MARIA - TURI RUBINO

Rosalba Signorello ha scritto:

Maria come Calipso? Casa come Itaca? La famiglia come il regno? Questa pagina è uno sprazzo di evasione figurata dal percorso prefigurato? Se sì, allora si perdona lo stereotipo un po' troppo stereotipato di Maria, non più donna reale ma alterità ideale. Elegante e dimesso lo stile, ed è un apprezzamento.

Homo mundus minor

Grazie, Rosalba, per l'apprezzamento e per il "perdono"
Sai? E' difficile che certi ricordi non si ammantino di idealità.

Mauro Tolu ha scritto:

Ciao PDG.
Il tuo racconto mi é piaciuto molto.
Intenso, vivo, sofferente e malinconico, ma senza piagnistei.
E' scritto bene.
Grazie per avermi emozionato.

Che dirti, Mauro?
Sono felice e ti ringrazio.

Gibbì ha scritto:

Mi sembra un racconto molto riuscito. E la scrittura mi è piaciuta.
Mi è parsa interessante (e in qualche modo coraggiosa) la scelta di definire quasi subito il malessere del protagonista (rivelandone la "cronicità"). In questo modo il tono diventa obbligato, ma non perde lo spunto. Forse le frasi finali potevano essere evitate (o asciugate. Oppure sviluppate), un po' indecise fra lo spiegare e il lasciar perdere.
Echi di mito sanno dare efficacia allo sviluppo stringato.
La frase: “bene come può starlo un uomo anziano.” l’avrei vista meglio come “bene come può stare un uomo anziano” oppure “come può starlo un uomo anziano”

Ciao Gibbì,
ho "grassettato" un passaggio del tuo apprezzatissimo commento.
Sì, il protagonista fatica ad "aprirsi", a raccontarsi... ma ne ha anche un intenso bisogno!
mi rivedo l'ultima frase... e grazie!

noncelafopiù ha scritto:

Buongiorno a tutti.

Sì, il racconto è proprio bello. Evoca avventure d'altri tempi quelle di quando ì'uomo non doveva chiedere "MAI".
Mi sorge una domanda: Se la scelta di lasciare la laurea sulla scrivania del padre e tagliare i ponti con la sua famiglia (quindi anche la madre) è stata così forte può bastare la morte del genitore a farlo tornare? Cos'è questa nuova fuga una mancanza di coraggio?
Una sola cosa dovuta ad una svista della Pdg. "È una storia lontana cinquant’anni, ma da allora è lì che torno, ogni giorno, ed è lì che continuerò a tornare per tutti i giorni che mi resterà da vivere." Penso "resteranno da vivere".

Ciao "noncelafopiù" (ma ce la fai benissimo!),
grazie anche a te.
Certo, è una storia "datata"... ma siamo sicuri che ancora oggi non si dia il caso di qualche uomo (o, perchè no? qualche donna!) che in una determinata storia non debbano chiedere mai? Chissà?
Il suicidio di un padre è un evento piuttosto forte...
Sì, forse è giusto "resteranno"

riampianti e rimorsi non posso che lasciarveli (tanto ritornano sempre al mittente).
piuttosto sono quegli occhi per la bellezza isolana a sorprendermi: oltre il gioco degli arrivi partenze, evitabili o inevitabili, è quell'orecchio rinato per - il canto delle megattere in amore, e quell’oceano sterminato… -

Ho già detto prima quanto questo round sarebbe stato pregnante di emozioni e ricordi.
Ne abbiamo la conferma.
Ma il ricordo non è solo nostalgia, rimpianto, tristezza, c'è anche ( e spesso per me) allegria, vita, l'esserci stato e in ogni caso riconoscere l'essenza delle "radici" è importante.
Pagina bella, densa ed intensa.
Ciao PdG

P.S. Mario, potremmo giocare al toto-penna !!

organick ha scritto:

riampianti e rimorsi non posso che lasciarveli (tanto ritornano sempre al mittente).
piuttosto sono quegli occhi per la bellezza isolana a sorprendermi: oltre il gioco degli arrivi partenze, evitabili o inevitabili, è quell'orecchio rinato per - il canto delle megattere in amore, e quell’oceano sterminato… -

Felice del tuo "sorprenderti"!
grazie anche a te

Nuccio ha scritto:

... il ricordo non è solo nostalgia, rimpianto, tristezza, c'è anche ( e spesso per me) allegria, vita, l'esserci stato e in ogni caso riconoscere l'essenza delle "radici" è importante.
Pagina bella, densa ed intensa.
Ciao PdG
P.S. Mario, potremmo giocare al toto-penna !!

