CURVATURE CONCAVE - NUCCINA

patrizia io ti stavo leggendo. pensavo fosse quello il pezzo del giorno.

La penna del giorno ha scritto:

[...]

Marco ha preso il suo tempo.Ci sono quelli che neanche quel tempo vogliono prendersi.

Già...

sorcio ha scritto:

patrizia io ti stavo leggendo. pensavo fosse quello il pezzo del giorno.

è mio il pezzo del giorno...

sono io la penna del giorno....io cioè me medesima...capito??

sorcio ha scritto:

mi piace " curvature concave "
uno scivolare che in un concavo puo' fermarsi e restare

Scusa se mi cito PDG, ma e' in questo senso la curvatura concava?

e' un brano bellissimo, ma mi sembra di avertelo detto
o no?

Torno dopo ragazzi...pausa pranzo...veloce eh!!!

sorcio ha scritto:

sorcio ha scritto:

mi piace " curvature concave "
uno scivolare che in un concavo puo' fermarsi e restare

Scusa se mi cito PDG, ma e' in questo senso la curvatura concava?

e' un brano bellissimo, ma mi sembra di avertelo detto
o no?

si scivolare e restarci come in un abbraccio...

noooooooooooooooooooooooo rispondi primaaaaaaaaaaaaaaaa

ops



buon appetito PDG

sorcio ha scritto:

patrizia io ti stavo leggendo. pensavo fosse quello il pezzo del giorno.

Vuoi dire, sorcetto bello che quando Patrizia lascia i suoi commenti sono dei veri e propri racconti del giorno?
Ora che Aldo non compare più, come commentatore, potremmo eleggere lei (anche se mi sembra un po' ipercritica, a volte...) "commentatrice del giorno"...

E' evidente che io, nella mia vita, ho trovato solo curve convesse, caro sorcio, così son scivolata fuori, ruzzolando malamente...

giusto Patrizia
giusto
io non lo so' fare, non aiuto l'autore, al massimo puo' percepire solamente se e' arrivato il messaggio da quello che dico.
giusto.

ma era una battuta quella, forse brutta, ma battuta. perdono

Scusatemi oggi appaio brevemente. la prima parte che fa da preambolo alla lettera la trovo qusi fredda rispetto alla generazione spontanea delle parole calde che sgorgano dalla lettera e dai versi finali che mi appaiono decisamente ineccepibili, è una narrativa poetica e delicata quella della lettera che in un certo qual modo fa pace con la prima parte. sublimi i versi finali, densi, pulsano di vita. i miei complimenti alla pdg. Renata

sorcio ha scritto:

ma era una battuta quella, forse brutta, ma battuta. perdono

Ti perdoniamo tutto, tanto sei dolce!

In quanto a Patrizia, hai certamente ragione tu: purtroppo io mi soffermo più spesso sul contenuto che non sulla scrittura alla quale dedico solo commenti "generici", per la verità. Perché mi pare che certe scelte stilistiche siano legittime all'autore e anche perché non sono un critico letterario e non ho l'autorità per dire certe cose. Vedo solo gli accenti, gli apostrofi e qualche refuso un po' troppo vistoso. Anche la punteggiatura, ormai, fa parte delle scelte stilistiche, pur se io sono all'antica e mi piace, per quel che mi rigurda, attenermi alle norme "classiche".
Per fortuna qui nessuno dà le bacchettate sulle dita per quello che si dice a commentare, purché si rimanga nell'ambito della buona educazione e del buon gusto... come facciamo noi tutti, insomma. No?

le critiche servono a capire le falle, i punti deboli, ciò che arriva e ciò che resta per strada o nell'intenzione dell'autore.

Il racconto è essenzialista quasi, penso che si potrebbe benissimo allargare,
anche se la lettera mi è arrivata subito e comprendo il senso e l'emozione
che mi è arrivata.

Piaciuta anche la scelta musicale.
Dolce anch'essa nella ricerca di quella "casa".

Sorcio è unico.

Una lettera cosi Sorcio poteva scriverla secondo me.

Cara PdG,
fai finta, come dice Noct, che io ti stia scrivendo a mano, su un foglio di quelli che scricchiolano.

Ho letto la tua pagina facendo io i salti mortali carpiati per non farmi condizionare dai nomi (Marco e Nina) per ragioni che, sei hai un paio di settimane e 72 post da dedicarmi, potrei spiegarti un giorno.

