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 IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI

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MessaggioTitolo: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime27/4/2010, 21:55

IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Pizzom10






Tutti in paese conosciamo la vera storia di Pizzomunno. Ce la raccontavano da piccoli le nostre nonne, o i pescatori mentre riparavano i loro attrezzi sulla spiaggia. Pizzomunno era un giovane pescatore innamorato di Cristalda, una ragazza del nostro paese. Non conosceva altra donna, e da lei soltanto era attratto. Tutte le volte che Pizzomunno usciva in mare però, le sirene cercavano di attrarlo con le loro malìe. Ma vedendo che il ragazzo era insensibile ai loro richiami, le incantatrici indispettite rapirono la ragazza che non fece mai ritorno. Pizzomunno, sopraffatto dal dolore, si trasformò in pietra. Da quel giorno è sempre lì, in mezzo al mare ad aspettare un’unica notte che ogni cento anni gli viene concessa, fino al primo raggio di sole, per rivivere il suo amore con Cristalda.


Di nuovo lì, sulla spiaggia affollata da gozzi dal legno riarso e attrezzi da pesca ormai dismessi da tempo. Mano nella mano cerchiamo il nostro angolino tra gli scafi, mentre da lontano il faro di Vieste cerca invano di spazzare via l’ombra di una barca che tra poco proteggerà il nostro amore. E’ La nostra stanza sul porto, senza pareti e senza soffitto, solo il soffice pavimento sabbioso su cui ci stendiamo per rubarci l’un l’altro il piacere. Le stelle non hanno voglia di farsi vedere stasera e l’aria appiccicaticcia fa sognare un lungo bagno in mare. Ci stendiamo sulla sabbia. Supino, mi lascio assaltare da Grazia. Sembra essere in preda ad una furia particolare ed io assecondo ogni suo movimento, sperando che vada sempre più oltre fino a sovrastarmi completamente. Mi offre i suoi seni dalla forma leggermente a pera che mi piacciono tanto. Sa che amo stringerli, divaricarli un poco per poi farli cozzare tra loro, assaltarli con piccoli morsi. Ci giocherei per ore. Intanto lei si muove senza riposo, inutilmente cerco di fermarla un momento. Il piacere arriva come un’onda improvvisa, ci costringe ad aggrapparci l’un l’altro in una fusione di pelle e saliva.
«Ma che hai stasera Grazia, amore mio?»
«Cosa?»
«Non ti ho mai sentita così»
Grazia è ancora appoggiata a me, di fianco, la sua gamba piegata riposa sul mio addome. Col dorso della mano mi accarezza la ruvidità della barba che rinasce.
«E’ che… volevo farti un regalo.»
«Un regalo?»
«Sì, un regalo.»
«Giusto. Me lo merito un regalo, no?»
«No, non te lo saresti meritato affatto. Il mio è stato un regalo d’addio.» I suoi occhi chiarissimi sono immobili ora, a indagare la mia reazione. Non un solo fremito delle palpebre. Ci vedo pochissimo in questa notte priva di stelle, ma lo stesso ne scorgo la fissità.
«Che matta che sei.»
«Guarda che non sto mica scherzando per niente.» Grazia è poco più alta di me, ha un corpo asciutto, da atleta. Porta capelli a caschetto, una Valentina bionda.
Si alza ed inizia a vestirsi. Mi alzo anch’io. Fuori dal cono d’ombra che ci proteggeva, appena schiariti dalla luce del paese vicino, incontrando di nuovo i suoi occhi realizzo all’istante che non stava davvero scherzando. Adesso respiro a fatica, qualcosa mi stringe il torace impedendo all’aria di entrare.
«Dai Grazia, ma che ti prende?» Riesco appena a soffiarle fuori, queste quattro parole.
«E’ semplice, ti lascio.» Dall’altro lato della spiaggia arrivano il riso, o forse il lamento di un ubriaco, non si capisce bene cos’è.
«Come sarebbe, scusa?» Cerco di stringerla a me, amo sentirne la compatta morbidezza dei suoi muscoli allenati.
«Abbiamo appena fatto l’amore, e te ne vorresti andartene via così?» Le dico adesso miagolando un po’, perché lo scherzo finisca. La stringo più forte ma lei, senza cambiare espressione mi prende i testicoli con una mano e li stringe con forza costringendomi a ripiegarmi su me stesso per il dolore.
«Non cercarmi più. La nostra storia è finita. » Alza le spalle e si gira, mentre si allontana non sembra nemmeno toccare il terreno. Semplicemente svanisce. Un attimo dopo tutto si spegne.
Mi sveglio come se riemergessi da un’apnea, e mi ritrovo nel mio letto, come sempre. Da anni ormai, da quando Grazia se n’è andata via, ogni tanto ripeto lo stesso sogno. Lo stesso identico sogno, o piccolo doloroso incubo, se preferite.

