ANATOMIA DI UN INCONTRO - NUCCINA

Certo che nessuno fa auguri di San Valentino a nessuno....
Non che si pretenda che i maschietti vadano all'Interflora e spendano fiori di Euro per ingrassare le tasche dei fiorai, ma nemmeno una rosa virtuale...
Posso regalarla io a chi fa piacere riceverla?

Buongiorno PDG di tutto il giorno.
Ti ho appena letto, bene, perche' una prima lettura la faccio prima d'addormentarmi.
Quella prima lettura mi aveva detto, di un ottimo racconto che parte da ottimissime idee, scritto bene, anzi, troppo.
Bene due punti di vista, che guardano nella stessa direzione, bene il parlare di Lui, che intuisco, persona posizionata in alto rispetto alla vita, e forse al parlare. Il parlare di lei, anche se leggermente piu' emozzionato, piu' volgare, meno ragionato, e' troppo ragionato, non mi riporta alle sue condizioni, mai e poi mai.
Oggi PDG, mi sembrano tutti e due, esclusi dalla vicenda, una punta di rancore deve averla chi ha percorso quella strada, una punta, e la vergogna esiste, cavolo se esiste, queste due cose messe insieme poi, attraverso il percorso bellissimo, non dico di no', che compiono entrambi comunque, porterebbero a una gioia piu' grande, immensa, ad un'ansia un fremere un'emozione, molto piu' ampia di quella che ho letto.
Pero' se parto dal titolo, anatomia di un incontro, forse capisco, anche se non approvo del tutto, quel tono un po' abituato quasi, ad avere reazioni, cosi' contenute, a quello che cambia una vita nel prima e nel dopo.
Forse, ma di me non ti curare, cosi' come e' raccontata, avrei fatto parlare la madre, che li guardava entrambi arrivare a quel parco.
Adesso mi leggo glia altri commenti, e se ho detto cazzate, ci vediamo domani, sul tardi.
scusami PDG, e comunque lo sai vero, Bravo/a

eccomi qui, ho letto tutti i commenti.
Trovo anche io che la seconda parte sia piu efficace, il padre è un uomo in travaglio che si è accorto dei suoi errori per la sua incapacità di comprendere un diverso, per non essere stato porto per la figlia nel baratro della sordità.
Mi piace anche la delicatezza della donna, quel tormento, quel chiedersi il senso di quell'incontro.
Un racconto di aspettative direi.

Buongiorno a tutti e, soprattutto a te, PdG! Oggi spero di poter stare con voi più a lungo: ieri mi siete mancati, ma non ho potuto fare diversamente
. Ma veniamo al racconto.
A me è piaciuto molto. Del resto a me piace molto la scrittura su due piani, vedere la realtà da due punti di vista differenti, contemporaneamente. Arricchisce la narrazione.
Ho sbirciato i primi due o tre commenti e ho letto la faccenda della "corteccia maschia" che, invece, confesso, non avevo notato. Così sono tornata a cercare quell'espressione, tralasciando di leggere gli altri commenti. Ci ritornerò.
E ho capito perché non mi aveva colpito più di tanto: l'avevo scambiata, quell'espressione, con un riferimento ad un profumo tipicamente maschile, Muschio (di Denim)! Perdonami PdG, che avevi certamente attribuito a quell'immagine l'idea della "corteccia" dell'albero di cui la figlia era un ramo per lui inadeguato al punto di lasciare la famiglia!
Trovo, invece, che (rispetto a quanto sostiene, credo, Alkimias) il padre che vigliaccamente abbandona la casa, se all'inizio, per sua stessa ammissione, non ne esce gran ché bene, poi si riscatti (o, almeno cerchi di farlo) con quel andare a cercare l'incontro che sarà talmente intenso da non accorgersi (e con lui la figlia) di chi c'è o non c'è attorno...
Io non sono un giudice troppo tenero con il genere maschile, per motivi personalissimi, ma cerco (ogni tanto!) di non generalizzare, e posso capire un padre che "non ce la fa", all'incontrario della madre che accetta il suo piccolo comunque esso sia...
Mi è piaciuto anche lo stile narrativo: quasi più semplice quando parla la giovane donna; più complesso quando parla l'uomo...
Ora vado a leggermi tutti gli altri commenti! ciao PdG e complimenti! Al

sorcio ha scritto:

