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 UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON

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MessaggioTitolo: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime10/2/2008, 22:53

Io lo seguivo a qualche passo di distanza: gli occhi bassi, osservavo l’acciottolato della strada su cui posavo i miei piedi stanchi.
Lui se ne andava a passo sicuro, quasi spavaldo, forte della decisione appena presa per sé e per me.
“Tu non vuoi capire – mi disse senza voltarsi – non posso permettermi uno scandalo; non nella mia posizione. E anche tu: pensa alla tua famiglia, ai tuoi amici, ai colleghi il giorno in cui ti vedessero lievitare come un pane da cuocere!”
Un pane da cuocere. Questo solo lui vedeva, pensando di essere pure spiritoso: non il bambino ma “un pane da cuocere”.
“Conosco qualcuno che ci libererà dell’incomodo: tu non correrai rischi e nessuno ne saprà mai nulla.” Ecco di cosa stava parlando: non del nostro bambino, bensì di un  ‘incidente’ al quale si poteva porre rimedio con un po’ di buona volontà e collaborazione.
Continuava a precedermi e a spiegarmi i vantaggi della decisione che aveva appena preso per entrambi: “Senza contare che, così, potremo continuare a frequentarci come prima, mentre ora…” Ma io, al prossimo incrocio, me ne sarei andata per i fatti miei e lui neppure se ne sarebbe accorto, di essere rimasto solo; fino a quando si fosse degnato di voltarsi.

Spengo il cellulare: non voglio parlargli, non voglio dirgli che non mi libererò di questo “incomodo”, che non voglio perdere il mio bambino, mio figlio! Mio, solo mio, poiché lui non lo vuole.
Devo andarmene dalla città; lui, tra qualche giorno, riassorbito dai suoi impegni, avrà dimenticato entrambi, me e mio figlio. Fruirò di quei giorni di ferie non goduti e a mia madre dirò che ho bisogno di “staccare” per un po’. Agli amici non dirò nulla:  loro non mi faranno domande. Sono abituati ai miei silenzi, al mio carattere spigoloso.  
Cerco il numero di telefono di Sophia, che vive vicino a Dublino. Non sono mai stata in Irlanda e ho sempre sognato di andarci.
Sophia: anche lei sola, conosciuta un paio d’estati fa sulla riviera adriatica in cerca di buona cucina, bei paesaggi, arte italiana e, perché no, di un’avventura sentimentale da ricordare al rientro nella sua verde Irlanda!
Ci siamo spesso sentite, in questi due anni, invitandoci reciprocamente senza mai farne nulla ed ecco l’occasione. Una telefonata in aeroporto e domattina partirò.
Ho trovato avvisi di chiamata sul cellulare e sms in cui lui mi chiede anzi, mi accusa: cosa credo di fare; lo voglio forse ricattare, lui, nella sua posizione.
Lui, nella sua posizione. Io, col mio bambino.
Figlio mio, ti crescerò felice, vedrai: tu ed io saremo una famiglia.

Sophia mi aspetta all’aeroporto, un po’ meravigliata ma contenta. Ancora non sa…
Nel pomeriggio parliamo e finalmente posso sfogare tutta la mia frustrazione di questi giorni, da quando ho avuto la certezza della gravidanza a quando ho avuto la certezza della sua vigliaccheria. Forse mi aspettavo le accuse che mi ha rivolto; ma il modo ignobile in cui ha trattato mio figlio, nostro figlio: questo no, non me l’aspettavo neppure da lui! Non voglio metterlo in crisi, per carità, nella sua posizione. Solo il mio bambino, voglio; né voglio da lui alcun aiuto per il mantenimento della creatura. Posso badare ad entrambi, il mio piccolo ed io, da sola. Ma lui teme che potrò pretendere qualcosa e che trapeli in giro che lui è il padre: capirai, nella sua posizione, non può permetterselo!
“Sophia, quell’uomo (“uomo”?) non ha capito quanto io amo questo bambino anche se lo porto in me da nemmeno due mesi. Sono arrabbiata, anzi, mi permetti? Sono incazzatissima con lui: ha chiamato nostro figlio ‘bastardo’ ma non ha osato dirmi in faccia: ‘figlio di…’.
Che abbia offeso me posso accettarlo: sono stata con lui, incurante del fatto che abbia moglie e figli; come si definisce una donna così? Ho accettato il ruolo di “amante”; mi andava bene. Ma il piccino, no; quello non me lo tocchi con le tue sporche mani da ‘latin lover’ da strapazzo! Perché gli uomini sanno essere così meschini, così volgari, così ‘sporchi’ dentro? Sophia: era un figlio che io volevo, non un marito o un compagno. Non ti so spiegare, ma è così. E lui vorrebbe buttarmelo via! capisci?  Telefonare a sua moglie e dirle: - guarda che bel marito hai! - e di lei, chi se ne frega…” e finalmente scoppio in singhiozzi perché so che una carognata così non la farò mai.

