AMANDOMI - DANIELA MICHELI

Non so precisamente come funzioni questo forum e nemmeno come funzioni quello della vita. Sì, perché c'è il forum di tutti giorni e i blog di tutti i giorni. Blog di messaggi detti e non detti, di propositi e arrabbiature varie. Le chat private e quelle pubbliche. Solo che le persone le vedi in queste chat ma il prodotto non cambia perché anche se le vedi, ti rendi conto di non conoscerle.
Amandomi....
Non so nemmeno come funzioni il navigare quotidiano. Sapete quello che ti fa fare i conti con i bambini presi per scemi o ritardati, dislessie confuse, insegnanti che deridono, lavori persi, qualcosa di nuovo trovato, gallerie che ti chiedono un patrimonio per esporre, pirati della strada e di quelli che ti mettono su una strada.
Amandomi....
Alcune volte mi sono detta che non valgo poi così tanto. Altre, mi sono confusa fra miriadi di geni incompresi che popolano il nostro pianeta ma sognano di stare su un altro. Poi, ci sono gli anni barattati e anche i secoli barattati in cui ti dici che forse non appartieni a questo tempo. E se ci pensi un po', scopri magari che il tuo secolo deve ancora venire e che forse è il 2012, una specie di fine del mondo, proprio come sei tu.
Amandomi...
Spesso mi sono accorta che non mi sono tanto amata. Alcune volte ho anche desiderato di sparire in un qualche angolo della terra, non troppo angolo perché anche quelli si misurano sempre. Se fossi andata per un angolo giro, forse mi sarei ritrovata in uno specchio concavo con qualche chilo di troppo. In quello acuto, avrei pensato di essermi persa in un paese del Lazio e in quello ottuso, ci vivo praticamente ogni giorno perché gli ottusi non sono solo gli angoli o i luoghi.
L'angolo piatto poi mi fa pensare a certe esperienze non del tutto culinarie. Allora l'angolo che vorrei forse è quello perso su una tela o fra le pagine apparentemente bianche di un foglio che galleggia appena, sospeso in una particolare dimensione.
Già così avverto questo Amandomi.

Cinzia, ciao. Ho ricevuto avviso di una pubblicazione nella sezione e mi sono stupita. Ho unito questa tua come commento alla pagina di oggi. Le tue parole mi hanno commossa molto. Ti abbraccio. Forte.
Dani

oh, vedo che avete usato i ditini oggi...

Nuccio Pepe ha scritto:

Alcune considerazioni sparse ( scusami PdG se uso il tuo spazio)


Leggo di difficoltà ad interpretare le regole del forum. Ciò mi da contezza dei tempi tristi di incomunicabilità in cui viviamo.
Credo che tali regole siano espresse chiaramente e ribadite spesso. Partecipare ad un forum è una libera scelta e presuppone la condivisione e il rispetto di tutti i partecipanti.
All'inizio della mia partecipazione ho chiesto spesso lumi e chiarimenti a Daniela risolvendo, rapidamente le mie ambasce.
Mi è capitato di avere impegni di lavoro o difficoltà di connessione che hanno reso difficoltosa la gestione della giornata quando ho avuto il piacere di essere PdG, ma facendo i salti mortali ho sempre dato risposte, anche con un solo cenno di saluto, a tutti coloro che avevano avuto la cortesia di leggere ( e tale atteggiamento lo ho ritrovato anche in altre Penne).
Rispondere ad una domanda con un'altra domanda, non rispondere affatto, postare versi
( egregi, tra l'altro) per "rispondere" ad un commento, può dare la sensazione ( o almeno a me questo succede) di una chiusura a spirale, io/io, io/tu, gli altri non ci sono.
Bene, scusate le chiacchiere mattutine, ma visto che mi ritrovo a stare, ottimamente, in questo forum, e ho imparato a voler bene a tutte le Penne, ci tenevo a dirvi il mio pensiero.

Nuccio, concordo con quanto tu dici e sai bene quante volte mi sono incazzata come un picchio quando le regolare del partecipare non solo non vengono capite, ma proprio disattese. Posso solamente dirti che io credo sia una questione di reciproco rispetto. Poi i problemi li abbiamo tutti quanti, perlamordidio... Io mi prostituisco per ll sblocco internet
Però c'è anche un altro aspetto: se non prendiamo per la manina che percepiamo sono delle new entry, aituandoli e dicendo loro tranquillamente ciò che pensiamo, finisce che restiamo tra di noi a raccontarcela e a menarcela. Quindi, ok partecipare, ok inviare le pagine ma cerchiamo di interagire come la parola stessa FORUM presuppone, osservando come si comportano gli altri.
Visto che ho percepito da cosa nasce la tua esternazione, probabilmente ho sbagliato io a mandare come prima pagina quella di una penna che si è chiaramente percepita nuova e non affidare l'inaugurazione a penne scafate...
Baci, a poi

Cara Daniela,
concordo con il concordato !!
Penso che cominciamo a conoscerci (!), quindi sai che da parte mia non esiste nessuna nota polemica, solo delle riflessioni e ,se così si può dire, dei consigli da parte di chi new entry c'è stato a chi sta arrivando ora.