Arrivo tardi: sei stata in ottima compagnia e le penne che sono venute a trovarti hanno già sottolineato tante cose che avrei voluto dirti. Sarà difficile non ripetermi.

Ho trovato nella tua pagina alcune immagini molto belle: c’è il prima e il dopo ma c’è il dire, il sussurrare, il gridare, lo scrivere. E quella geometricità attenuata che mi piace molto.
Qualcosa è narrato e qualcosa è detto. Qualcosa è retto e qualcosa si incurva.
Forse il linguaggio dei protagonisti è troppo poetico per stare dentro una lettera e un cellulare, per non appartenere a un narratore esterno …mah… Può darsi … però è anche vero che nei momenti speciali della vita si voli alto anche nel dire. Non è un pezzo su di un tranquillo pomeriggio d’autunno questo, è un pezzo sulla straordinarietà di certe situazioni. E allora, allora perché no? Riletto così la verosimilitudine va a farsi friggere. In fin dei conti i due versi finali sintetizzano tutto: a volte le cose curvano verso dove non avremmo pensato di svoltare.

cari cari saluti
nico

ah, dimenticavo:
Sei stata brava a superare quella soggezione che Sciascia ci ha inevitabilmente indotto. Io non ce l’ho fatta. Ho mollato proprio per questo

Nina, in questa pagina l'ho vista volare...

gRAZIE LA MAR.

è vero a volte può essere anche solo un nome a condizionarci nella lettura.
I nomi che ho scelto non sono a caso.
Mi appartengono in un certo senso.

Rileggendo trovo che pecco di poesia, è vero, ma penso che in certi momenti
ci sono cose che vanno dette con poesia.

Avevo anche pensato di scrivere del travaglio del futuro padre e la lettera essere la comunicazione di lei che aspettava un bambino, ma per mia scelta questa volta volevo un'intenzione che fosse scritta, che diventasse pietra per una storia.

grazie

sorcio ha scritto:

giusto Patrizia
giusto
io non lo so' fare, non aiuto l'autore, al massimo puo' percepire solamente se e' arrivato il messaggio da quello che dico.
giusto.

non sei il solo, Romeo. però sto imparando o, perlomeno ci provo

Volevo aggiungere che imparo (o cerco di imparare) dai commenti di chi lo sa fare.
Baciabbraccicoccole&pandistelle, devo ri_scappare

E se ti dicessi, cara PdG, che, per scrivere con questo incipit, ero andata a prender fuori da un cassettino "quasi" segreto, certe lettere che mi scrisse, nel lontano 1966/67, un probabile "grande amore" che io mi lasciai sfuggire per inesperienza e per un'infinità di altre situazioni, oggi stupidissime ma allora ritenute importanti?
E che nel rileggerle ho versato tantissime lacrime di commozione e rimpianto pensando ad ogni pagina "Che imbecille fui!"... tant'è vero che non sono riuscita a scrivere un bel nulla?
Il guaio è che ora, solo ora che sono vecchia, ho capito...

Mammamia quanto chiacchierate... Complimenti pdg hai sollevato cori disorganici ma unanimi, mi pare... Però insisto: era facile approfondire papena di più, avevi spazio e battute, ne sarebbe uscito un racconto completo, con qualche risvolto in più per caratterizzae i due protagonisti che per quanto già buona, poteva aiutare di più la comprensione della storia. E poi hyo apprezzato, gli uomini non sono tutti dei ragazzini, non tutti almeno e quindi ben venga anche lo sfatare questo stereotipo maschile odioso che piace tanto ad alcune donne.

Caro Pen Na... lo stereotipo di cui tu parli, credo non piaccia a nessuno, in verità; se salta fuori, credo sia perché l'esperienza ci conduce più spesso là che non qua. Mi sembra, invece, che questa figura maschile sia piaciuta molto a tutte noi femminucce, il che dimostra quanta voglia abbiamo di uomini veri che, partendo dal livello di Peter Pan, assurgono a quello di uomo a pieno titolo, compagno e padre presente sempre per la sua donna e per i figli...
Io avrei una gran voglia di leggere tante storie così: apparentemente semplici ma concrete e reali nell'attuazione del progetto - vita...