza, ma il messaggio non è assolutamente ermetico, qui: un ricordo che si fa struggente fino a lasciarsi planare, senza nessun filo vitale a sostenerne il volo.

Bellissima per me

l'ho scritta in un bar... può bastare? e poi sentivo quei sapori tornare

Alkimias ha scritto:

E' musicale, lirica sul filo del blues...mistica ?

per ora ho percepito questa atmosfera.
Io in genere leggo una prima volta solo per capirmi "la sensazione"
e devo farlo leggendola senza penetrarla più di tanto col pensiero

ma poi ritorno anche con l'armata al seguito
una volta sedimentata sul bicchiere la sensazione.

un martini con ghiaccio, grazie ( a proposito di ghiaccio) !

ciao ciao

martini con ghiaggio, prego ...aspe che lo preparo...







a domani con gli zoccoli dell'armata!

con le -ciabatte- dell'amata

ciao buonanotte

Buonanotte alkimians!

Pinina Podestà ha scritto:

se non partecipo non commento, ma questa è troppo forte.

sei un artista penna del giorno.

commentone... grazie! non so dire altro

Rosalba Signorello ha scritto:

Che bella bella bella poesia di innamorato.
Si lascia dietro il vincolo della storia al bar e s'innanza sicura e sincera.
Convince come un'accesa dichiarazione d'amore
e chi la fa non è alle prime armi.

In tanta spontanea efficacia un aggettivo mi riconduce a sorpassate idee
(non siamo tutti "borghesi"?) e mi stona il ritmo. Ma è cosa da poco.

"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

nelle cose che scrivo c'è sempre un fuori onda... e lo so che non siamo tutti borghesi, non volevo dire questo eh
grazie per le cose belle che hai scritto

Daniela Micheli ha scritto:

Pinina!!!
E dove sta scritto che chi non partecipa non può commentare?????
Sarai sempre e sempre e sempre la benvenuta!
Un bacio

anzi fa piacere!

a domani! la pdg ho visto che già dorme....

Letta. Ottimi, ottimissimi spunti. Mi faccio offrire un caffè dal PoDG e torno. E commento.

Buongiorno PoDG

caspita, bella! Da leggere e rileggere!
Riempie l'anima d'aria.

Ritorno tra poco, se ci riesco!

Una bella poesia d'amore. Piaciuta. Ma c'è una parola che mi lascia basita
" stroboscopiche".

Non è mai facile descrivere un innamoramento senza essere banali. Effettivamente manca un bar come luogo fisico, ma dal punto di vista artistico non manca niente.

Qui c'è molta originalità di immagini, che sono ricercate e selezionate. In qualche punto avrei preferito un po' d'audacia in più ("il fuoco che nessuno / può toccare", "volto / solo e illuminato della luna" - queste immagini lasciano meno immaginazione di tutte le altre presenti), ma credo che sia davvero una questione di gusti personali.
Molto immaginifici sono invece altri passaggi:

"di scagliare via tavoli e sirene
luci stroboscopiche
e cameriere posate e scolpite;
e come un insetto, poi,
senza meta,
attraversare lo spazio temporale
che ci separa,"

qui veramente niente da dire e molto da complimentarsi;

"La tua bellezza terrena
è medaglia nel cielo
tra gli alberi a scorrere"

originalissima, sembra di camminare fra gli alberi con il naso all'insù, contemplando la bellezza del sole che compare e scompare tra le fronde. Una delle mie immagini preferite.

"sono ormai tortura e bussola smarrita,
sapore incestuoso delle dita."

Questa invece l'audacia ce l'ha eccome.

"e come un aquilone a planare
mi son lasciato morire."

Senza parole, finale che colpisce nel segno. Un'immagine che non ha bisogno di commenti.

Mi vorrei soffermare sulla tua metafora di occhi come mare in cui annegare:

"della voglia di annegare
nel mare calmo dei tuoi occhi,"

e poi

"e nel mare agitato dei tuoi occhi,"

La usa anche Prevert in Sabbie mobili:

"(...)

Ma nei tuoi occhi socchiusi
Due piccole onde son rimaste
Demoni e meraviglie
Venti e maree
Due piccole onde per annegarmi."

E' proprio una bella poesia, grazie PoDG

Aleksius

aleksius ha scritto:

Letta. Ottimi, ottimissimi spunti. Mi faccio offrire un caffè dal PoDG e torno. E commento.

ecco ecco ecco il caffè

salmace ha scritto:

Buongiorno PoDG

caspita, bella! Da leggere e rileggere!
Riempie l'anima d'aria.

Ritorno tra poco, se ci riesco!

sono contento! a dopo allora!

Aleksius questa di Prevert non l'avevo mai letta.
ti ringrazio per la tua analisi cosi dettagliata!
una poesia che è nata in maniera sorprendente e naturale, ma questa è un periodo buono da quel punto di vista e queste cose riescono "facili"