DECLINO - MAMMOLINA

maritozzo per Mariella .. SPLASH! ....

Ciao PdG, non ho letto nulla, stampo e torno più tardi



nico

La Mar ha scritto:

Ciao PdG, non ho letto nulla, stampo e torno più tardi



nico

t'aspetto bellezza!

liesma ha scritto:

non male il decidere di non aver letto
sarà che sono curiosa come una scimmia
bel pezzo Pdg, scusami, ma sono veramente di corsa
a presto
l.

hola liesma, scusami non ti avevo salutata!

Grazzie assaje, diletta Pdg: il maritozzo era dolcissimo : meno male che il caffè era amaro!

Mò vado a rileggere il brano. Chissà chi lo sa se torno. (Smuackk)

MariellaT ha scritto:

Grazzie assaje, diletta Pdg: il maritozzo era dolcissimo : meno male che il caffè era amaro!

Mò vado a rileggere il brano. Chissà chi lo sa se torno. (Smuackk)

intenditrice .. il caffè deve essere amaro con un maritozzo accanto .. posso sedermi accanto a te?

E' un tema che sento molto, quello dell'attesa come pretesto per giustificare l'immobilità, l'inazione: lo "spreco" dell'esistenza per alcuni o, per altri, l'unica possibile concezione dell'esistenza. Mentre leggevo mi sentivo quindi pienamente "a contatto" con la Pdg. Però non ho potuto fare a meno di notare un uso della punteggiatura limitato ai punti e alle virgole, quando invece il brano avrebbe avuto un respiro poetico più armonioso se il punto e virgola e i due punti, e forse anche i puntini sospensivi, fossero stati impiegati come alcune volte mi sarebbe parso necessario.
Il paragrafo che inizia con "Siamo causa del nostro destino." è un'intromissione dell'autore nella narrazione della storia di questa Penelope presentata in terza persona, e in questo caso non mi dispiace perché mi avvicina al personaggio. Il grosso problema, dal mio punto di vista, è che la storia non c'è nella sua parte più importante: il periodo in cui l'atteso pareva ci fosse, il periodo dell'innamoramento risoltosi con il "mi sono comportato malissimo". La narrazione risulta fortemente "sbilanciata", non so se riesco a rendere l'idea: ciò che viene esplicitato non giustifica i vent'anni d'attesa, ben connotati e presenti nella mia mente di lettore.

Ultima cosa che mi viene adesso in mente: il termine "declino":
declinare un invito, "ma anche" (voce di Veltroni!!) declinare del giorno e, in senso più ampio, dell'esistenza. Mi è piaciuto moltissimo. Quella parola messa in fondo alla poesia ha lo stesso valore di "Fine" intesa in tutti e due i sensi: per questo, la salverei.

Huè, Nuc: ma la firma la inserisco come immagine?? O no? Vabbè, si ringrassia per le riprese subbaqque...

MariellaT ha scritto:

E' un tema che sento molto, quello dell'attesa come pretesto per giustificare l'immobilità, l'inazione: lo "spreco" dell'esistenza per alcuni o, per altri, l'unica possibile concezione dell'esistenza. Mentre leggevo mi sentivo quindi pienamente "a contatto" con la Pdg. Però non ho potuto fare a meno di notare un uso della punteggiatura limitato ai punti e alle virgole, quando invece il brano avrebbe avuto un respiro poetico più armonioso se il punto e virgola e i due punti, e forse anche i puntini sospensivi, fossero stati impiegati come alcune volte mi sarebbe parso necessario.
Il paragrafo che inizia con "Siamo causa del nostro destino." è un'intromissione dell'autore nella narrazione della storia di questa Penelope presentata in terza persona, e in questo caso non mi dispiace perché mi avvicina al personaggio. Il grosso problema, dal mio punto di vista, è che la storia non c'è nella sua parte più importante: il periodo in cui l'atteso pareva ci fosse, il periodo dell'innamoramento risoltosi con il "mi sono comportato malissimo". La narrazione risulta fortemente "sbilanciata", non so se riesco a rendere l'idea: ciò che viene esplicitato non giustifica i vent'anni d'attesa, ben connotati e presenti nella mia mente di lettore.

