A 179614 - ILVOLODELFALCO MARGHERITA BASSI

Buongiorno.

Buongiorno

hanno fatto delle variazioni
mica ci ho capito molto... rivo PDG

Ciao PdG, siccome la tollerabilità dell’orrore ha un limite, subito dopo aver letto questa pagina è difficile anche solo augurare una buona giornata.
Allora cerco di limitarmi all’aspetto letterario, ok?
Intanto complimenti per averla scritta e averlo fatto così bene (trovo solo qualche piccolo inciampo, ripetizioni da rivedere, in questo periodo “In realtà non capivo una parola, perchè erano tutti stranieri, ma erano gentili. Mi fecero spazio in un loro letto, mi riempirono di sorrisi e di parole incomprensibili. Riuscii a capire il nome di qualcuno, ma altri erano troppo difficili da ricordare. In particolare feci amicizia con un bambino ed una bambina, che sembravano molto amici fra di loro e sembrava si capissero molto bene.”), ha il ritmo giusto ed è adattata perfettamente al punto di vista di un bambino.
Ti voglio segnalare solo due problemi, secondo me importanti, che riguardano il finale: dà per scontata la conoscenza della vicenda da parte del lettore (senza la quale risulta del tutto incomprensibile), e cade nella contraddizione per cui il bambino narratore sa e racconta qualcosa che non avrebbe mai saputo.
Ciao, e grazie comunque di averla scritta.

Eccomi qua, buongiorno. Non si sorride dopo avere letto questa pagina ma dentro sorrido perchè tu l'hai scritta. Perchè non è mai un argomento scontato.
Hai parlato di un uomo che io chiamai L'angelo che voleva essere dio e il sorriso che mi resta è che la sua storia ancora c'è sui libri di storia, non è ancora stata censurata (chissà se verrà dipinto diversamente coi nuovi libri di testo proposti dalla legge Gelmini), tu ti sei documentata e ne hai fatto una pagina che si deve solamente leggere ma da non lasciarsela sfiorare via, come un semplice esercizio di scrittura.
Questa è una pezzo di storia, della storia che realmente è stata vissuta in prima persona e che si ripete, con colori dalle sfumature diverse ma per tante cose non abbiamo imparato nulla dagli errori e dagli orrori che sono stati fatti.
Io, dal canto mio e sapendo chi tu sei, mi inchino e basta, a prescindere dalla forma sulla quale, tuttavia, non ho nulla da eccepire.
I colleghi di penna qua sopra capiranno questa mia affermazione ad autori svelati.

Ho letto sino in fondo con grande sforzo.
Non parlo della qualità del racconto, PdG, che anzi, ho trovato molto ben scritto e scorrevole. Ma il contenuto mi fa stare male.
Queste cose le ho viste troppe volte nei documentari, ne ho letto troppo, mi infurio come una bestia quando sento che c'è chi addirittura le nega, non potendo giustificarle.
I bambini, poi... Non che sterminare o torturare adulti sia meno abominevole. Ma i bambini, i cuccioli, sono rispettati persino tra le belve e se a volte accade che vengano uccisi esistono ragioni naturali che lo giustificano.
Ecco, per chi ha fatto queste cose, per chi le fa, e per chi le auspica non c'è perdono, non ci deve essere tolleranza o "civiltà" che impedisca di dare loro tutto ciò che si meritano.
Scusa lo sfogo, PdG, tu non c'entri, anzi, è bene ogni tanto ricordare cosa è stato perpetrato.

PDG, grazie per questo racconto, terribile ma necessario testo-documento per non dimenticare, per moltiplicare anzi le occasioni di memoria. Memoria della bestialità, della mostruosità, del male assoluto...