Buongiorno PDG di tutto il giorno.
Ti ho appena letto, bene, perche' una prima lettura la faccio prima d'addormentarmi.
Quella prima lettura mi aveva detto, di un ottimo racconto che parte da ottimissime idee, scritto bene, anzi, troppo.
Bene due punti di vista, che guardano nella stessa direzione, bene il parlare di Lui, che intuisco, persona posizionata in alto rispetto alla vita, e forse al parlare. Il parlare di lei, anche se leggermente piu' emozzionato, piu' volgare, meno ragionato, e' troppo ragionato, non mi riporta alle sue condizioni, mai e poi mai.
Oggi PDG, mi sembrano tutti e due, esclusi dalla vicenda, una punta di rancore deve averla chi ha percorso quella strada, una punta, e la vergogna esiste, cavolo se esiste, queste due cose messe insieme poi, attraverso il percorso bellissimo, non dico di no', che compiono entrambi comunque, porterebbero a una gioia piu' grande, immensa, ad un'ansia un fremere un'emozione, molto piu' ampia di quella che ho letto.
Pero' se parto dal titolo, anatomia di un incontro, forse capisco, anche se non approvo del tutto, quel tono un po' abituato quasi, ad avere reazioni, cosi' contenute, a quello che cambia una vita nel prima e nel dopo.
Forse, ma di me non ti curare, cosi' come e' raccontata, avrei fatto parlare la madre, che li guardava entrambi arrivare a quel parco.
Adesso mi leggo glia altri commenti, e se ho detto cazzate, ci vediamo domani, sul tardi.
scusami PDG, e comunque lo sai vero, Bravo/a

Se ho capito bene la tua posizione sorcio:
- dovevo calcare la mano su sentimenti come rancore della figlia e vergogna del padre
- dovevo essere piu incidente sulla gioia dell'incontro.

Io penso che il rancore si estingua nel tempo, parlo per esperienza personale per i rancori che ho avuto e che poi sono scemati, ancor di più se qui la figlia accetta di incontrare il padre o addirittura lo cerca lei, perchè nel racconto non è detto ( non credo che un racconto debba dire tutto )
la vergogna del padre credo di averla seguita sino all'incontro, quello stanarsi e sviscerare i propri errori che lo portano a mettere fine alla fuga.

_ la gioia sta tutta nella chiusa, un mondo ovattato per due alla ricerca di quell'intimità che va oltre le parole.

Trovo però che il racconto a discrezione dell'autore poteva essere scritto con toni piu accesi.Anche questa era una scelta.

grazie sorcio

nocturna ha scritto:

Citazione :

beh Noc qualcuno un giorno disse che scrivevo dando pugni allo stomaco....
non volevo lasciare nessuno deluso....

... ed è un privilegio ricevere questi pugni, perchè mi fanno pensare, mugugnare, ed entrare dentro i personaggi, scegliendone prima uno e poi l'altro e penso a come IO reagirei se qui fossi stata Sophia o fossi stato il padre. Non so se a voi capita di "entrare" nei personaggi delle storie che leggete, a me sempre.

Hai perfettamente ragione:
Io l'ho letto, il racconto, prima come padre (ne ho incontrati molti, purtroppo, per motivi di lavoro, che avevano reagito così, ed ho imparato a capirli, se non a perdonarli) e mi sono perfettamente calata nel suo personaggio, a prescindere dal "mio" sentimento.
Poi mi sono immedesimata nella figlia. Anch'io NON ho provato rabbia: molti figli abbandonati cercano di incontrare a tutti i costi i genitori che li hanno lasciati, ma non per vendicarsi: per amore. E' una strana contorta sensazione, ma è realissima, vera, concreta.
Approvo l'analisi psicologica dell'autore e mi sono trovata d'accordo (poteva essere diversamente?) col commento di Aldo e sono stata contenta del fatto che anche lui ha sottolineato l'ultima frase (quella del parco) proprio come avevo pensato io!

Très bien garçons: pare che sia piaciuto a molti, se non a tutti, questo racconto!

Grazie a te PDG, il rancore e' bruttissimo e va di pari passo all'ignoranza, ma chi puo' mai vantarsi di non averla, qualsiasi perdono deve pur partire da un torto, e questo PDG non e' un torto, e' una cosa che ti segna la vita, per sempre, anche dopo.
Un accenno, un segno.
E la vergogna mi sembra si svincoli troppo in fretta nella frase, ho provveduto , certo con la discrezione dell'autore , passando da quella, e' finito il discorso, io ti dico solo quello che mi ha lasciato, sempre che ti interessi, forse e' solo che avrei voluto almeno vederli abbracciati e stringersi forte, forse, e scusami ancora, ma quello non me lo devo immaginare io, se tu mi hai portato fino a li, e se il rancore era passato e la vergogna cosi' forte ancora.
Scusami PDG

P.S.: Grazie della rosa, dolce Noc!
Qui pare che NESSUNO (non nel senso di Odisseo) tranne una gentile signora, abbia pensato di fare gli auguri, nella giornata degli innamorati, a tutti gli innamorati...
Che non ci siano più innamorati?
Un abbraccio virtuale a tutti! Al.