Il dolore vero arrivò nei giorni seguenti. Nella realtà Grazia semplicemente era andata via. Una sera che l’aspettavo sotto casa attesi invano di vederla uscire come al solito. Non c’erano i cellulari in quegli anni e cercai una scheda telefonica alla rivendita più vicino per chiamare casa sua. Lasciai passare ancora qualche minuto e poi mi decisi a telefonare dalla cabina del lungo mare.
«Chi parla?» Chiese la voce pacata di sua madre.
«Vorrei parlare con sua figlia, signora. Può passarmela per favore?»
«No, Grazia non c’è. Ma chi parla?»
«Sono Salvo.» Passarono molti secondi di completo silenzio, il tempo era fermo, il lungomare deserto, le onde non riuscivano neppure a lambire la spiaggia.
«Ma perché la cerca qui?» La voce della madre era adesso sospettosa, se non apprensiva. Mi dava del lei, perché sebbene mi conoscesse benissimo fin da piccolo, la formalità del tempo imponeva il mantenimento di una certa distanza. Chissà se sapeva che ci amavamo.
«Grazia è partita, questa mattina.» Aggiunse poi.
«Come sarebbe partita, mi scusi?»
«E’ andata via.» «Non lo sapevi?» Forse intuendo il mio stato d’animo, era passata a darmi del tu.
«No.» «Ma quanto starà via, scusi?»
«Che ti interessa a te. Che le importa a lei? Mia figlia va dove vuole, col mio permesso e quello di suo padre, naturalmente, ed io non sono tenuta a dirlo ad uno sconosciuto.» La mamma di Grazia aveva ripreso tutta la distanza del caso.
«Mah, con chi è partita?»
Mi rispose solo lo scatto della cornetta.

Ondate di tristezza infinita gettarono i miei giorni nell’apatia più profonda. Stavo ore ed ore a cercare di capire il perché della decisione di Grazia, della sua partenza improvvisa e apparentemente senza motivo. Ogni tanto tentavo di recuperare la mia razionalità, di vincere l’inedia che bloccava ogni mia volontà d’azione. Devo farmene una ragione, mi dicevo. Ormai, anche se tornasse, niente sarebbe più come prima. Non sapevo come cercarla. L’idea che un’altra mano stesse adesso accarezzando la sua pelle mi esauriva talmente che passavo ore intere a rivivere nel ricordo i nostri giorni per trovare almeno un motivo, fosse anche un solo, che almeno dal punto di vista di Grazia, giustificasse il suo abbandono. Che almeno gli desse un senso.
Non avevo più voglia di fare niente. Cominciai ad avere problemi sul lavoro. Nei primi giorni il mio principale, lavoravo in una litografia, vedendomi abbattuto, aveva cercato di essere comprensivo. Dopo qualche settimana però, vedendo che intere giornate mi scorrevano addosso senza che avessi prodotto alcunché, era arrivato a minacciare di mettermi finalmente alla porta. Non aspettai che fosse lui a licenziarmi, decisi da me di lasciare il posto. Avevo maturato l’idea che fosse indispensabile cambiare città, abbandonare ogni luogo che mi ricordava Grazia. Passai così qualche giorno, incapace però di risolvermi a prendere un treno che mi portasse in qualche altro posto. In fondo speravo ancora, dentro di me, che una mattina uscendo di casa l’avrei vista, sorridente, venirmi di nuovo incontro, come se nulla fosse accaduto.
Non arrivava mai notte. Una sera che vagavo ubriaco sul lungo mare mi fermai attratto dal Pizzomunno. L’ultima luce del tramonto lo tingeva di rosa. Dal mare che circondava il faraglione mi sembrava di sentire arrivare un sussurrio di voci gioiose.
«Salvo, Salvo. Vieni con noi. Non avere paura. C’è anche Pizzomunno, non vedi?» Cento e più sirene mi invitavano con risolini di scherno. Tutto sembrava sereno, il lento sciabordio del mare, il motore di una lampara al largo che usciva borbottando per la pesca.
«Sì, arrivo.» Risposi alle incantatrici, affascinato dall’altezza scogliera poco distante.
Fu il vino che non mi lasciò salire lassù. Cadendo rimasi disteso sulla spiaggia incapace di muovermi fino al mattino. Il giorno dopo presi il primo treno per il nord che partiva da Foggia.