Ciao Nuccio, quello che dici è così vero... magari è il sottile filo di Arianna cui accenna il mio narratore.
P.S. passiamo l'idea alla nostra Admin?
La faremo impazzire

il canto delle megattere
un lampo di invidiabile ingegno
complimenti
l.

liesma ha scritto:

il canto delle megattere
un lampo di invidiabile ingegno
complimenti
l.

Ciao l.,
e grazie

La penna del giorno ha scritto:

Nuccio ha scritto:

... il ricordo non è solo nostalgia, rimpianto, tristezza, c'è anche ( e spesso per me) allegria, vita, l'esserci stato e in ogni caso riconoscere l'essenza delle "radici" è importante.
Pagina bella, densa ed intensa.
Ciao PdG
P.S. Mario, potremmo giocare al toto-penna !!

Ciao Nuccio, quello che dici è così vero... magari è il sottile filo di Arianna cui accenna il mio narratore.
P.S. passiamo l'idea alla nostra Admin?
La faremo impazzire

No, grazie carissima PDG... Stavolta passo e fingo di non aver letto, già c'è chi ha avuto l'idea di farmi sballare (Turi, prima o poi ti pikkio per davvero -notare le k-) e ne ho più che a sufficienza.
Ora vado a leggerti

Mi hai ricordato per un verso Le braci di Sandor Marai e La solitudine dei numeri primi dall'altro.
Ognuno di noi ha una casa dove tornerà sempre, un ricordo che sarà sempre uno spino doloroso che ha sigillato un breve istante, un momento felice e indimenticabile per tante cose, non solo una donna o un uomo, ma molto altro che qui accenni ma che fai partecipare.
La perenne scelta tra rimorsi e rimpianti, alla quale tutti siamo prima o poi chiamati a rispondere. Qui è esposta con una intensità, nella sua brevità, che ne rende appieno il tono drammatico.
Sì, sapevo che sarebbe stato un round che poteva portare a sentimentalismi più o meno lacrimosi. Qui no, per niente, forse per la concentrazione che sei riuscito a fare, in poco più di 2000 caratteri, della storia di una vita intera la cui colonna sonora è una bellissima saudade, che è molto di più che uno stato animo, è una condizione alla quale si arriva solamente quando una perdita ti attraversa.
Bellissima pagina, PDG.

La natura assoluta di Capo Verde, arcipelago di passaggio. Per secoli trampolino di lancio per chi voleva affrontare l'oceano in uno smisurato balzo verso il nuovo mondo, una nuova vita (o per chi era costretto a farlo nella condizione di schiavo).
Ci si ritrova tutta nel tuo racconto quell'atmosfera di solitudine che spinge a partire, o ripartire. L'odore dell'oceano, gi Alisei che sobillano gli animi inquieti, gli occhi inaspettatamente verdi di certe ragazze creole.
Piaciuto prorio, questo tuo mini racconto.

Mi è piaciuto molto, PDG.... e lo dico con i puntini di sospensione per la malinconia, perchè così finisce il tuo racconto. O meglio continua, perchè son certa che il protagonista poi ha continuato a parlare dei suoi ricordi... anche se noi non eravamo lì ad ascoltarlo. Bello, questo viaggio che profuma di isola tropicale, di vita libera, di salsedine.

Solo una rughetta nel racconto, non mi quadra bene questa parte, come hai agganciato le due frasi. Prima parli di una realtà generale, usando l'imperfetto, poi ti concentri bruscamente sul particolare, fotografando l'immagine tra il protagonista e Maria con il passato remoto. Non so, non mi torna... è solo una mia impressione?

"Era la dolce malinconia delle mornas, la vivacità, l’esuberanza delle coladeiras, , e la selvaggia sensualità dei ritmi africani. Lo sentii dritto nelle viscere, distintamente, e lei, appena smise di cantare, si avvicinò, si sedette di fronte a me e disse soltanto: “nha nomi e Maria Margarida”."

Comunque, per me sei promossa, PDG!!

Daniela Micheli ha scritto:

...La perenne scelta tra rimorsi e rimpianti, alla quale tutti siamo prima o poi chiamati a rispondere. Qui è esposta con una intensità, nella sua brevità, che ne rende appieno il tono drammatico...la concentrazione che sei riuscito a fare, in poco più di 2000 caratteri, della storia di una vita intera la cui colonna sonora è una bellissima saudade, che è molto di più che uno stato animo, è una condizione alla quale si arriva solamente quando una perdita ti attraversa.
Bellissima pagina, PDG.

ciao Daniela, uno splendido commento, il tuo, che fra l'altro sottolinea la struggente bellezza della musica ("Sodade" cantata dalla grandissima Cesaria Evora) e (cosa che mi riempe di orgoglio) la concentrazione di tanta "storia" in così poche parole. Adoro la sintesi!
Grazie

_g&f_ ha scritto:

La natura assoluta di Capo Verde, arcipelago di passaggio. Per secoli trampolino di lancio per chi voleva affrontare l'oceano in uno smisurato balzo verso il nuovo mondo, una nuova vita (o per chi era costretto a farlo nella condizione di schiavo).
Ci si ritrova tutta nel tuo racconto quell'atmosfera di solitudine che spinge a partire, o ripartire. L'odore dell'oceano, gi Alisei che sobillano gli animi inquieti, gli occhi inaspettatamente verdi di certe ragazze creole.
Piaciuto prorio, questo tuo mini racconto.