Sophia è una cara amica: mi abbraccia e mi sussurra, con un dito sulle labbra: ”Sssh, zitta, ora: non tormentarti più. Troveremo una soluzione per voi due” e mi accarezza la pancia che ancora non ha l’aspetto di un pane da cuocere.
Il silenzio di Sophia, così intimo e ricco di partecipazione, mi tranquillizza e mi aiuta a pensare con lucidità al mio nuovo stato. Niente vendette: affronterò la situazione da donna qual sono e mi preparerò al mio ruolo di mamma.
Qui, in questo ambiente tranquillo, con un’amica come Sophia, riuscirò a far pace col mondo cominciando da me stessa e troverò le parole adatte per parlare a mia madre. Tutti gli altri si accontenteranno di un semplice: “Aspetto un bambino!”  
 
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime10/2/2008, 23:52

Mi sembra davvero un ottimo inizio.
L'argomento è vivo, le descrizioni accurate, la narrazione lineare e articolata. Forse soffre di mancanza di spazio (5000 caratteri sono pochi), sarebbe stato necessario un più ampio respiro per sviluppare tutta la storia e i diversi personaggi. Resta sullo sfndo una narrazzione immaginata e la voglia di leggere un sequito anche dopo la fine.
Forse, dal mio punto di vista, è un poco debole l'idea del silenzio come gesto legato a Sophia e al quadro, che sembra non completamente convincente, ma nell'isieme un ottimo racconto.
( mi ha colpito il numero di caratteri, che, se word non ha contato male, sono esatttamente 4996, perfetto) cheers
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:01

Narrassione scorrevolissima, tema muy bien svolto. Difficile inserire nel racconto pure il quadro proposto col dito sulle labbra, e tutti gli autori a saltabeccare mortalmente per fare shhht!!, ma questo è colpa della bastardaggine e dabbenaggine della Redassione femminista... Era sufficiente l'incipit, senza dover incasinare le cose a tutti/e i/le partecipanti... Autocommento (poi mi loggherò come PDG): avete visto come ho saputo simulare e sviluppare bene il tema della maternità, proprio io che sono così virile e maschilista, dando giustamente addosso a quel fetentone del padre?? (personaggio illustre, per il quale mi sono ispirato a Pierferdi Casini)! Un unico automicroappunto: Sophia avrei voluto dipingerla coi capelli rossi e un quadrifoglio verde in mano, ma non mi è stato permesso dalla quella infingarda di Nocturna.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:30

Buongiorno PDG e buongiorno a tutti...
Stampo, leggo, e torno. Per ora il caffè lo offro io al posto della PDG.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:49

gocciadisplendore ha scritto:
ma la penna del giorno dove è?

Trafelatissima, la P d G, oggi, arriva: qualche piccolo incidente di percorso, risibile, se vogliamo, ma fastidioso...
tuttavia, superato ogni ostacolo, eccomi qua!

ARRIVO, ARRIVO bounce

Ora leggo tutto ciò che mi avete scritto e poi rispondo.

Non ho potuto offire il caffè del mattino... posso almeno offrire quello della merenda? una spremuta? o altro... I love you
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:51

gocciadisplendore ha scritto:
trovo bellissimo il titolo. la storia procede tendendo a farsi diario e insiste su due temi: il figlio che deve nascere e il "padre" che non merita il figlio...su questi due temi si giocano varianti linguistiche di significato postivo e negativo. nel complesso il testo si lascia leggere e la Sophia irlandese è una soluzione accettabile. "fino a quando si fosse degnato di voltarsi."... meglio inserire un NON dopo quando. rileggerò

il NON mi portava via spazi preziosi... Crying or Very sad
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:53

gocciadisplendore ha scritto:
riletto. curioso di leggerlo scritto in terza persona...

si può fare...

magari mi aiuteresti a riscriverlo in terza persona? perché qualcosa si dovrà cambiare... Suspect
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:55

Io prendo una spremuta di malto & torba, meglio se invecchiata dodici anni.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:58

gocciadisplendore ha scritto:
riletto nuovamente: colta una sfumatura... il signore fugge via...
ma la signora mi pare che puntava in esclusiva al figlio... insomma.. una relazione equivoca... è così?

Per la verità, nella prima stesura c'era qualche altra indicazione sui caratteri dei personaggi, ma poi, taglia di qua, sfronda di là... è rimasto solo il fatto...