A Milano ho un lavoro abbastanza dignitoso. Da anni mi occupo di distributori di caffé in fabbriche e uffici. Abito a Pero, in una stanza d’affitto gestita da una signora che forse ha già passato la cinquantina. Ha la fissa per i gerani. Mi piace questa sua mania, in qualche modo mi ricorda i davanzali fioriti del mio paese. Per questo ho scelto di abitare nella sua casa. Mi vuole bene, la padrona di casa, d’inverno non mi permette mai di uscire se prima non si è assicurata che sia abbastanza vestito per affrontare il freddo di Milano. Se non fosse per il fatto che fuma in continuazione le vorrei bene anch’io, ma l’odore di fumo che la precede sempre quando entra nella stanza è una barriera troppo forte per me da superare.
La mattina parto col mio furgone carico di prodotti ed inizio il mio giro nelle periferie. Di sera invece, spesso mi fermo in centro a bere un bicchiere con qualche amico di birreria. C’è anche una ragazza, al bar, con cui scambio volentieri qualche parola. Non c’è il rischio che mi ricordi in qualche modo Grazia, sono così diverse. Lei è sicuramente più bella. Ma così esile com’è non mi attrae come sapeva farlo la prepotente fisicità di Grazia. Insomma, se non fosse per il sogno ricorrente, potrei affermare che fino ad ieri avevo completamente rimosso il suo ricordo.
Fino a ieri. Fino a quando sono salito in quel nuovo ufficio. Entro col mio borsone carico dei prodotti con cui rifornire i distributori e mi dirigo verso il primo che vedo, la infondo al corridoio. Dentro uno degli uffici qualcuno sta ridendo allegramente.
Oddio, di nuovo le sirene!
Quella risata la riconoscerei anche tra cent’anni. Non posso fare a meno di voltarmi, e la vedo. Porta gli occhiali adesso, ma per il resto la sua figura è uguale a quando andò via. Sembra felice, una donna realizzata. Sulla scrivania quasi vuota due telefonini riposano affiancati ad un portafotografie digitale. Dal punto in cui mi trovo non vedo le immagini che vi si alternano dentro, ma intuisco che si tratta delle foto di una famiglia. Ride con un’altra donna, una segretaria forse, ma deve essere lei il capoufficio lì dentro. Resto bloccato a guardarla per interi secondi da sotto la visiera del berrettino che indosso, curvo sotto la borsa che porto a tracolla. Ad un tratto si accorge della mia figura che ingombra la porta, si fa seria. Quando si volta a guardarmi faccio appena in tempo ad abbassare un poco la testa.
Lei mi squadra per un secondo.
«Guardi, sono tutte in fondo al corridoio le macchinette del caffè.» Dice, indicandomi la direzione col dito. Certo, signora. Rispondo con il pensiero, mentre faccio segno di sì con la testa, ho capito.
Faccio giusto due passi nella direzione dei distributori, poi mi volto ed esco. Nell’ufficio ridono di nuovo.

E’ tempo di cambiare di nuovo città.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime27/4/2010, 22:08

Buonasera penne. Vi aspetto numerose.
Adimin caro, è tutto a posto, no?
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Annamaria Giannini
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime27/4/2010, 22:28

Ciao PDG. Povero Salvo.
Il racconto mi è piaciuto. La storia di un abbandono mai superato, scritta on semplicità e sullo sfondo una leggenda di paese, uno scoglio maestoso e una ragazza che sentiva troppo stretta la vita di paese.
Non so Pdg,, non so se sei uomo.Ma per un'analisi più attenta torno domani. Per ora pollice su!
Annamaria.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime27/4/2010, 22:48

Annamaria Giannini ha scritto:
Ciao PDG. Povero Salvo.
Il racconto mi è piaciuto. La storia di un abbandono mai superato, scritta on semplicità e sullo sfondo una leggenda di paese, uno scoglio maestoso e una ragazza che sentiva troppo stretta la vita di paese.
Non so Pdg,, non so se sei uomo.Ma per un'analisi più attenta torno domani. Per ora pollice su!
Annamaria.

Ciao, grazie per essere passata. Per stasera mi prendo il pollice su e con quello saluto tutti sventolando allegramente. IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI 575356
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 00:55

Tutto ok, PDG. Mi pare, almeno....
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 07:10

Buongiorno penne.
Sarò assente fino a sera ma voi entrate lo stesso e lasciate le vostre impressioni. Saranno tutte graditissime.

bip bip bip ... lasciate un messaggio dopo il segnale acustico, al mio rientro sarete contattati. Tutti... biiiipppp.
Buona giornata a tutti.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 07:49