Almitra, sia chiaro, è per chi ci crede...
Io ho smesso più o meno quando ho smesso di portare i calzoncini corti cioè milioni di anni fa
:acontent:

un abbraccio....sì un abbraccio ci poteva stare sorcio.
Il problema è che, e qui interviene il vissuto di chi ha scritto ( non interviene sempre in un certo senso? ) personalmente prima di arrivare all'abbraccio
se io fossi stata figlia ci avrei messo un po' di tempo, come a dover familiarizzare con il corpo, con la presenza di un padre di cui conoscevo solo l'assenza. Ho preferito far intervenire una terza voce che parla di due persone, un uomo e una donna , che si sono accomunati nel loro mondo per cercare la complicità che è mancata in passato.
Non credo di doverti scusare di nulla sorcio, anzi la tua analisi mi fa capire che hai letto con attenzione e che magari avresti scritto in maniera diversa.

Noc grazie della rosa, ravviva in materia tangibile questa mia pagina....

ricambio con piacere....posso corteggiarti?

Oh yes

Concordo con Alkimias, che cita la frase "Questo padre che dice a se stesso - è finito il tempo della figa ", soprattutto oggi che è San Valentino e devo ricordarmi di fare gli auguri alla Guissa.... Per quanto riguarda l'inestimabile commento di Aldo Reina e la conclusione del brano odierno, speriamo che la protagonista sia solamente sorda, e non anche muta, come invece di solito accade, altrimenti la chiusa sarebbe paradossale. Comunque, me lo rileggo per la tersa volta, perchè mi è piaciuto molto, anche se purtroppo non l'ho scritto io... Nel dubbio mi sarei fermato a "Dovevo incontrarla", che sarebbe stata COMUNQUE un'ottima conclusione di questo splendido racconto.

si Noc è un racconto aperto....i due potrebbero passeggiare, il padre potrebbe capire che la figlia lo capisce mentre parla oppure potrebbe parlare lei stessa, perchè con le dovute attenzioni e scuole specializzate, chi è sordo non è necessariamente muto.
potrebbero prendersi per mano...quelle mani protettrici che alla figlia sono mancate, di cui parlo all'ininizio.

Massimo Guisso ha scritto:

Concordo con Alkimias, che cita la frase "Questo padre che dice a se stesso - è finito il tempo della figa ". Per quanto riguarda l'inestimabile commento di Aldo reina e la conclusione del brano odierno, speriamo che la ragassa sia solamente sorda, e non anche muta...

Guisso lei ha anticipato il mio commento...la ragazza potrebbe parlare, ma si sa che qui contano le parole e poi avrei dovuto pagare per tutti gli extra...

Almitra Newton ha scritto:

Buongiorno a tutti e, soprattutto a te, PdG! Oggi spero di poter stare con voi più a lungo: ieri mi siete mancati, ma non ho potuto fare diversamente
. Ma veniamo al racconto.
A me è piaciuto molto. Del resto a me piace molto la scrittura su due piani, vedere la realtà da due punti di vista differenti, contemporaneamente. Arricchisce la narrazione.
Ho sbirciato i primi due o tre commenti e ho letto la faccenda della "corteccia maschia" che, invece, confesso, non avevo notato. Così sono tornata a cercare quell'espressione, tralasciando di leggere gli altri commenti. Ci ritornerò.
E ho capito perché non mi aveva colpito più di tanto: l'avevo scambiata, quell'espressione, con un riferimento ad un profumo tipicamente maschile, Muschio (di Denim)! Perdonami PdG, che avevi certamente attribuito a quell'immagine l'idea della "corteccia" dell'albero di cui la figlia era un ramo per lui inadeguato al punto di lasciare la famiglia!
Trovo, invece, che (rispetto a quanto sostiene, credo, Alkimias) il padre che vigliaccamente abbandona la casa, se all'inizio, per sua stessa ammissione, non ne esce gran ché bene, poi si riscatti (o, almeno cerchi di farlo) con quel andare a cercare l'incontro che sarà talmente intenso da non accorgersi (e con lui la figlia) di chi c'è o non c'è attorno...
Io non sono un giudice troppo tenero con il genere maschile, per motivi personalissimi, ma cerco (ogni tanto!) di non generalizzare, e posso capire un padre che "non ce la fa", all'incontrario della madre che accetta il suo piccolo comunque esso sia...
Mi è piaciuto anche lo stile narrativo: quasi più semplice quando parla la giovane donna; più complesso quando parla l'uomo...
Ora vado a leggermi tutti gli altri commenti! ciao PdG e complimenti! Al

grazie almitra...