Ultima cosa che mi viene adesso in mente: il termine "declino":
declinare un invito, "ma anche" (voce di Veltroni!!) declinare del giorno e, in senso più ampio, dell'esistenza. Mi è piaciuto moltissimo. Quella parola messa in fondo alla poesia ha lo stesso valore di "Fine" intesa in tutti e due i sensi: per questo, la salverei.

mumbleeee ... In narrativa, te lo devo dire Mariella, detesto i punti di sospensione, trovo che la virgola offra lo stesso spazio e respiro alla lettura, graficamente anche li trovo orripilanti, quando mi trovo un testo con i puntini, raramente riesco a finirlo .. diciamo che mi "inibiscono" ... .. il resto hai ragione su tutto quindi ora ti faccio un altro caffè !!

Dei puntini sospensivi non bisogna comunque abusare. Li tollero poco in narrativa, se mal usati; in poesia, li detesto a prescindere!

Grazie del caffè: mi ci vuole, a quest'ora...

Vabbè: da qualche parte in qualche modo ce l'ho buttata, la firma massimo...

Maronna!!!
Ma che è, un'epidemia??!!
(non mi provocare che io tengo la firma che si gira su se stessa, eh? se mi girano le firme, a me, qua succede lo scompiglio! )

ciao PdG, scusami per le incursioni mordi e fuggi di oggi ma ci tenevo a passare, vista la tua disponibilità e l'attenzione con cui rispondi a tutti

Devo dire che la pausa che mi sono presa per leggerti su carta è una delle poche cose piacevoli della giornata.

C’ è un’attesa che nutre un’anima chiusa in un tempio mentre fuori scorre ciò che la voce chiama “vita” come fosse altro, qualcosa di cui lei non gode.
Ed ecco le azioni quotidiane sbiadite e concentriche: la salute del corpo, suo, degli altri, l’accudimento sentito come vincolo, pena, condanna. Neanche il cibo è fonte di piacere. Questa donna non può assaporare nulla, tranne l’attesa. Sai PdG, non sono una latinista ma tempo fa mi è capitato di dover controllare l’etimologia del verbo ASPETTARE e ricordo che voleva dire “guardare, essere rivolto da qualche parte”
Ci sono lingue in cui ASPETTARE e SPERARE coincidono, come qui, in questo tuo scritto in cui attesa e speranza sono la stessa cosa; un’attesa puntuale dentro uno sfondo che tracci volutamente incolore.
MI hanno colpito le urla. Urla che non sono il segno di un cambiamento esterno ma di una presa di coscienza interiore del tempo trascorso. Le lacrime, un gesto, quello di stracciare la lettera, che ribadisce che anche l’ultima possibilità sta andando in pezzi, e poi i versi.
La poesia.

Che dire PdG? Il travaglio interiore di questa donna mi arriva tutto, a forma di cerchio perfetto.


Un’unica perplessità: la scelta di un tempo così lungo che poco si accorda alla lunghezza delle parole contenute nella lettera: vent’anni. Vent’anni sono molti per essere riacciuffati da un semplice “mi sono comportato malissimo” seguito da un appuntamento dato con una sicurezza che spiazza: “sarò a FI […] alle 16.00”. Mi piacerebbe capire di più questo intervallo di tempo arduo da gestire nel racconto che tu hai scelto.

Bello PdG, grazie
molto analitici i commenti, incredibile quanto ognuno apporti qualcosa

nico

MariellaT ha scritto:

Dei puntini sospensivi non bisogna comunque abusare. Li tollero poco in narrativa, se mal usati; in poesia, li detesto a prescindere!

Grazie del caffè: mi ci vuole, a quest'ora...

credimi mi sto per addormentare anch'io ... da che ora faccio la pdg? voglio un aumento ...

MariellaT ha scritto:

Dei puntini sospensivi non bisogna comunque abusare. Li tollero poco in narrativa, se mal usati; in poesia, li detesto a prescindere!

Grazie del caffè: mi ci vuole, a quest'ora...

Però! Come prof sono niente male!