E poi ....
mi sa che sarà, anche questa volta, un bel round !!

concordiamoci così, senza pudorrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
(ma canterò bene?!?!?)

La penna del giorno ha scritto:

La tristezza era voluta, nel senso che ciò che volevo fare emergere era il fatto che anche il desiderio femminile non è un tabù, che anche le donne desiderano orgasmi, che anche le donne lo cercano, pure con l'autoerotismo. Qui, volendono inserire nel contesto di una storia, mi è uscita così. Grazie.

Quanto dici è dovuto, e penso che ormai sia anche acquisito, nella società in cui ci muoviamo adesso. Se hai voluto comunque farlo emergere perché così sentivi (e quindi così è giusto che tu facessi) mi suona poco consono legare tale "rivendicazione" (si fa per dire) alla tristezza...se si vuole sottolineare un'esigenza, infatti, non la si circonda di "povertà". Sembra quasi che tu dica: anche le donne lo "fanno" ma il "farlo" è di per sé privo di sostanza, perfino un po' grottesco nella messinscena (indumenti di seta ad hoc). E allora più che emergere il bisogno erotico di lei, traspare di gran lunga la sua solitudine che, come dicevo nel primo commento, è più esistenziale che fisica.

buongiornp pdg. Questa donna secondo me non è triste perchè è sola, ma è sola perchè è triste. Bella pagina.
Ciao

Anche i miei ammirati omaggi, collega Penna del Giorno (maiuscole non casuali)

Solo amando se stessi abbiamo qualche possibilita' di amare gli altri ....

Ciao, Cinzia. Riprendo questa tua frase:
"Spesso mi sono accorta che non mi sono tanto amata. Alcune volte ho anche desiderato di sparire in un qualche angolo della terra, non troppo angolo perché anche quelli si misurano sempre. Se fossi andata per un angolo giro, forse mi sarei ritrovata in uno specchio concavo con qualche chilo di troppo. In quello acuto, avrei pensato di essermi persa in un paese del Lazio e in quello ottuso, ci vivo praticamente ogni giorno perché gli ottusi non sono solo gli angoli o i luoghi.": succede di non amarsi abbastanza, di dimenticarsi il proprio nome e di aggrapparsi a tutto, anche alla scrittura o, mi pare di capire, alla pittura per ritornare a volersi bene.
Ti ringrazio molto delle parole che mi hai regalato.

"Quanto dici è dovuto, e penso che ormai sia anche acquisito, nella società in cui ci muoviamo adesso. Se hai voluto comunque farlo emergere perché così sentivi (e quindi così è giusto che tu facessi) mi suona poco consono legare tale "rivendicazione" (si fa per dire) alla tristezza...se si vuole sottolineare un'esigenza, infatti, non la si circonda di "povertà". Sembra quasi che tu dica: anche le donne lo "fanno" ma il "farlo" è di per sé privo di sostanza, perfino un po' grottesco nella messinscena (indumenti di seta ad hoc). E allora più che emergere il bisogno erotico di lei, traspare di gran lunga la sua solitudine che, come dicevo nel primo commento, è più esistenziale che fisica."

Rivendicazione in questo caso la intendo come un voler stare bene, se pur in modo effimero e che poi, alla fine, lascia anche poco. Da qui la messinscena della biancheria da commedia, del sentirsi "bella" quando decidi di dedicarti a te stessa, quando hai magari passato una settimana con una tuta da ginnastica addosso, i capelli a truciolo e le ciabatte, concordando, infine, sulla solitudine esistenziale che contempla anche il non avere nessuno, oltre a sé stessa, che la contemplerà con quegli indumenti.

Emma, non sono molto d'accordo con te quando dici:
"non è triste perchè è sola, ma è sola perchè è triste"
si può restare soli anche quando si è allegri, si è vitali e tutt'altro che tristi...
Grazie Emma.

"Solo amando se stessi abbiamo qualche possibilita' di amare gli altri ...."
Edward è esattamente così. O non si spiegherebbe l'inaridimento di sentimenti che ci circonda. Non ci amiamo abbastanza e, forse, non facciamo nulla per amarci, perchè comporta scelte. Grazie anche a te.

