EROINA - ANAM GAETANO BENEDETTO

mariovaldo ha scritto:

Buongiorno a tutti.
Questa mattina non mi va di scherzare troppo, sia per ciò che ho appena letto, sia per mio prolungato malumore. Perciò mi perdonerai PdG, mi perdonerete tutti, spero, se sarò essenziale.
A me è piaciuto.
Il disordine narrativo secondo me segue il disordine interiore dell'io narrante, reso molto bene.
Il corsivo aiuta molto a distinguere i viaggi onirici angoscianti dalla realtà altrettanto angosciante che lo affligge.
Vi sono quà e la refusi, qualche arditezza lessicale di troppo e qualche ridondanza tipo "finestre che ci separavano dal mare grigio contaminano dall’inverno, fuori, dove quel fuori è superfluo, oppure più avanti quel Bologna didascalico , ininfluente nell'economia scarna della narrazione.
Ma il racconto vive, trasmette le emozioni che volevi tra le quali l'angoscia, che ancora non mi abbandona.
Ma non è colpa tua, è colpa di questo schifo che ci circonda e che tu hai magari solo sfiorato.
Complimenti!

se a OrsoValdo piace io sono mooooolto contento!

Citazione :

Il disordine narrativo secondo me segue il disordine interiore dell'io narrante, reso molto bene.
Il corsivo aiuta molto a distinguere i viaggi onirici angoscianti dalla realtà altrettanto angosciante che lo affligge

questo passaggio del tuo commento mi rende molto felice perchè è quello che volevo trasmettere
so di non essere perfetta nella parte tecnica ma cerco di compensare con il resto...
ti ringrazio molto!
a dopo!

ma dov'è la Podg?

ciao pdg, mi cercavi?

ciao Podg! si che ti cercavo!
qui la mano compagno!

sei un po comunista Pdg.... con sto compagno...
scherzo ovviamente...ho letto il tuo racconto...
mi piace quel variare tra realtà e visione, forse è un po troppo angoscioso...

sei un podg divertente
grazie

siamo soli...

e siiiiiiiiiiiiiii

aleksius ha scritto:

Un brano DIFFICILE.
Quando si vogliono narrare le sensazioni corporee, si può scegliere di farlo parlando al lettore con dovizia di particolari e forma impeccabili, tenendolo però distaccato dalle sensazioni stesse, oppure di sconvolgere la sintassi convenzionale e trascinare il lettore nel marasma. La seconda opzione è la più affascinante ma anche la più difficile da rendere, perchè se non riesce nel suo intento lascia il lettore di fronte a qualcosa di poco razionale non meglio definito.

Questo brano, che ha scelto coraggiosamente la seconda opzione, riesce piuttosto bene nell'intento in quasi ogni sua parte, aiutandosi con l'intelligente scelta del corsivo per le parti ossessive del pensiero di "Francè".

Dopo una seconda rilettura mi sono divenuti chiari passaggi che alla prima non lo erano. In particolar modo:

"in direzione del banco trafficato dai tre baristi e dalla proprietaria dagli occhi azzurri, e sanguinanti.

Come sanguinanti?"

Questa compresenza dell'aggettivo "sanguinanti" nella parte di lucidità e di obnubilamento mi sembrava una forzatura, invece rende proprio bene il passaggio dall'una all'altra fase, la comparsa di questa allucinazione (o allucinosi, secondo la fenomenologia psichiatrica) improvvisa.. che getta nelle tenebre l'Io narrante.

I periodi sono poveri di subordinate, ma per questo tipo di racconto va bene.




Ottimo lavoro PDG

Aleksius

La penna del giorno ha scritto:

aleksius ha scritto:

Un brano DIFFICILE.


Questa compresenza dell'aggettivo "sanguinanti" nella parte di lucidità e di obnubilamento mi sembrava una forzatura, invece rende proprio bene il passaggio dall'una all'altra fase, la comparsa di questa allucinazione (o allucinosi, secondo la fenomenologia psichiatrica) improvvisa.. che getta nelle tenebre l'Io narrante.



Aleksius

questa cosa l'ho proprio cercata

letto.. è tosto...
potrebbe essere migliorato tecnicamente, bello il passaggio (come hanno già sottolianeato) dal quel sanguinanti.
tra realtà e follia, fantasia e visione
ciao Pdg

Anam ha scritto:

tra realtà e follia, fantasia e visione

grazie anam del passaggio

Cara PdG (non dico spesso "cara"), o tu hai vissuto l'esperienza dell'eroina, vuoi sulla tua pelle vuoi per qualche caro amico che c'è rimasto, o tu sei una penna capace di esprimere cose che non ha vissuto con la stessa intensa sensibilità di chi c'è passato dentro. No, non voglio fare il ficcanaso, questo è il solo modo che mi viene per esprimerti, appena letta latua pagina, il mio giudizio.
Quando il linguaggio si compenetra col soggetto narrato e ad esso si salda in una coerentissima efficacia, non mi pare il caso di aggiungere altro. E spero che a te sia sufficiente.

"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

per me è una cosa enorme quella che hai scritto, e ti dico che non ho mai fatto usodi quella roba e neanche i miei amici, è tutto frutto della mia fantasia.
sento forte quell'argomento
grazie

ps le tue domande sono leggittime

La penna del giorno ha scritto:

vediamo vediamo vediamo!
quelle "fesserie" potrebbero essere utili per me, non trovi?