Buongiorno PDG
Una bella storia, soffusa di una stupita tristezza e di una nostalgia che non riesce a prendere le distanze. Non è il solito racconto di un amore giovanile, di quelli che bruciano in fretta e lasciano poca cenere. Qui è qualcosa che ha segnato la vita del protagonista con cicatrici mai rimarginate, e dal finale si capisce che continuerà a cambiarla.
Si legge bene, forse le varie parti potevano essere connesse diversamente, ma tutto scorre e si arriva alla fine senza fatica, pur essendo un racconto non proprio breve.
Un solo piccolo appunto per una svista: "te ne vorresti andartene ", roba da poco.
Complimenti davvero meritati, PdG!
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 09:05

avrei evitato di parlare di testicoli, non è affatto romantico e significativo per la storia, che è preziosa per i suoi riferimenti e descrizioni . Pizzomunno un poco come Orfeo ed Euridice, Salvo come uno rimasto indietro rispetto alla sua donna, ma che in fin dei conti la manda a quel paese, quando realizza che ormai i loro mondi sono diversi e Lei è diversa. Chissà se ce la farà a fidarsi di un'altra donna!
Certo che come regalo di addio è stata originale, molti ragazzi ci starebbero!
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 09:32

con quel titolo e con quella storia che ha inizio con un mito popolare, ho creduto quasi che il pesce innamorato - così mi viene da definirlo il protagonista di questo racconto - si potesse buttare tra le braccia di quelle antiche voci. così non è stato.

di quel che fu incorniciato dal bel ricordo, ritornano ondate e risate, fascino di questo racconto che non riesce a liquidare il ricordo dell'amore, toccato una volta. tutto ritorna e riparte sempre da luoghi diversi. così è la vita...

i testicoli? a volte i ricordi fanno così male.

PDG ancora non ho le idee chiare di dove andare in vacanza: magari a Pizzomunno!
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Fabio Marchiò
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 09:54

Un'addio che ci ostiniamo a considerare un'arrivederci. Non riuscire ad accettare l'abbandono. Ostinatamente aggrappati alla possibilità del re-incontro, del ri-conoscimento, del ritorno...
Eterna altalena dell'anima maschile.
Io penso, siamo noi quelli che se ne vanno, che abbandonano, che decidono quando una storia è compiuta (non finita) e ce ne andiamo...l'inverso è intollerabile e inamissibile, per noi uomini.
E la descrizione dei ricordi, dei fatti, delle opinioni scorre bene.
La citazione della stretta è fondamentale, secondo me. Ti guardo dentro e tengo ferma la "posizione" nel gesto c'è tutta la determinazione del tenere ben desta l'attenzione sull'argomento "Me ne vado!", un maschio annichilisce ogni reazione e si congela, fisicamente e moralmente...rende bene l'idea, anzi è rafforzativo della determinazione dell'altra "Me ne vado!"
Liberati che sono...i pensieri ritornano, scavano, fanno congetture...
C'è un romanzo che ho letto, centravano i petali delle rose gettati dalla finestra, ed è la storia di un'uomo abbandonato, come solo le donne sanno fare, perchè lei era stata abbandonata molto prima, come solo gli uomini sanno fare. Mi ritornano in mente certe riflessioni e certi momenti d'abbandono di lui, e di come lui tenti una difficile risalita...simile l'intensità del racconto, diversa la consapevolezza di quanto successo.
Scorre la lettura, anche se per miei motivi m'infastidisco, perchè mi riconosco ed è duro il riconoscimento...
Bravo penna, una penna lieve che potrebbe essere per maturità e consapevolezza tutta femminile...(ma questa è suggestione di un'admin che idealizzo)...e questo lo considero un complimento.
Ma quale maledizione ci accompagna che ci fà reincontrare e rifuggire da questi ricordi, da queste suggestioni, da questi amori. Sarà mai possibile un nuovo amore?
O proprio noi "gli abbandonanti", saremo condannati in eterno a vagar con questa tara?

Bravo Penna, magari un po' più di luce in fondo...
PS....Pino Roveredo...ecco chi mi ricorda...
Ciao buona giornata, Fabio.
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Annamaria Giannini
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 10:42

Eccomi di nuovo. Riletto con più calma ed apprezzato ancora la penna, soffermandomi questa volta sui particolari, più che sulla storia in se stessa, che già conoscevo.

Di nuovo lì, sulla spiaggia affollata da gozzi dal legno riarso e attrezzi da pesca ormai dismessi da tempo. Mano nella mano cerchiamo il nostro angolino tra gli scafi, mentre da lontano il faro di Vieste cerca invano di spazzare via l’ombra di una barca che tra poco proteggerà il nostro amore.
Per me, che sono figlia di un marinaio,questa è un immagine consueta e dietro quegli scafi ho dato il primo bacio. Sembra quasi di sentire l'odore delle reti rotte, che puzzano di pesce.

Tutta l'atmosfera del racconto mi piace, ed a parte per qualche insignificante ripetizione, in cui si inciampa un pò, lo stile è impeccabile e capace di creare l'atmosfera giusta.Non sono brava a fare le pulci come altri qui, molto più esperti di me, ma ci provo, perchè mi piace quando vengono fatte a me, e tengo sempre conto delle critiche quando scrivo qualcos'altro.
ei primi giorni il mio principale, lavoravo in una litografia, vedendomi abbattuto, aveva cercato di essere comprensivo. Dopo qualche settimana però, vedendo che intere giornate mi scorrevano addosso senza che avessi prodotto alcunché, era arrivato a minacciare di mettermi finalmente alla porta. [b]per esempio, qui, avrei evitato il verbo vedendo vedendomi ripetuto, per alleggerire un pò il periodo.