Ecco un bel racconto senza né retorica letteraria, né timidezze , né volgarità. E senza nemmeno il peso di filosofemi da liceo verso i quali purtroppo noto una certa corrività. Ma semplicemente disperazione e senso, confusi come dietro un vetro appannato. Che non è la memoria, ma il presente.

Grazie, Vittorio.
Non c'è un cedere alla memoria, o sarebbe stata una pagina troppo lacrimosa e sarebbe stata decisamente stridente, a mio avviso, in questa situazione. C'è un prendere atto del presente.

"Ma semplicemente disperazione e senso, confusi come dietro un vetro appannato."

Bella, grazie!

Edward Sunflower ha scritto:

Solo amando se stessi abbiamo qualche possibilita' di amare gli altri ....

Edooooooooooo
che bello trovarti qui!

Vittorio Delsenso ha scritto:

Ecco un bel racconto senza né retorica letteraria, né timidezze , né volgarità. E senza nemmeno il peso di filosofemi da liceo verso i quali purtroppo noto una certa corrività. Ma semplicemente disperazione e senso, confusi come dietro un vetro appannato. Che non è la memoria, ma il presente.

Benvenuto, signor Delsenso e che la penna sia con lei.
Ha uno splendido avatar. Magritte, credo...

Daniela Micheli ha scritto:

Vittorio Delsenso ha scritto:

Ecco un bel racconto senza né retorica letteraria, né timidezze , né volgarità. E senza nemmeno il peso di filosofemi da liceo verso i quali purtroppo noto una certa corrività. Ma semplicemente disperazione e senso, confusi come dietro un vetro appannato. Che non è la memoria, ma il presente.

Benvenuto, signor Delsenso e che la penna sia con lei.
Ha uno splendido avatar. Magritte, credo...

Si è Magritte, quell'uomo di spalle mi sembra un'inquietudine e una speranza

Vittorio Delsenso ha scritto:

Daniela Micheli ha scritto:

Vittorio Delsenso ha scritto:

Ecco un bel racconto senza né retorica letteraria, né timidezze , né volgarità. E senza nemmeno il peso di filosofemi da liceo verso i quali purtroppo noto una certa corrività. Ma semplicemente disperazione e senso, confusi come dietro un vetro appannato. Che non è la memoria, ma il presente.

Benvenuto, signor Delsenso e che la penna sia con lei.
Ha uno splendido avatar. Magritte, credo...

Si è Magritte, quell'uomo di spalle mi sembra un'inquietudine e una speranza

Credo ci sia anche la versione al femminile, con la luna che però guarda nell'altro senso.
Sì, concordo sulla tua interpretazione, di spalle per dimenticare e non vedere ciò che lascia dietro di sé. Inquietudine nel farlo, impinguato nel suo abito scuro. Speranza in quella falce di luca sulla testa.
Complimenti per la scelta, è un pittore che amo molto e del quale mi sono persa l'ultima a Milano ma chi c'è andato, è venuto a casa entusiasta.

Vittorio Delsenso ha scritto:

Ecco un bel racconto senza né retorica letteraria, né timidezze , né volgarità. E senza nemmeno il peso di filosofemi da liceo verso i quali purtroppo noto una certa corrività. Ma semplicemente disperazione e senso, confusi come dietro un vetro appannato. Che non è la memoria, ma il presente.

Concordo circa i filosofemi da liceo.

_____nat

La penna del giorno ha scritto:

Natascia, dopo che ho letto un tuo commento da qualche parte ero in ansia. Non potevano che esserci parole sobrie per questa mia idea. Grazie

Poffarbacco! Da portatrice sana ( ansia) il mio morbo si sta evolvendo in senso manzoniano...sono contagiosa e manco lo sapevo....chiamami Untora


_____nat

Ben preparata la motivazione di quanto la donna farà nell'intimità della sua solitudine, anticipata da quella carezza in testa al gatto che l'aspetta sulla porta di casa.
Sei riuscita a farmi vedere i suoi gesti, la sua lentezza e la sua disperazione in quella testa appoggiata al bordo della vasca, mentre il bicchiere perde la freddezza, diventando qualche cosa come di già passato, già andato.
Scritto bene, senza eccessi.

Ciao, Lucia, ben arrivata. Parlavo nel pomeriggio del tuo avatar, la versione femminile che ricordavo di quello che ha scelto per sé Vittorio.
Benvenuta e che la penna sia con te.

Ciao e grazie. Scrivo poco ma leggo molto. Ti ringrazio del benvenuto. A presto.