Visto che proprio insisti... ecco le fesserie, cioè quello che la mia testa pensa (e io cerco faticosamente di tradurre ) ri-leggendo il tuo racconto. ma abbi comprensione, ok?
Dunque...
Ci dici che Francè ha paura (“il peso asfissiante della paura”). Io non ne vedo traccia. Ha fame, vuole un altro cornetto, forse è fatto di fresco. Semmai potrebbe essere “in paranoia” come si suol dire con orrenda ma ormai consueta espressione.
Poi dici: “L'immagine di Paolo... alitava la sua presenza mortificante”. Mortificante? E perchè? Francè è mortificato? Mortificato è un bambino che ha fatto una marachella, un ospite che rovescia sul tappeto il caffè, un cliente che rompe i gingilli in un negozio... L'immagine di Paolo, semmai e secondo quello che mi sembra di capire (!?), potrebbe alitare direttamente la “morte”.
“Sanguinanti”. Immaginiamo che nella mente di Francè si sovrapponga al presente/concreto/reale il passato/traccia mnestica, e si crei un fenomeno illusivo. Ma Paolo, nei momenti della tragedia, aveva gli occhi “sanguinanti”? No. Aveva la bava alla bocca, forse gli occhi strabuzzati, voltati in alto sì da mostrare solo “il bianco”... sanguinanti è fuorviante, e se è una totale rielaborazione mentale di Francè è una scelta rappresentativa un po' abusata e che sa solo di truculento.
Thea torna col cornetto e piange. Addirittura “annaffia” i capelli di Francè! Mi stona. Mi sembra davvero troppo caricata. Che sta vedendo? Che Francè è un drogato? Che è “fuori di testa”? E non lo sa già? E non sono soltanto due “ex” di chissà quanti anni prima?
Infine il discorso, credo molto importante, relativo al ricordo del drammatico accaduto. A parte il fatto di non riuscire a ben localizzarlo (per strada sotto i portici? In un ambiente illuminato da luci al neon?), dovrebbe essere meglio esplicito che l'iniziazione è quella di Paolo. Pensa che alla prima lettura l'avevo riferita a Francè, con conseguente mio ulteriore incasinamento...
Insomma PdG, queste sono le fesserie più importanti (bella incongruenza, eh eh...) che mi sono passate per la testa. Che poi possano esserti utili... questo me lo dirai tu.

ammetto che hai capito poco di tutto

chi ha paura non può avere fame?
chi ha paura per giorni interi e che si susseguono non mangia?
la mortificazione non è un sentimento sentimento di vergogna, avvilimento?
e poi sanguinare ...li c'è il passaggio tra realtà e visioni
chi fa uso di quelle sostanze ha quei problemi, sovrappone i due mondi per un fatto chimico
ma non voglio essere professore di nessuno, non ne ho voglia ne potenziale
Thea dice: da domani torni al sert, quindi sa che c'è stato e chi va al sent ha problemi con la droga, no?
la luce al neon ha accompagnato la morte di paolo
i portici la prima volta che si sono "fatti"

piu chiaro adesso?

e dire che ne avevo scritti di piu assurdi negli altri round

La penna del giorno ha scritto:

ammetto che hai capito poco di tutto

E che t'avevo detto?
Evidentemente era l'unica cosa che avevo capito!

turirubino ha scritto:

La penna del giorno ha scritto:

ammetto che hai capito poco di tutto

E che t'avevo detto?
Evidentemente era l'unica cosa che avevo capito!

spero di essere stata utile nei chiarimenti

Rosalba Signorello ha scritto:

Cara PdG (non dico spesso "cara"), o tu hai vissuto l'esperienza dell'eroina, vuoi sulla tua pelle vuoi per qualche caro amico che c'è rimasto, o tu sei una penna capace di esprimere cose che non ha vissuto con la stessa intensa sensibilità di chi c'è passato dentro. No, non voglio fare il ficcanaso, questo è il solo modo che mi viene per esprimerti, appena letta latua pagina, il mio giudizio.
Quando il linguaggio si compenetra col soggetto narrato e ad esso si salda in una coerentissima efficacia, non mi pare il caso di aggiungere altro. E spero che a te sia sufficiente.

"Il libro è l'oppio dell'Occidente." Anatole France

Stanotte non ho osato scrivere ciò che ha fatto, qui sopra, Rosalba.
Nel senso che a me, questa pagina - mi pare di averlo anche scritto, nel caso ripeto - mi è arrivata talmente vero da poter quasi pensare a che sia una pagina di diario.

La penna del giorno ha scritto:

turirubino ha scritto:

La penna del giorno ha scritto:

ammetto che hai capito poco di tutto

E che t'avevo detto?
Evidentemente era l'unica cosa che avevo capito!

spero di essere stata utile nei chiarimenti

Ahimè, no... ed è meglio che io non insista.
Fra parentesi, giusto per rivendicare un minimo di dignità (almeno come medico), sapevo e so cos'è un Ser.T.
Ci ho lavorato un bel po'.

non volevo offendere la dignità di nessuno

Daniela Micheli ha scritto:

Nel senso che a me, questa pagina - mi pare di averlo anche scritto, nel caso ripeto - mi è arrivata talmente vero da poter quasi pensare a che sia una pagina di diario.

Quoque tu Daniela filietta mihi !



tanto per alleggerire propongo questo quiz figurato...
E che l'admin adorata mi perdoni!


gulp... mi pare di no!