Continuo a pensare che sei donna.Non so perchè ma trovo molto poco maschile la stretta ai testicoli ed anche il fatto che lei faccia l'amore con lui prima di lasciarlo, e così appassionatamente.
Lego questa scena più all'immaginario femminile.Anche altri piccoli particolari mi fanno pensare ad una penna col rossetto. Mi sbaglierò?
Ripeto il pollice su,e li alzo tutti e due. Piaciuta molto PDG: blava blava.(che voglia di vedere quella scogliera)
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 12:08

Ti ho stampato, PDG: vedendo la lunghezza ho preferito metterti sulla carta. Ed ho fatto bene.
E' piena di malinconia questo racconto, e mi ci fa entrare perchè, diciamocelo tra di noi, quanti siamo attaccati ad un amore che si è perduto e che anche a distanza di tempo torna a bussare? Basta una risata, una canzone, un quadro e ciò che si credeva stipato dentro al baule torna, in modo quasi prepotente.
Qui la scelta di non volere che quel ricordo possa ancora fare male e la scelta di fuggire, ancora, di non cadere nell'ennesima tentazione di voler ascoltare nuovamente quella voce per non riaffondare.
Dal punto di vista formale la lunghezza non mi è pesata.
PDG, complimenti e grazie, è bello leggere di un qualche cosa che anche tu hai provato e vissuto.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 12:16

Informazione di servizio: mi sono accorta che avevo la casella degli MP piena imballata per cui se me ne avete inviati negli ultimi giorni non li ho ricevuti. Pardon Molto felice
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Nuccio Pepe
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 16:25

Citazione :
Daniela scrive : un amore che si è perduto e che anche a distanza di tempo torna a bussare? Basta .....
....... basta poco, uno sguardo, una canzone.
Accettare la fine di un amore ?

Sì OK, ma chi lo va a dire al "ricordo" di quell'amore che è tutto finito ?

Il ricordo ritorna prepotente, in maniera autonoma.

In questo round un brano più tosto dell'altro, ogni racconto brilla a sè.
Anticipo i complimenti a tutti i partecipanti !!

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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 18:22

Mario Malgieri ha scritto:
Buongiorno PDG
Una bella storia, soffusa di una stupita tristezza e di una nostalgia che non riesce a prendere le distanze. Non è il solito racconto di un amore giovanile, di quelli che bruciano in fretta e lasciano poca cenere. Qui è qualcosa che ha segnato la vita del protagonista con cicatrici mai rimarginate, e dal finale si capisce che continuerà a cambiarla.
Si legge bene, forse le varie parti potevano essere connesse diversamente, ma tutto scorre e si arriva alla fine senza fatica, pur essendo un racconto non proprio breve.
Un solo piccolo appunto per una svista: "te ne vorresti andartene ", roba da poco.
Complimenti davvero meritati, PdG!

Eccomi qua, ho un'oretta di tempo tutta per me e ne approitto per rispondere.
Partiamo dalla svista che mi segnali: imperdonabile, colpa di qualche rimaneggiamento affrettato. Hai ragione Mario, hai colto nel segno. Certe
cicatrici si finisce col rimuoverle, ma qualcosa latente, un tarlo che scava gallerie nella materia grigia senza darlo a vedere dal di fuori, spesso rimane a continuare il suo lento lavorio.
Grazie per il commento, e anche per i complimenti che non credo di meritare veramente. Però me li prendo: la roba data è come comprata...
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 18:34

Rita Paleari ha scritto:
avrei evitato di parlare di testicoli, non è affatto romantico e significativo per la storia, che è preziosa per i suoi riferimenti e descrizioni . Pizzomunno un poco come Orfeo ed Euridice, Salvo come uno rimasto indietro rispetto alla sua donna, ma che in fin dei conti la manda a quel paese, quando realizza che ormai i loro mondi sono diversi e Lei è diversa. Chissà se ce la farà a fidarsi di un'altra donna!
Certo che come regalo di addio è stata originale, molti ragazzi ci starebbero!

Buonasera Rita. Infatti il "tizio" qui la vicenda della spremitura a non la vive realmente, è soltanto la sua psiche che lo porta a rivivere l'ultima sera con la sua amata in maniera ancora più drastica della pur già dura, per lui, realtà.
Poi quanto a fidarsi nuovamente di un'altra donna, è tutto un altro discorso. Come farebbero gli uomini a vivere senza le donne? Alla fine il richiamo è troppo forte e loro ci ricascano sempre. Lo sai che pescano certi pesci che hanno già tre quattro ami infilati nella bocca...
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 18:48

Luca Curatoli ha scritto:
con quel titolo e con quella storia che ha inizio con un mito popolare, ho creduto quasi che il pesce innamorato - così mi viene da definirlo il protagonista di questo racconto - si potesse buttare tra le braccia di quelle antiche voci. così non è stato.

di quel che fu incorniciato dal bel ricordo, ritornano ondate e risate, fascino di questo racconto che non riesce a liquidare il ricordo dell'amore, toccato una volta. tutto ritorna e riparte sempre da luoghi diversi. così è la vita...

i testicoli? a volte i ricordi fanno così male.