Belin, ma tutte le PP.DD.GG. mi danno del Lei, ansichè del VOI!! Non c'è più rispetto... (frase di Succhero FORNACIACI, come diceva mio figlio da piccolo)...

La penna del giorno ha scritto:

si Noc è un racconto aperto....i due potrebbero passeggiare, il padre potrebbe capire che la figlia lo capisce mentre parla oppure potrebbe parlare lei stessa, perchè con le dovute attenzioni e scuole specializzate, chi è sordo non è necessariamente muto.
potrebbero prendersi per mano...quelle mani protettrici che alla figlia sono mancate, di cui parlo all'ininizio.

Appunto, c'è da parte della figlia di ritrovare il padre, da parte del padre la volontà di essere perdonato. Ma potrebbe anche finire che dopo l'incontro tutto torni come prima e che lei si renda conto che ciò che li unisce, alla fine, è davvero solamente un cognome. Si è capito che io ad un padre così gli farei un mazzo tanto? La madre qui è figura solo accennata, colei che propone ad un lui che ormai ha deciso soluzioni per la figlia. E' lei alla fine che ha fatto fino a quel tempo da madre e da padre. Sono troppo cattiva?

voi signor Guisso...... ma posso darmi del voi da solo????? :nonono:

dunque essendo mio questo racconto.... devo pensare come chiamarmi...
un aiutino plissssssssssss

no PDG, cosi' non e' giusto, io non lo avrei neanche scritto, non ne sono all'altezza, questo racconto e' il tuo, ed e' grande solamente pensarlo, figurati scriverlo,brava ma l'ho gia' detto anche prima.
l'ho riletto ancora, e forse si, forse l'unica debolezza e in quel parco, dove giustamente si ovatta e scompare tutto il resto, ma l'intimita' di quell'incontro, non puo' essere solo la mancanza delle parole.
Io il tuo pezzo l'ho inteso tutto cosi', un intreccio di pensieri arrivati da lontano, ognuno per una strada diversa, ma lontani, sempre lontani, ora in quel parco, nell' incontro, sei cosi' vicino ti puoi toccare, si secondo me manca qualche cosa.
Sei stata gentilissima PDG, mi hai toccato e distrutto.

No,no, Noct: non sei troppo cattiva... Però in 5.000 battute ritengo non fosse inseribile un terso personaggio, cioè la madre, anche perchè nuocerebbe COMUNQUE alla economia del racconto: padre e figlia bastano e non avansano, secondo me: tertium non datur! La mamma qui sarebbe in eccesso (vedansi anche il racconto precedente, del padre cacciatore e della volitiva figlia maschiaccio).

nocturna ha scritto:

La penna del giorno ha scritto:

si Noc è un racconto aperto....i due potrebbero passeggiare, il padre potrebbe capire che la figlia lo capisce mentre parla oppure potrebbe parlare lei stessa, perchè con le dovute attenzioni e scuole specializzate, chi è sordo non è necessariamente muto.
potrebbero prendersi per mano...quelle mani protettrici che alla figlia sono mancate, di cui parlo all'ininizio.

Appunto, c'è da parte della figlia di ritrovare il padre, da parte del padre la volontà di essere perdonato. Ma potrebbe anche finire che dopo l'incontro tutto torni come prima e che lei si renda conto che ciò che li unisce, alla fine, è davvero solamente un cognome. Si è capito che io ad un padre così gli farei un mazzo tanto? La madre qui è figura solo accennata, colei che propone ad un lui che ormai ha deciso soluzioni per la figlia. E' lei alla fine che ha fatto fino a quel tempo da madre e da padre. Sono troppo cattiva?

volendo appena finito il round posso mettere il piano della madre, studiarne il profilo psicologico...nelle 5000 battute non c'entrava.

Io non sono attendi_bile (per quello che dicevo poc'anzi)
Ragazzi, le polpette mi attendono
Prima di tornare provvederò a

accuratamente e comprare le cicles, perchè io nelle polpette metto una montagna d'aglio e non vorrei turbare la vostra presenza accanto a questo salottino sì accogliente e simpatico.
A dopo cari.
Buon pranzo.

Minchia, P d G, ma sei telepatica???