La Mar ha scritto:

ciao PdG, scusami per le incursioni mordi e fuggi di oggi ma ci tenevo a passare, vista la tua disponibilità e l'attenzione con cui rispondi a tutti

Devo dire che la pausa che mi sono presa per leggerti su carta è una delle poche cose piacevoli della giornata.

C’ è un’attesa che nutre un’anima chiusa in un tempio mentre fuori scorre ciò che la voce chiama “vita” come fosse altro, qualcosa di cui lei non gode.
Ed ecco le azioni quotidiane sbiadite e concentriche: la salute del corpo, suo, degli altri, l’accudimento sentito come vincolo, pena, condanna. Neanche il cibo è fonte di piacere. Questa donna non può assaporare nulla, tranne l’attesa. Sai PdG, non sono una latinista ma tempo fa mi è capitato di dover controllare l’etimologia del verbo ASPETTARE e ricordo che voleva dire “guardare, essere rivolto da qualche parte”
Ci sono lingue in cui ASPETTARE e SPERARE coincidono, come qui, in questo tuo scritto in cui attesa e speranza sono la stessa cosa; un’attesa puntuale dentro uno sfondo che tracci volutamente incolore.
MI hanno colpito le urla. Urla che non sono il segno di un cambiamento esterno ma di una presa di coscienza interiore del tempo trascorso. Le lacrime, un gesto, quello di stracciare la lettera, che ribadisce che anche l’ultima possibilità sta andando in pezzi, e poi i versi.
La poesia.

Che dire PdG? Il travaglio interiore di questa donna mi arriva tutto, a forma di cerchio perfetto.


Un’unica perplessità: la scelta di un tempo così lungo che poco si accorda alla lunghezza delle parole contenute nella lettera: vent’anni. Vent’anni sono molti per essere riacciuffati da un semplice “mi sono comportato malissimo” seguito da un appuntamento dato con una sicurezza che spiazza: “sarò a FI […] alle 16.00”. Mi piacerebbe capire di più questo intervallo di tempo arduo da gestire nel racconto che tu hai scelto.

Bello PdG, grazie
molto analitici i commenti, incredibile quanto ognuno apporti qualcosa

nico

.. nei miei racconti introduco sempre un elemento di irrealtà, che renda le cose inverosimili .. qui sono i vent'anni .. se fossero stati cinque supponi, sarebbe stata quasi una storia banale .. i vent'anni sono il paradosso in cui la vita sfocia .. a volte epperò .. grazie Nico, un commento bellissimo, 10 maritozzi con la panna per te, anche se a questo punto avrei voglia di tartine deliziose salate magari anche di un prosecco .. che dici?

MariellaT ha scritto:

MariellaT ha scritto:

Dei puntini sospensivi non bisogna comunque abusare. Li tollero poco in narrativa, se mal usati; in poesia, li detesto a prescindere!

Grazie del caffè: mi ci vuole, a quest'ora...

Però! Come prof sono niente male!

chiediamo a goccia preside ..

Urca: la mia come imitassione sembra fatta dai cinesi!!!

goccia latita: è latitante! avrà stornato qualche voce di bilancio; avrà usato due pesi e due misure con tre o quattro docenti; avrà una visita ispettiva in corso: chissà!

Voce fuori campo: Guisso! Levati immediatamente la veste della Penna!!

Per Guisso...

Belin, a 51 anni non riesco ad allacciare le stringhe... E' due ore che provo!!

E levate quella penna!
(Quella penna gnornò gnornò!)
E levate quella penna
(Quella penna gnornò gnornò!)
Si nun t''a vuò levà
me soso e me ne vaco da ccà!

Massimo Guisso ha scritto:

Belin, a 51 anni non riesco ad allacciare le stringhe... E' due ore che provo!!

Massimo il mio avatarrrr .. o lo devo cambiare io? mandami il tuo e facciamo cambio ..

Ho uno Zakkk Wylde vintage 150 X 100 pixels , con ampli Marshall anni '70 di sfondo... Interessa?? Mandami l'indirisso!!

Massimo Guisso ha scritto:

Ho uno Zakkk Wylde vintage 150 X 100 pixels , con ampli Marshall anni '70 di sfondo... Interessa?? Mandami l'indirisso!!

ma poi scopri chi sono!!