PDG ancora non ho le idee chiare di dove andare in vacanza: magari a Pizzomunno!

Ciao Luca. L'incantamento prodotto dalla scogliera è svanito solo grazie all'abbondanza del vino. Altrimenti i Pizzomunno avrebbero potuto essere anche due, affiancati lì vicini alla spiaggia. Condivido tutto quello che dici. Tutto ritorna e riparte da luoghi diversi.
Se vuoi fare una vacanza a Vieste vacci fuori stagione, d'estate senti parlare soltanto tedesco o milanese e difficilmenti ti godresti in santa pace la vista del Pizzomunno lì davanti.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 19:03

Fabio Marchiò ha scritto:
Un'addio che ci ostiniamo a considerare un'arrivederci. Non riuscire ad accettare l'abbandono. Ostinatamente aggrappati alla possibilità del re-incontro, del ri-conoscimento, del ritorno...
Eterna altalena dell'anima maschile.
Io penso, siamo noi quelli che se ne vanno, che abbandonano, che decidono quando una storia è compiuta (non finita) e ce ne andiamo...l'inverso è intollerabile e inamissibile, per noi uomini.
E la descrizione dei ricordi, dei fatti, delle opinioni scorre bene.
La citazione della stretta è fondamentale, secondo me. Ti guardo dentro e tengo ferma la "posizione" nel gesto c'è tutta la determinazione del tenere ben desta l'attenzione sull'argomento "Me ne vado!", un maschio annichilisce ogni reazione e si congela, fisicamente e moralmente...rende bene l'idea, anzi è rafforzativo della determinazione dell'altra "Me ne vado!"
Liberati che sono...i pensieri ritornano, scavano, fanno congetture...
C'è un romanzo che ho letto, centravano i petali delle rose gettati dalla finestra, ed è la storia di un'uomo abbandonato, come solo le donne sanno fare, perchè lei era stata abbandonata molto prima, come solo gli uomini sanno fare. Mi ritornano in mente certe riflessioni e certi momenti d'abbandono di lui, e di come lui tenti una difficile risalita...simile l'intensità del racconto, diversa la consapevolezza di quanto successo.
Scorre la lettura, anche se per miei motivi m'infastidisco, perchè mi riconosco ed è duro il riconoscimento...
Bravo penna, una penna lieve che potrebbe essere per maturità e consapevolezza tutta femminile...(ma questa è suggestione di un'admin che idealizzo)...e questo lo considero un complimento.
Ma quale maledizione ci accompagna che ci fà reincontrare e rifuggire da questi ricordi, da queste suggestioni, da questi amori. Sarà mai possibile un nuovo amore?
O proprio noi "gli abbandonanti", saremo condannati in eterno a vagar con questa tara?

Bravo Penna, magari un po' più di luce in fondo...
PS....Pino Roveredo...ecco chi mi ricorda...
Ciao buona giornata, Fabio.

Una analisi veramente approfondita la tua, Fabio. Mi spiace spiace se ti ha creato qualche turbamento il riconoscere dentro alla mia storia qualche somiglianza con vicende personali. Questo racconto è completamente di fantasia, credo (Se qualcosa di personale dovesse essere emerso, sicuramente non è successo in modo cosciente). Forse è così, si parte a scrivere qualcosa e poi la storia prende il sopravvento e ti guida la penna dove neanche ti saresti immaginato.
Grazie, considero il tuo commento molto positivo.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 19:15

Annamaria Giannini ha scritto:
Eccomi di nuovo. Riletto con più calma ed apprezzato ancora la penna, soffermandomi questa volta sui particolari, più che sulla storia in se stessa, che già conoscevo.

Di nuovo lì, sulla spiaggia affollata da gozzi dal legno riarso e attrezzi da pesca ormai dismessi da tempo. Mano nella mano cerchiamo il nostro angolino tra gli scafi, mentre da lontano il faro di Vieste cerca invano di spazzare via l’ombra di una barca che tra poco proteggerà il nostro amore.
Per me, che sono figlia di un marinaio,questa è un immagine consueta e dietro quegli scafi ho dato il primo bacio. Sembra quasi di sentire l'odore delle reti rotte, che puzzano di pesce.

