Innanzi tutto grazie per aver trattato di Giacomo, uno dei miei preferiti.
Da ragazzo salivo spesso la collina del Bellosguardo per guardare la mia città dallo stesso bastione da dove forse l'avrà ammirata anche lui, quando la visitò errando per i salotti di mezza Italia. Per la verità da ragazzo io salivo lassù in cima perchè quello era un posticino ottimo per andarci a pomiciare con la mia ragazza, e di Leopardi a quel tempo mi interessavo poco quasi niente. Anzi, niente proprio. Sai com’è… Ancora oggi sono tro-o-oppo "gnorante" per sapere se la vicenda che tu narri, o PDG, sia reale o non sia semplicemente immaginata.
Se è giusto mero frutto della tua immaginazione, che dire: bravissima, PDG.
Se anche fosse, invece, costruita su un fatto riportato dalle cronache d'allora, bravissima PDG.
Evidentemente tu immagini che Carlo avesse assorbito il temperamento fiero del padre, molto più di Giacomo. Com'era che si faceva chiamare il babbo di Giacomo? "l'ultimo spadoforo" o qualcosa di simile (e qui scusa di nuovo la mia inarrivabile "gnoranza"!).
La tua pagina parla di un amore fraterno, distratto prima, quasi doveroso a riparare la negligenza dopo. Ecco, io rimango qui, ora, con un dolcissimo amaro in bocca suscitato dalla domanda: "chissà come sarebbero stati i rapporti tra loro se, ancora in vita, Giacomo avesse avuto una così forte conferma dell’affetto fraterno?”
PDG, per quanto mi riguarda sei promossa, a pieni voti.
P.S. perdona il ritardo di questa insulsa postuma nota che, di fatto, ti impedisce esercitare di giusto diritto di replica come PDG. Non ho potuto riaffacciarmi prima.