E con che pena ho tagliato e sfrondato: mi pareva che tutte quelle indicazioni fossero necessarie e indispensabili; ma poi ho pensato che in 5000 battute, spazi compresi, non volendo rinunciare a parentesi e virgolette... ne è uscito questo! Embarassed
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 09:59

Massimo Guisso ha scritto:
Io prendo una spremuta di malto & torba, meglio se invecchiata dodici anni.

Al bar sotto il tuo ufficio?
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 10:00

gocciadisplendore ha scritto:
riletto nuovamente: colta una sfumatura... il signore fugge via...
ma la signora mi pare che puntava in esclusiva al figlio... insomma.. una relazione equivoca... è così?

Quando l'amore tra uomo e donna diventa un'utopia... Sad
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 10:03

Intanto devo dire che trovo ben inseriti sia l'incipit obbligato che l'altra frase, nel senso che Il silenzio di Sophia, qui, è il silenzio delle amiche che non giudicano ma che arrivano nel momento del bisogno. Unica cosa che mi stona solo un pochino ma che nulla toglie alla sensazione lasciata alla lettura, è la credibilità che un'amica conosciuta durante una vacanza estiva possa diventare "ancora di salvezza" in una situazione disperata di una prossima madre lasciata con la sua pagnottella a lievitare in attesa di cottura. Non mi è piaciuto il luogo comune del "latin lover da strapazzo", il comportamento di lui non è solo dei latin lover ma di tanti che fuggono davanti alle responsabilità, insomma che abbandonano il forno dopo aver infornato il pane.
Il titolo mi piace molto Smile
Mi piace la sensazione di risolutezza che passa nell'ultimo paragrafo, lei in mezzo al verde d'Irlanda che reagisce e convince se stessa prima di ogni altro dell'importanza di quello che sarà il suo ruolo di madre.
Però una bella telefonatina alla moglie... Scherzo Very Happy
Direi che è un buon esordio per questa tornata che ci vedrà leggere di tante Sophia.
Grazie PDG, ripasso più tardi.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 10:08

di primo acchitto ... a tratti la scrittura mi appare molto curata, a tratti invece mi appare di un carattere colloquiale eccessivamente "sciolto", un pour parler che si sbrodola rendendo ridondante e ripetitivo il fatto in se che la protagonista voglia tenere questa vita. perdonami!!!!! ... inoltre la figura di Sophia, sembra quasi inserita a caso, sarebbe stato più logico che il silenzio fosse stato della protagonista che decide appunto in silenzio di tenere questo bambino. anche il topic mi sembra scadere in un tema scontato, lui, lei, l'altra in cui poco spazio viene lasciato alla fantasia. poco fantasioso nell'insieme. perdonami bis, ma davvero questo racconto mi convince poco. Renata Embarassed
ripasso in giornata tuttavia dopo aver sedimentato, metabolizzato e riflettuto.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 10:15

occhey: allora ho capito chi l'ha scritto... Sad Ripasso anch'io in giornata. Magari! Cool
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 10:52

Buongiorno scrittori di Sophie... Very Happy

Buongiorno Penna del giorno....scusa la mia faccia da scimmia, stamattina non mi sono ancora truccata....
La prima cosa che mi colpisce è il titolo.
Torno dopo averlo riletto il racconto.

Guisso sei rimasto senza parole per l'avatar....e dillo!
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 10:57

Confessione volontaria, ma non lo ripeterò più: Sophia... non l'ho vista molto inseribile in una storia: con quell'espressione vagamente corrucciata, leggermente quasi tenebrosa... mi diceva e non mi diceva.
Come dice Goccia, le 5000 battute sono una sfida (anche perché so che in altre "località" le battute - non di spirito - sono in numero assai inferiore!) e certe narrazioni avrebbero, a mio parere, bisogno di essere sviluppate di più; forse si dovrebbero scegliere argomenti (trame) differenti? più "leggeri"? Non mi pareva che questo quadro potesse riferirsi a trame leggere. O sì?
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:02

Nuccina ha scritto:
Buongiorno scrittori di Sophie... Very Happy

Buongiorno Penna del giorno....scusa la mia faccia da scimmia, stamattina non mi sono ancora truccata....
La prima cosa che mi colpisce è il titolo.
Torno dopo averlo riletto il racconto.

Guisso sei rimasto senza parole per l'avatar....e dillo!