Tutta l'atmosfera del racconto mi piace, ed a parte per qualche insignificante ripetizione, in cui si inciampa un pò, lo stile è impeccabile e capace di creare l'atmosfera giusta.Non sono brava a fare le pulci come altri qui, molto più esperti di me, ma ci provo, perchè mi piace quando vengono fatte a me, e tengo sempre conto delle critiche quando scrivo qualcos'altro.
ei primi giorni il mio principale, lavoravo in una litografia, vedendomi abbattuto, aveva cercato di essere comprensivo. Dopo qualche settimana però, vedendo che intere giornate mi scorrevano addosso senza che avessi prodotto alcunché, era arrivato a minacciare di mettermi finalmente alla porta. [b]per esempio, qui, avrei evitato il verbo vedendo vedendomi ripetuto, per alleggerire un pò il periodo.

Continuo a pensare che sei donna.Non so perchè ma trovo molto poco maschile la stretta ai testicoli ed anche il fatto che lei faccia l'amore con lui prima di lasciarlo, e così appassionatamente.
Lego questa scena più all'immaginario femminile.Anche altri piccoli particolari mi fanno pensare ad una penna col rossetto. Mi sbaglierò?
Ripeto il pollice su,e li alzo tutti e due. Piaciuta molto PDG: blava blava.(che voglia di vedere quella scogliera)

Annamaria, buonasera. Gli "inciampi" che rilevi sono giustissimi. Di solito sto molto attenta a questi aspetti, si vede che stavolta pur leggendo e rileggendo mi sono sfuggiti grossolanamente. Grazie per averli rilevati, a fine round cercherò di sistemare il tutto. Sono veramente felice se a te la mia pagina ha ricordato il primo bacio sulla spiaggia.
Una penna col rosseto dici?
Ma se sono acqua e sapone. Per farmi diventare bellina ci vorrebbe un ciclo di una settimana a Lourdes, a poco varebbe l'uso del rossetto.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 19:26

Daniela Micheli ha scritto:
Ti ho stampato, PDG: vedendo la lunghezza ho preferito metterti sulla carta. Ed ho fatto bene.
E' piena di malinconia questo racconto, e mi ci fa entrare perchè, diciamocelo tra di noi, quanti siamo attaccati ad un amore che si è perduto e che anche a distanza di tempo torna a bussare? Basta una risata, una canzone, un quadro e ciò che si credeva stipato dentro al baule torna, in modo quasi prepotente.
Qui la scelta di non volere che quel ricordo possa ancora fare male e la scelta di fuggire, ancora, di non cadere nell'ennesima tentazione di voler ascoltare nuovamente quella voce per non riaffondare.
Dal punto di vista formale la lunghezza non mi è pesata.
PDG, complimenti e grazie, è bello leggere di un qualche cosa che anche tu hai provato e vissuto.

Ciao Daniela.
Lo sai che qualcuno ha pensato che potessi anche essere uomo? Tu che dici? IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI 332391
Belle e sacrosante le considerazioni che fai sulla capacità degli oggetti di far riaffiorare i ricordi. Spesso è così veramente. per anni non pensi più a situazioni della tua vita passata e poi all'improvviso basta poco, un gesto, un piccolo oggetto, ed ecco che una intera sequenza riprende a scorrerti nella mente. Avolte per giorni e giorni. Sono felice che qualcosa del mio racconto ti sia piaciuto.
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 19:30

Nuccio Pepe ha scritto:
Citazione :
Daniela scrive : un amore che si è perduto e che anche a distanza di tempo torna a bussare? Basta .....
....... basta poco, uno sguardo, una canzone.
Accettare la fine di un amore ?

Sì OK, ma chi lo va a dire al "ricordo" di quell'amore che è tutto finito ?

Il ricordo ritorna prepotente, in maniera autonoma.

In questo round un brano più tosto dell'altro, ogni racconto brilla a sè.
Anticipo i complimenti a tutti i partecipanti !!

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Buonasera Nuccio, felice che tu abbia rilevato il tema del continuo ritorno, in manera autonoma e quasi sempre non voluto, del ricordo.
grazie dei complimenti, anche a nome delle colleghe.
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taniafigaro
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 20:27

Proprio il genere di racconto che mi piace!
Ho poco tempo per commentare ora..se riesco stasera prometto qualche riga in più..complimenti!!!!!!!!
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Oroserio Sergio
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 20:39

Ciao PDG del Mercoledì. Ben fatto, salvo piccolissime stupidaggini. Ti dico che mi è piaciuto il metodo di narrazione che hai usato. Mi è piaciuta la "fiaba" mancata...
Buona serata a te.
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Annamaria Giannini
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MessaggioTitolo: Re: IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI   IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI Icon_minitime28/4/2010, 20:46

PDG Mercoledì ha scritto:
Annamaria Giannini ha scritto:
Eccomi di nuovo. Riletto con più calma ed apprezzato ancora la penna, soffermandomi questa volta sui particolari, più che sulla storia in se stessa, che già conoscevo.

