Che bella giornata è stata oggi. Sono stata ad un funerale.
Alè, direte voi, ci siamo giocati Annamaria!
I casi sono due: o è schiattato finalmente lo psiconano e nessuno lo sapeva , o la povera donna è impazzita.
Niente di tutto questo. Una delle mie vecchiette è morta.
Venerina, 98 primavere suonate e lo spirito di una monella ribelle.
La mattina era una delle prime a fare capolino e a darmi il buongiorno. Per colazione voleva il pane appena sfornato da inzuppare nel latte. Tante volte è arrivata prima del fornaio e, mentre sistemavo la frutta, mi teneva compagnia raccontandomi le sue mirabolanti avventure.
Diceva di essere quasi contenta che fosse cambiata la commessa, non perchè non volesse bene a Nadia, per carità, ma perchè oramai le aveva narrato tutti gli episodi più buffi della sua lontana giovinezza, e rideva da sola Venerina mentre facendoti l'occhiolino ti diceva che si era sposata incinta di tre mesi, perchè suo marito l'aveva incantonata ( Parole sue ) in un angolo della stalla e, sulla mangiatoia, le aveva fatto la festa.
Povera figlia, è nata bruttarella e piccoletta, e meno male, così tutti han creduto facilmente che fosse settimina.
La mattina del terremoto dell'Aquila è entrata piangendo e le sue parole, quel giorno, hanno disegnato le due guerre mondiali meglio di un libro di storia.
Tre mele, un pacchetto di biscottini al limone, "Le tenerezze", e due panini all'olio.
Una volta al mese una bottiglia d'anice," per quando mio figlio si ferma a prendere un caffè, e per me la sera quando mi sento un pò giù."
Questo, però, era il nostro piccolo segreto.
.Ogni tanto le raccontavo di come passavo io le serate, chiaccherando su face_book coi miei amici virtuali. Lei mi guardava, furba, e rispondeva che allora sto' facebook era come quando ci si incontrava la sera a chiaccherare nella stalla.
Solo che nessuno ti poteva incantonare sulla mangiatoia, allora il divertimento dov' era? Tutti matti sti' giovani di oggi!
Due giorni fa' se n'è andata in punta di piedi.
Nel sonno,senza disturbare nessuno.
Dopo aver mangiato acciughe e cicoria per cena.
Così quando stamattina i negozietti del quartiere hanno abbassato la saracinesca in segno di rispetto, durante il funerale di questa donnina, antico pilastro della zona e nonna un pò di tutti, sono andata a casa a cambiarmi per andare in chiesa a salutarla.
Avevo una maglia nera indosso e tra le volontà di Venerina era specificato che nessuno doveva vestirsi di scuro per accompagnarla nell' ultimo viaggio. E nessuno doveva piangere.E soprattutto si era raccomandata col parroco che la messa fosse breve e concisa, per non annoiare la gente che già aveva avuto la pazienza di essere lì.
Anche il prete sorrideva mentre celebrave le esequie più brevi della sua vita, sgridando quella birbante che aveva voluto fare di testa sua fino all' ultimo.
Tra colori e sorrisi, così voleva salutare i suoi amici, lei. E dopo tutti a casa sua, a mangiare un pasticcino e bere un bicchiere di vino alla sua salute.
La figlia è stata brava, ha organizzato tutto proprio come voleva la mamma e così le sue amiche si sono accomodate in quel salottino antico e hanno chiaccherato di lei, di loro, della vita, vestite in improbabili colori sgargianti di camicette tirate fuori da chissà dove per quell' occasione.
Ciao bella signora, peccato che tu non abbia fatto in tempo a raccontarmi tutto! Ma scommetto che nei prossimi giorni in negozio si parlerà tanto di te. E che ci farai ancora sorridere come oggi, al funerale più sereno al quale io abbia mai partecipato.
( ho pensato che ci sta bene in mezzo alle altre)