Mi sono documentato : il bambino innocente che dà il titolo al racconto era italiano, Sergio De Simone, 8 anni. Era nato a Napoli, quartiere Vomero, al numero 8 di Via Scarlatti, il 29 novembre 1937. Il padre, Eduardo, marinaio, la madre, Gisella, già residente a Fiume, ebrea. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, Gisella, ritenendo Fiume più sicura , decise di trasferirsi lì col bambino, dai suoi genitori. E fu lì che Gisella ed il piccolo Sergio furono rastrellati dai nazisti, dopo l'8 settembre 1943.
Madre e figlio furono portati ad Auschwitz. Il piccolo Sergio diventò il prigioniero A 179614, nel Block 10, la baracca dei bambini. Lì, selezionato con altri 19 bambini, incontrò un mostro demoniaco travestito da medico sorridente e gioviale..: il dottor Josef Mengele... ed incontrò l'orrore.

Tremendo!! Come ha giustamente osservato Daniela, questa orribile vicenda pone in secondo piano la forma letteraria (peraltro pregevole) e ci fa riflettere a fondo, più efficacemente di tante ipocrite commemorazioni di certi politici nostrani, peraltro ex fascisti...

Who, hai letto questa pagina?
No, non credo tu l'abbia fatto se no capiresti che non è il caso di ironizzarci sopra.
Tu puoi fare ciò che credi, ma non scartavetrarmi le ovaie con le tue provocazioni e torna in te.
Ciao.

Riecco la PDG tra voi per un'oretta, poi deve uscire di nuovo.

Ciao PDG, ben tornata.
Scusa il mio sfogo qui sopra la tua pagina che tutto merita meno che dell'ironia gratuita.

Nuccio ha scritto:

Sono cose avvenute e che continuano ad avvenire sotto altre forme.
L'orrore finirà mai ?
Ben scritto, anche se come argomento mattutino ....
Grazie PdG

Si, come argomento mattutino non è il massimo lo so.... non lo era neanche per me mentre lo scrivevo, infatti ho avuto la tentazione di mollarlo lì più di una volta.
L'orrore finirà mai? Dici che richiamando la memoria può essere un aiuto? Non lo so, spero di si. Anche se mi sembra di essere ottimista per niente.
grazie, Nuccio per aver letto e commentato, e capito.

rubinia ha scritto:

Di fronte a questo argomento, con la coscienza che la fonte di ispirazione è, purtroppo, uno dei capitoli più dolorosi della Storia, io non riesco a dire nemmeno una parola se non che provo ammirazione per chi riesce a parlarne e lo fa col massimo rispetto e la dovuta delicatezza.
Come hai fatto tu, PdG.
Ruby.

Ciao Rubi! Grazie per il complimento.. in realtà è proprio il dolore che provo per questi atti terribili e senza senso compiuto, che mi dà la forza di raccontarli. Non è masochismo gente, è ribellione assoluta.

Un sorriso ed un abbraccio.

Non ti preoccupare Dani, succede ;o)

PDG, ti mando privatamente un link. besos.

E tu sei uno che ora finisce nella mia lista "ignore".
Buona vita, Who.

turirubino ha scritto:

Ciao PdG, siccome la tollerabilità dell’orrore ha un limite, subito dopo aver letto questa pagina è difficile anche solo augurare una buona giornata.
Allora cerco di limitarmi all’aspetto letterario, ok?
Intanto complimenti per averla scritta e averlo fatto così bene (trovo solo qualche piccolo inciampo, ripetizioni da rivedere, in questo periodo “In realtà non capivo una parola, perchè erano tutti stranieri, ma erano gentili. Mi fecero spazio in un loro letto, mi riempirono di sorrisi e di parole incomprensibili. Riuscii a capire il nome di qualcuno, ma altri erano troppo difficili da ricordare. In particolare feci amicizia con un bambino ed una bambina, che sembravano molto amici fra di loro e sembrava si capissero molto bene.”), ha il ritmo giusto ed è adattata perfettamente al punto di vista di un bambino.
Ti voglio segnalare solo due problemi, secondo me importanti, che riguardano il finale: dà per scontata la conoscenza della vicenda da parte del lettore (senza la quale risulta del tutto incomprensibile), e cade nella contraddizione per cui il bambino narratore sa e racconta qualcosa che non avrebbe mai saputo.
Ciao, e grazie comunque di averla scritta.