Straperdonatissima, mia cara... è una mattina critica anche per me...
ma i lunedì, secondo me, sono tutti critici... Sad
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:03

Massimo Guisso ha scritto:
occhey: allora ho capito chi l'ha scritto... Sad Ripasso anch'io in giornata. Magari! Cool

TU credi? Non sai che sorprese ci sono, nella vita! Rolling Eyes
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:05

io penso che le trame dipendano dallo spirito, dall'iniziativa e anche dalla verve se non dall'ispirazione dell'autore.
Si può scrivere di tutto, quel quadro poteva essere la copertina di un libro, o l'inizio di un racconto horror.In questo sta il gioco e il mettersi alla prova.
Mettere un limite di battute è anche una prova a cui un autore deve sottostare, impara a non essere prolisso e a concentrare eventi ed emozioni che altrimenti si allungherebbero molto.
Comunque, se posso dirlo, per me il partecipare è uno stimolo, un mettermi in gioco , un rovistare nelle mie idee.
Spero lo sia per tutti.
Da una prima lettura veloce del brano, mi pare che qui l'ispirazione sia arrivata.
Intanto posso dirti che mi piace un racconto che si svolge su due piani.
Il primo...Il ricordo.
Poi segue con il presente.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:07

Concordo con mammolina sul troppo detto e il poco immaginato. Anche la seconda parte che introduce l'amica Sophia, lo fa in modo inatteso senza caratterizarla e descriverla. Non ho visualizzato neanche la madre e lui, né Sophia, che quindi alla fine restano personaggi vaghi che sfumano senza sentirli veri. Forse tutto dipende dal limite di caratteri, forse è vero, ad una seconda rilettura, la scrittura sembra troppo raccontata con poco uso di "sensi e colori".
Comunque scrittura pregevole e apprezzabile per l'impegno e lo zelo. Rolling Eyes


Ultima modifica di il 11/2/2008, 11:28 - modificato 1 volta.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:11

Vedo che lo staff, questa mattina ha concordemente fatto un giro al giardino zoologico e si è portata a casa una famigliola di scimmiette... scimpanzè?
Siamo già nel Pianeta delle Scimmie a mia insaputa?

Ma veniamo al racconto: ad una prima lettura (non ho ancora letto i commenti per non farmi influenzare) mi pare abbastanza credibile: una ragazza moderna ma non troppo, spregiudicata ma non troppo, con dei valori (ma non troppo)...

Anch'io ripasserò ma prima leggerò i pareri degli altri, per correttezza.
Ma dov'è Penna Libera? si sente la sua mancanza... Forse in missione speciale? Wink
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:26

In una prima stesura, che superava le 6500 battute, avevo parlato della famiglia di lei: una madre apprensiva e un padre che cercava di "salvare" la figlia dalle ansie della madre. Avevo parlato di più dell'amicizia nata con Sophia in quei due anni; di lui, invece, del padre, ammetto che non avevo detto molto di più: forse l'avevo reso leggermente più antipatico...
Tutto cassato a vantaggio delle 5000 (nel mio programma sono risultate 4998, ecco perché un NON avrebbe fatto sforare!).
Non mi giustifico, ben inteso: solo chiarisco.
In quanto alla diversità del linguaggio: quando lei pensa e ricorda, il linguaggio è un po' più curato. Quando agisce o parla... più discorsivo?
Una differenza forse non elegante ma voluta...
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:31

l'ho letto ieri sera, l'ho lasciato decantare e.......
Trovo un ottimo scritto, scorrevole, a volte le forbici fanno bene, e proprio, visto e letto persino dell'impossibilita' di metterci un "non", trovo eccessivamente spericolato andare fino in irlanda per giustificare un nome, Sophia, e tutta la perdita di battute che ne consegue.
Un altro particolare, l'ultimo, che mi ha tenuto in allerta tutto il pezzo, “un pane da cuocere” non il titolo, la frase che pronuncia Lui, mi stona con l'insistere della sua posizione altisonante, di rilievo di prestigio che occupa, la vedevo solo indicata per un addetto al mestiere, del pane, non per la poca cultura che abbisogna per essere un fornaio, anzi, ma perche' proprio termine troppo legato e contemporaneamente troppo distante dai dialoghi comuni, anche se risalta l'agghiacciante pensiero.
E' un racconto serio, forse il primo che leggo comunque cosi' serio, nell'argometo, e questo e' di per se' un'ulterore prova aggiunta alle altre, brava, perche' non mi sento di dire bravo.
E' guardato da un vedere puramente femminile, con tutte le contraddizioni di uno sguardo a senso unico, voluto mi dico, quando arrivo al finale, dove credo ,che con quella lontananza da tutto si tranci una riga netta con il passato, anche di essere, e si volti una pagina.
e' un buon racconto PDG, si nota la cura.
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:31

che pirla
dimenticavo
ciao penna del giorno
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime11/2/2008, 11:34

Ok... la PDG è femmina. cheers
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MessaggioTitolo: Re: UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON   UN PANE DA CUOCERE - ALMITRA NEWTON Icon_minitime

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