Parto male pdg, non sopporto in linea di massima i racconti di guerra. Li reputo dei meri resoconti di accadimenti ai quali la nostra immaginazione non riesce neanche lontanamente ad avvicinarsi. La guerra, la morte, vissuta e vista davvero da vicino sono uno dei massimi orrori ai quali nessuno che non l'abbia davvero vissuta possa giungere. Voglio farti una confidenza, un giorno da bambina, passeggiavo con un mio parente che aveva combattuto, mi parlava appunto della guerra, di come avesse fatto a sopravvivere, da bimbetta quale ero ad un certo punto lasciai la sua mano e gli chiesi "ma tu, con queste mani hai ucciso?", non riuscii a rispondermi ed io non ebbi il coraggio di prendere di nuovo la sua mano neanche per attraversare.
Tornando al testo, manca di tutta l'incisività di un vissuto che sia verosimile, non trapela in alcun modo, ne dai dialoghi, ne dall'evocazione di questa morte che dovrebbe colpirci, abbasso il pollice pdg, perdonami, voglio prendere questo tuo racconto come un mero esperimento letterario da parte tua. Renata