Ciao Turi! Ma che bel commento, l'ho letto più di una volta e molto attentamente. Si, le ripetizioni sono un mio problema, non c'è nulla da fare, e hai ragionissima. Hai ragione anche sull'ignoranza riguardo alla pagina di storia... ma mi sembrava... troppo, esagerato, parlare direttamente del problema, intanto perchè avrei dovuto cambiare punto di vista del narratore, poi perchè.... insomma, non ce l'avrei fatta a raccontare come davvero stavano le cose. Troppo orrore!! Comunque capisco la tua allusione, non è facile leggere un racconto se si ignorano i fatti. E ti dò piena ragione nella seconda parte, ho fatto l'errore di cambiare narratore, e ho forzato troppo la fine della storia.
Grazie a te di averla letta, Turi, e grazie del tuo preziosissimo commento!

Dani, il messaggio me l'hai mandato nei privati del mio account non da PDG. poi lo vado a vedere, ora finisco di commentare che alle due scappo via.

Daniela Micheli ha scritto:

Eccomi qua, buongiorno. Non si sorride dopo avere letto questa pagina ma dentro sorrido perchè tu l'hai scritta. Perchè non è mai un argomento scontato.
Hai parlato di un uomo che io chiamai L'angelo che voleva essere dio e il sorriso che mi resta è che la sua storia ancora c'è sui libri di storia, non è ancora stata censurata (chissà se verrà dipinto diversamente coi nuovi libri di testo proposti dalla legge Gelmini), tu ti sei documentata e ne hai fatto una pagina che si deve solamente leggere ma da non lasciarsela sfiorare via, come un semplice esercizio di scrittura.
Questa è una pezzo di storia, della storia che realmente è stata vissuta in prima persona e che si ripete, con colori dalle sfumature diverse ma per tante cose non abbiamo imparato nulla dagli errori e dagli orrori che sono stati fatti.
Io, dal canto mio e sapendo chi tu sei, mi inchino e basta, a prescindere dalla forma sulla quale, tuttavia, non ho nulla da eccepire.
I colleghi di penna qua sopra capiranno questa mia affermazione ad autori svelati.

Buongiorno, Dani. Si, questa storia è un pò da stringere... ho sofferto nel documentarmi, perchè in giro ci sono anche foto, visi di bambini, di quello che è stato fatto loro. Ed è normale soffrire nel leggere questa storia, sarebbe sbagliato il contrario. Son quelle vicende che fanno stare un pò male, ma che lasciano dentro un fortissimo desiderio di ribellione. Un abbraccio al tuo inchino, e grazie infinite per la magnifica pagina ;o)

mariovaldo ha scritto:

Ho letto sino in fondo con grande sforzo.
Non parlo della qualità del racconto, PdG, che anzi, ho trovato molto ben scritto e scorrevole. Ma il contenuto mi fa stare male.
Queste cose le ho viste troppe volte nei documentari, ne ho letto troppo, mi infurio come una bestia quando sento che c'è chi addirittura le nega, non potendo giustificarle.
I bambini, poi... Non che sterminare o torturare adulti sia meno abominevole. Ma i bambini, i cuccioli, sono rispettati persino tra le belve e se a volte accade che vengano uccisi esistono ragioni naturali che lo giustificano.
Ecco, per chi ha fatto queste cose, per chi le fa, e per chi le auspica non c'è perdono, non ci deve essere tolleranza o "civiltà" che impedisca di dare loro tutto ciò che si meritano.
Scusa lo sfogo, PdG, tu non c'entri, anzi, è bene ogni tanto ricordare cosa è stato perpetrato.

Grazie per il tuo sforzo, Mario. E' molto apprezzato... perchè significa che hai capito. Grazie per il tuo sfogo, per la tua rabbia, per il senso di ribellione che provi perchè è stato lo stesso che ho provato io nel cercare informazioni su questa abominevole vicenda. E la tua rabbia e la tua nausea dà peso ed importanza alla vicenda, e se la ricordiamo non diventerà polvere. Questo racconto non onora certo me, umile penna in cerca di un senso della vita. Onora quei bambini, che sono morti a causa di gente non degna di essere chiamata persone. E' un mazzo di rose bianche, che ho messo ai loro piedi.
Un abbraccio Mario, perchè nel tuo commento ti sento molto vicino. Grazie!

