MIMMINA - RUBINIA

La sirena aveva finito di chiamare  da poco quando anche loro arrivarono al rifugio.
Era il secondo bombardamento in quella settimana,la seconda volta che tutto il paese si trovava costretto a riempire la pancia della terra.
Di terra viveva il paese di Mimmina: sopra le case e gli orti,e le vigne, e gli uliveti;sotto il rifugio che gli uomini avevano preparato rinunciando a giornate di lavoro ma, in un modo o nell’altro, dovevano permettere alle loro famiglie di sopravvivere.
Mimmina entrò subito dopo la sua mamma e dopo aver fatto un respiro profondo. Proprio non riusciva ad abituarsi al buio ed alla sensazione di angoscia che le procurava.
E non era tanto per il rombo degli aerei o lo scoppio delle bombe: aveva paura del buio e basta, come solo i bambini possono averne anche se, per alcuni, resta compagna di tutta la vita.
Mimmina, quindi, si accoccolò accanto alla madre e cominciò a giocare, immobile.
Si,perché il gioco che lei faceva ogni volta, per rassicurarsi e far passare il tempo, non aveva bisogno di tutto il corpo, ne bastava una parte: lei chiudeva gli occhi e cominciava ad annusare.
Di proposito, entrata nel rifugio,non guardava gli altri, voleva riconoscerli ad occhi chiusi,dagli odori.
Il primo ad arrivarle, naturalmente,era quello della sua mamma: sapeva di bucato,  di cucina e di fatica: sapeva di mamma,insomma.
Subito dopo quello del suo fratellino che era un misto dell’odore della mamma e di latte(ogni tanto anche di cacca).
Capiva che il suo papà era un po’ più lontano perché arrivava più leggero l’odore dell’erba che stava falciando prima di correre al rifugio;poi c’era il nonno con la sua inseparabile pipa(Mimmina sapeva che se avesse aperto gli occhi  avrebbe visto la lucciolina del fornello).
E così via, a mano a mano, con il suo naso Mimmina prendeva le presenze. Si massaro Biasi c’era, e non si poteva confondere quel misto di stalla e formaggio! C’era anche Pippuzzo l’oste, che l’odore intenso di vino e di fumo infastidiva non poco e ancora,  la maestra con la sua colonia alla lavanda;doveva trovarsi in fondo al rifugio Marietto,il suo migliore amico. Mimmina non sapeva di cosa profumasse ma sapeva per certo che lo avrebbe riconosciuto tra mille perché quello era l’odore dei loro giochi.
A volte, qualche odore non arrivava più e al suo posto si poteva”sentire”il tanfo della morte.
Mimmina si intristiva,allora, e mentre giocava con il suo  senso sentiva le bombe e pensava: la guerra. ..ecco una cosa che un senso proprio non ce l’ha!