Grazie anche a te, g&f.
Grazie per la suggestiva evocazione del luogo e dei suoi significati.

La penna del giorno ha scritto:

Daniela Micheli ha scritto:

...La perenne scelta tra rimorsi e rimpianti, alla quale tutti siamo prima o poi chiamati a rispondere. Qui è esposta con una intensità, nella sua brevità, che ne rende appieno il tono drammatico...la concentrazione che sei riuscito a fare, in poco più di 2000 caratteri, della storia di una vita intera la cui colonna sonora è una bellissima saudade, che è molto di più che uno stato animo, è una condizione alla quale si arriva solamente quando una perdita ti attraversa.
Bellissima pagina, PDG.

ciao Daniela, uno splendido commento, il tuo, che fra l'altro sottolinea la struggente bellezza della musica ("Sodade" cantata dalla grandissima Cesaria Evora) e (cosa che mi riempe di orgoglio) la concentrazione di tanta "storia" in così poche parole. Adoro la sintesi!
Grazie

Ma quanto è bello prendere sti baci

IlVoloDelFalco ha scritto:

Mi è piaciuto molto, PDG.... e lo dico con i puntini di sospensione per la malinconia, perchè così finisce il tuo racconto. O meglio continua, perchè son certa che il protagonista poi ha continuato a parlare dei suoi ricordi... anche se noi non eravamo lì ad ascoltarlo. Bello, questo viaggio che profuma di isola tropicale, di vita libera, di salsedine.

Solo una rughetta nel racconto, non mi quadra bene questa parte, come hai agganciato le due frasi. Prima parli di una realtà generale, usando l'imperfetto, poi ti concentri bruscamente sul particolare, fotografando l'immagine tra il protagonista e Maria con il passato remoto. Non so, non mi torna... è solo una mia impressione?

"Era la dolce malinconia delle mornas, la vivacità, l’esuberanza delle coladeiras, , e la selvaggia sensualità dei ritmi africani. Lo sentii dritto nelle viscere, distintamente, e lei, appena smise di cantare, si avvicinò, si sedette di fronte a me e disse soltanto: “nha nomi e Maria Margarida”."

Comunque, per me sei promossa, PDG!!

Ciao Marghy (ehi, ti chiami quasi come Maria Margarida... ),
contenta che sia piaciuta anche a te.
Imperfetto... passaro remoto...
me la sono andata a rileggere e sinceramente mi sta bene anche così com'è.
Come la metto tutta all'imperfetto?
E tutta al passato remoto?
prova anche tu: mi sembra che non funzioni
Grazie, però, e tanto!

Daniela Micheli ha scritto:

Ma quanto è bello prendere sti baci

Shhhh! Non vorrai che ci scoprano!

Ehi, PDG, ti piace Amalia Rodriguez?

No, no, no, muta sto e smettiamola di sbaciucchiarci che poi haivoja te i gossip

Daniela Micheli ha scritto:

Ehi, PDG, ti piace Amalia Rodriguez?

Certo che sì!

Lo sapevo

Cari ospiti, la vostra PdG si concede una breve pausa.
Mette su un po' di musica, si prende un bel libro (sto leggendo un capolavoro, ve lo assicuro!)... e si butta sul divano!
Appuntamento per la merenda!

Era la dolce malinconia delle mornas, la vivacità, l’esuberanza delle coladeiras, , e la selvaggia sensualità dei ritmi africani. Lo sentii dritto nelle viscere, distintamente, e lei, appena smise di cantare, si avvicinò, si sedette di fronte a me e disse soltanto: “nha nomi e Maria Margarida”.

Quello che volevo dire... forse mi son spiegata male, scusami... è che non si capisce che in quel momento Maria canta. Hai saltato un pezzo, non hai contestualizzato l'evento (Lo sentii dritto nelle viscere, la sera d'estate in cui arrivai, quando, mentre ero seduto su di uno sgabello nella sua balera, lei si sedette di fronte a me e mi disse soltanto ecc ecc.)

Ecco, forse ora mi son spiegata meglio ;o)
Eh si, sai che come secondo nome mi chiamo Maria???