Claudio Esposito ha scritto:

PDG, grazie per questo racconto, terribile ma necessario testo-documento per non dimenticare, per moltiplicare anzi le occasioni di memoria. Memoria della bestialità, della mostruosità, del male assoluto...

Mi sono documentato : il bambino innocente che dà il titolo al racconto era italiano, Sergio De Simone, 8 anni. Era nato a Napoli, quartiere Vomero, al numero 8 di Via Scarlatti, il 29 novembre 1937. Il padre, Eduardo, marinaio, la madre, Gisella, già residente a Fiume, ebrea. Dopo l'entrata in guerra dell'Italia, Gisella, ritenendo Fiume più sicura , decise di trasferirsi lì col bambino, dai suoi genitori. E fu lì che Gisella ed il piccolo Sergio furono rastrellati dai nazisti, dopo l'8 settembre 1943.
Madre e figlio furono portati ad Auschwitz. Il piccolo Sergio diventò il prigioniero A 179614, nel Block 10, la baracca dei bambini. Lì, selezionato con altri 19 bambini, incontrò un mostro demoniaco travestito da medico sorridente e gioviale..: il dottor Josef Mengele... ed incontrò l'orrore.

Tremendo!! Come ha giustamente osservato Daniela, questa orribile vicenda pone in secondo piano la forma letteraria (peraltro pregevole) e ci fa riflettere a fondo, più efficacemente di tante ipocrite commemorazioni di certi politici nostrani, peraltro ex fascisti...

Aaah Claudio! Mi hai tirato fuori il nome del bambino marchiato A 179614! Il nome, la storia, la sua breve VITA. Si, quel bambino aveva un nome, dimenticato e non considerato dai carnefici nazisti. Un bimbo italiano, avrei potuto scegliere altri 19 nomi, e la mia storia non sarebbe cambiata.
Rubo le tue parole Claudio, questo brevissimo ed umile racconto è stato scritto perchè questa storia mi ha turbato nel profondo, ma nel fondo fondo, e mi è venuta voglia di urlare. Ed ho urlato nell'unico modo in cui sono capace, scrivendo. Ho scritto per loro, per i 19 bambini, per ricordarli. Jaqueline ed i suoi riccioli, Sergio, Georges, Edo, LexJe, Roman, Marek, Mania, Surcis, Leka... è tutto quello che posso fare, parlare di loro e raccontare la loro storia. grazie per la tua indignazione, Claudio. grazie!!

Non scusarti con me, ma con Daniela, lasciamela in pace un pò!!

La storia è triste, crudele, atroce e realmente accaduta.
È raccontata dal punto di vista ingenuo del bimbo protagonista.
Approvato l’intento nobile, tuttavia il racconto mi sembra scialbo.

Direi che ho risposto a tutti... se ho dimenticato qualcuno, fate un fischio!!! Ora purtroppo devo lasciarvi, tornerò verso le tre e mezza. Un abbraccio a tutti e grazie, la vostra partecipazione a questa storia è molto carica di empatia, e ne sono davvero felice!

P.D.G.

Gibbì ha scritto:

La storia è triste, crudele, atroce e realmente accaduta.
È raccontata dal punto di vista ingenuo del bimbo protagonista.
Approvato l’intento nobile, tuttavia il racconto mi sembra scialbo.

Ah Gibbì!! Ti prendo al volo. Mi piace la sincerità del tuo commento, cosa intendi per scialbo? Meno male che qualcuno ha anche qualche consiglio per me!

No, consigli non ne so, pdg.
Per scialbo intendo scialbo, cioè poco attraente, poco connotato. La storia è vera e il racconto si è limitato, dal mio punto di vista, a offrirla fedelmente e sinteticamente. Il punto di vista è tenero e ingenuo, ma non svincola il racconto dall’essere cronaca. In questo senso rimane validissimo come strumento di memoria addolorata, ma forse non offre altri spunti.
Ciao