Di nuovo lì, sulla spiaggia affollata da gozzi dal legno riarso e attrezzi da pesca ormai dismessi da tempo. Mano nella mano cerchiamo il nostro angolino tra gli scafi, mentre da lontano il faro di Vieste cerca invano di spazzare via l’ombra di una barca che tra poco proteggerà il nostro amore.
Per me, che sono figlia di un marinaio,questa è un immagine consueta e dietro quegli scafi ho dato il primo bacio. Sembra quasi di sentire l'odore delle reti rotte, che puzzano di pesce.

Tutta l'atmosfera del racconto mi piace, ed a parte per qualche insignificante ripetizione, in cui si inciampa un pò, lo stile è impeccabile e capace di creare l'atmosfera giusta.Non sono brava a fare le pulci come altri qui, molto più esperti di me, ma ci provo, perchè mi piace quando vengono fatte a me, e tengo sempre conto delle critiche quando scrivo qualcos'altro.
ei primi giorni il mio principale, lavoravo in una litografia, vedendomi abbattuto, aveva cercato di essere comprensivo. Dopo qualche settimana però, vedendo che intere giornate mi scorrevano addosso senza che avessi prodotto alcunché, era arrivato a minacciare di mettermi finalmente alla porta. [b]per esempio, qui, avrei evitato il verbo vedendo vedendomi ripetuto, per alleggerire un pò il periodo.

Continuo a pensare che sei donna.Non so perchè ma trovo molto poco maschile la stretta ai testicoli ed anche il fatto che lei faccia l'amore con lui prima di lasciarlo, e così appassionatamente.
Lego questa scena più all'immaginario femminile.Anche altri piccoli particolari mi fanno pensare ad una penna col rossetto. Mi sbaglierò?
Ripeto il pollice su,e li alzo tutti e due. Piaciuta molto PDG: blava blava.(che voglia di vedere quella scogliera)

Annamaria, buonasera. Gli "inciampi" che rilevi sono giustissimi. Di solito sto molto attenta a questi aspetti, si vede che stavolta pur leggendo e rileggendo mi sono sfuggiti grossolanamente. Grazie per averli rilevati, a fine round cercherò di sistemare il tutto. Sono veramente felice se a te la mia pagina ha ricordato il primo bacio sulla spiaggia.
Una penna col rosseto dici?
Ma se sono acqua e sapone. Per farmi diventare bellina ci vorrebbe un ciclo di una settimana a Lourdes, a poco varebbe l'uso del rossetto.




cheers cheers sapevo che di femmina si trattava!
bhè sapevo...dai..intuivo. La strizzata agli ammenicoli, punto delicatissimo!
Scherzoeh..

Inciampi? Io ne ho rilevato uno solo e proprio a farti le pulci PDG.
Il primo, il secondo, il terzo...finchè ho vissuto con mio padre ho cambiato tante città e non ho mai cambiato indirizzo..piazza del porto, via destra del porto, vicolo del porto e così via!
Quando poi andò in pensione scherzavamo sul fatto che finalmente avremmo cambiato indirizzo e siamo andati a finire in via Porto_gallo. Very Happy
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PDG Mercoledì ha scritto:
Daniela Micheli ha scritto:
Ti ho stampato, PDG: vedendo la lunghezza ho preferito metterti sulla carta. Ed ho fatto bene.
E' piena di malinconia questo racconto, e mi ci fa entrare perchè, diciamocelo tra di noi, quanti siamo attaccati ad un amore che si è perduto e che anche a distanza di tempo torna a bussare? Basta una risata, una canzone, un quadro e ciò che si credeva stipato dentro al baule torna, in modo quasi prepotente.
Qui la scelta di non volere che quel ricordo possa ancora fare male e la scelta di fuggire, ancora, di non cadere nell'ennesima tentazione di voler ascoltare nuovamente quella voce per non riaffondare.
Dal punto di vista formale la lunghezza non mi è pesata.
PDG, complimenti e grazie, è bello leggere di un qualche cosa che anche tu hai provato e vissuto.

Ciao Daniela.
Lo sai che qualcuno ha pensato che potessi anche essere uomo? Tu che dici? IL FASCINO DELLA SCOGLIERA - G&F GIAMPIERO PIERI 332391
Belle e sacrosante le considerazioni che fai sulla capacità degli oggetti di far riaffiorare i ricordi. Spesso è così veramente. per anni non pensi più a situazioni della tua vita passata e poi all'improvviso basta poco, un gesto, un piccolo oggetto, ed ecco che una intera sequenza riprende a scorrerti nella mente. Avolte per giorni e giorni. Sono felice che qualcosa del mio racconto ti sia piaciuto.

Qualcosa? Bè, a me è piaciuto un po' di più che qualcosa!
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